18PO'i <strong>in</strong>cam<strong>in</strong>ciarana gli arresti anche per gli altri. Malti giavani che venivanO'avanti e <strong>in</strong>cam<strong>in</strong>ciavana a farmarsi f<strong>in</strong>ivanO' <strong>in</strong> carcere. Altri si trasferivanO'quali funzianari del partita <strong>in</strong> altre regiani, e spesso seguivano la medesimasarte, came Gambia, Aderita Ferrari, Alda Magnani, Vittario Salt<strong>in</strong>i, osi partavana all'estera per periodi malto lunghi, come Campiali, Zanti e Davoli.Casì <strong>in</strong> mezza a grandi difficaltà arganizzative e palitiche, a persecuzianie sacrifici persanali di agni natura subiti da dirigenti, semplici m<strong>il</strong>itanti elaro famiglie, siamo stati sempre presenti. Anche se <strong>in</strong> certi periodi disponevamodi una arganizzaziane estremamente ridotta e precaria, siamo ugualmenteriusciti a candurre una azione di prapaganda e di latta politica antifascistanel Reggiano.In queste candiziani, mantenere l'unità palitica e ideologica, o riconquistarlaquandO' ci si trovava di fronte a delle svalte, nan era fac<strong>il</strong>e. Eppure,grazie ai callegamenti di cui parlava, mantenuti anche can i nastri compagni<strong>in</strong> carcere, si riuscì anche <strong>in</strong> questa. Ne fa fede la palitica unitaria antifascista, lapolitica di unità nazianale accettata e sastenuta, magari dopo dibattiti e battagliepolitiche, da tutti i comunisti reggiani a tutti i livelli, a Reggio, al conf<strong>in</strong>oe nella emigraziane. Questa spiega anche <strong>il</strong> perché al compagna Campioli,<strong>il</strong> quale rientrava dall'estero dapa 15 anni, paté essere affidata tranqu<strong>il</strong>lamente<strong>il</strong> campita di rappresentare <strong>il</strong> P.C.II. nel C.L.N.Alcuni dati ufficiali sulle repressiani subite dal mavimenta comunistanel Reggiana, rappresentanO' la testimanianza migliare della cant<strong>in</strong>ua presenzadel Partita camunista, della sua attività, della diramazione <strong>in</strong> vari strati papalaridella città e delle campagne e della espansiane della idealagia camunista specialmente<strong>in</strong> mezzo ai giavani i quali, a andate successive, canfluivana numerosi,<strong>in</strong> rapparta alle candiziani della giaventù di allara, nella nastra arganizzazianeclandest<strong>in</strong>a.Dalla istituziane del Tribunale speciale al 25 luglio 1943, per averesvalta prapaganda antifascista a vace e a mezza stampa, nelle fabbriche, nellecampagne, nelle stesse arganizzaziani fasciste (s<strong>in</strong>dacati e dapalavara), peravere arganizzato manifestaziani cantra <strong>il</strong> fascismO' e le sue guerre e per averepartecipata alla guerra di Spagna nelle f<strong>il</strong>e repubblicane, sana stati arrestatioltre un migliaia di camunisti reggiani, di cui 196 sana stati candannati dalTribunale speciale fascista a 1.245 anni di carcere di cui scantati 738, cifra checarrisponde al 98% dei candannati palitici della prav<strong>in</strong>cia, più 272 anni diconf<strong>in</strong>a <strong>in</strong>flitti ad oltre una c<strong>in</strong>quant<strong>in</strong>a di camunisti.In tutti questi pracessi i giavani rappresentavanO' la grande maggioranza,a com<strong>in</strong>ciare dai primi condannati: Gambia Att<strong>il</strong>ia, arrestato a Genova nel1927 all'età di 25 anni, Ferrari Aderito, marta nel carcere di Faggia, MagnaniAldo arrestato a M<strong>il</strong>anO' nel 1927 all'età di 23 anni, Altimani Armanda arrestatoa Reggio all'età di 22 anni, ed altri. Ci fu pO'i la grande retata del 1939nella quale furono arrestati Pappi Osvaldo e altri 175 di Reggio, Correggio,Bagnolo, QuattrO' Castella, Vezzano, CavriagO', Cadelbosco, Campagnola, 46 deiquali saranno condannati a complessivi 334 anni. Tra questi ci 'sono i ventenni,Sacchetti Walter, Manterm<strong>in</strong>i Pio, Giuliani Celso ecc.
