toscana aprile

I giorni quando
il Paiolo è triste
La figura di Vinicio Nencioni nel
lontano ricordo di Luciano Bausi
di Luciano Bausi
Quando il primo dell'anno fummo avvertiti che Vinicio
Nencioni ci aveva lasciati stentammo a crederlo perché
la sera prima eravamo stati suoi ospiti ad una di
quelle festose cene che lui solo sapeva organizzare.
Ci incontrammo poco dopo con alcuni amici e lo ricordammo come
tante volte lo avevamo visto sempre al lavoro, con il suo vestito
bianco, affaticato ma sempre sorridente e disponibile di fronte a
qualsiasi richiesta anche più assurda che gli venisse proposta. Egli
era e si sentiva fiorentino ed era orgoglioso di esserlo. La sua attività,
che potremmo definire di carattere pubblico, iniziò nel 1956 in un
negozietto di via Pietrapiana, dove gli nacque l'idea di organizzare
rinfreschi e pranzi, in occasione di matrimoni, comunioni e congressi:
il sistema cioè che poi si è chiamato catering. E nacquero così
prima Villetta Poggi, poi Villa Curonia e infine Villa Viviani di sua
proprietà.
I capitoli più importanti della città sono punteggiati dalle riunioni
conviviali organizzate dal Nencioni: le cene in piazza di Cestello e in
altre piazze e strade pubbliche, le cene e i pranzi di vari sodalizi fiorentini
come i Lions e i Rotary, il Premio San Giuseppe ideato da
Piero Bargellini del quale poi il il premio prese il nome.
La sera stessa del giorno che precedette la sua scomparsa aveva
alacremente lavorato fino a tarda ora e la sera ancora precedente
Le frittelle del Nencioni protagoniste di un premio San Giuseppe negli anni Ottanta
era stato con il Paiolo, improvvisando la cena in un luogo, la Galleria
della nuova Stazione Statuto, che fino a quel momento era stata
mai utilizzata per banchetti e con notevoli carenze per quanto
riguarda le strutture ed i servizi organizzativi.
Vinicio Nencioni è una figura tipica dei nostri tempi che scompare:
esemplare per la passione al lavoro con uno spirito sempre pronto
e sagace da fiorentino di altri tempi.
I suoi familiari, che sono di buona razza, hanno manifestato il proponimento
di continuare sulla strada tracciata dal proprio familiare.
Per loro sarà un grosso sacrificio e un grosso impegno, ma siamo
sicuri che riusciranno. I paiolanti ricordano Vinicio Nencioni, che
era dei loro, con grande rimpianto.
Vinicio Nencioni, a sinistra, intento a friggere le sue famose frittelle per San Giuseppe
Un ironico disegno di un grande paiolante: Giovanni Colacicchi
8 Antica Compagnia del Paiolo