19Il migliaio di comunisti e simpatizzanti arrestati nel medesimo periododi tempo e tenuti <strong>in</strong> carcere da uno a 6 mesi senza essere deferiti al Tribunalespeciale, vennero <strong>in</strong> gran parte sottoposti a vig<strong>il</strong>anza speciale per annied anni, diffidati dalla polizia o dal fascio, per cui venivano limitate le possib<strong>il</strong>itàdi movimento, e rese diffic<strong>il</strong>i le stesse condizioni elementari di lavoro edi esistenza.Mi pare che qui una prima considerazione si debba fare: una così prolungatae r<strong>in</strong>novata lotta antifascista si spiega con l'esistenza, prima di tutto diun orientamento ideale. Vi era la consapevolezza della necessità di abbattere <strong>il</strong>fascismo, la volontà politica di riconquistare per <strong>il</strong> popolo italiano la libertà, lapace, la democrazia e migliori condizioni di vita.Il movimento comunista aveva certamente un carattere di classe e popolaree, <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente, obiettivi di classe, <strong>in</strong> particolare della classe operaiae dei contad<strong>in</strong>i.Le forze che noi organizzavamo e portavamo alla lotta antifascista erano<strong>in</strong> gran parte conquistate all'ideologia comunista; esse non erano costituitenaturalmente solo da operai e contad<strong>in</strong>i; c'erano impiegati, artigiani, un gruppettodi <strong>in</strong>tellettuali che facevano capo al compagno Degani, e nei centri maggiori(Reggio e Correggio), alcuni studenti.La sp<strong>in</strong>ta maggiore veniva da <strong>in</strong>teressi di classe. Facevamo leva sulleterrib<strong>il</strong>i condizioni di vita delle masse popolari - sottoposte a tutti i disagie alla morte per i cont<strong>in</strong>ui bombardamenti - per portare la popolazione a manifestareapertamente contro la fame e per la f<strong>in</strong>e della guerra.In seguito agli scioperi del marzo 1943 si creò <strong>in</strong> mezzo ai lavoratoriuna atmosfera nuova; tutti parlavano di questi fatti nelle fabbriche e <strong>in</strong> particolarealle «Reggiane ». A Reggio giunse <strong>il</strong> numero de «L'Unità» clandest<strong>in</strong>a,pubblicato a M<strong>il</strong>ano, che riportava la notizia, <strong>in</strong>coraggiando i lavoratori a seguirel'esempio degli operai di Tor<strong>in</strong>o, M<strong>il</strong>ano, Genova e a manifestare «perla pace e la libertà ». Il giornale, distribuito <strong>in</strong> mezzo agli operai delle «Reggiane», alla S.A.R.S.A., ecc. passò di mano <strong>in</strong> mano a molti lavoratori i qual<strong>in</strong>e portarono copie ai loro centri di provenienza.In mezzo alle nostre f<strong>il</strong>e, benché fossimo costretti a lavorare nelle piùrigide condizioni di vig<strong>il</strong>anza cospirativa (tanto che un piccolo contrattempoci aveva portato a diffidare e a prendere misure anche contro un funzionariodel partito <strong>in</strong>viato per ristab<strong>il</strong>ire <strong>il</strong> collegamento temporaneamente <strong>in</strong>terrotto)si era creata una certa animazione e c'era la fiducia di poter affrettare la f<strong>in</strong>edel fascismo.Ma anche allora non siamo riusciti a Reggio a stab<strong>il</strong>ire contatti conaltre forze per dare vita ad un raggruppamento unitario antifascista.Nell'apr<strong>il</strong>e del 1943, si ebbe a Reggio una manifestazione <strong>in</strong> conseguenzadella quale vennero arrestati vari comunisti, fra i quali Paolo Davoli, rientratoda pochi mesi dalla Francia. Altri, come Cug<strong>in</strong>i Desiderio, che aveva funzionidi collegamento, avevano dovuto trasferirsi <strong>in</strong> altra regione.I comunisti più noti per <strong>il</strong> loro passato che si trovavano allora <strong>in</strong> libertàe che erano ritenuti dei dirigenti potenziali, furono di nuovo sottopostia particolare vig<strong>il</strong>anza, o diffidati, o chiamati al fascio e sbrigativamente mi-
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