36gio, col cuore gonfio di amarezza e di sconforto, presi un treno. Arrivai aReggio alle 9 del 25.La mia missione era stata completamente <strong>in</strong>ut<strong>il</strong>e. Che cosa avrei potutoriferire ai mie amici? Nulla, se non la constatazione che avevo fatto delpauroso distacco di Badoglio dalla situazione reale del paese e la sua evidentepreoccupazione di cont<strong>in</strong>uare a reggersi con un gioco di equivoci, di <strong>in</strong>trighi edi piccole furberie, mentre la situazione si aggravava ed esigeva qu<strong>in</strong>di decisionicO'raggiose e di fondo, soprattutto per preparare la popolazione alle dureprove che ci avrebbero atteso e all'<strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>e scontro coi tedeschi. A questaconstatazione si aggiungevano due considerazioni: che <strong>il</strong> colpo di stato del 25luglio mi si rivelava una cO'ngiura di palazzo preparata dagli stessi fascisti perattuare un nuovo fascismo forse imperniato su Grandi e su velleitarie possib<strong>il</strong>itàdi trattare una pace separata con gli Alleati, congiura poi sfruttata evolta a proprio vantaggio dalla· cricca m<strong>il</strong>itare, senza una f<strong>in</strong>alità politica precisa;e che gli uom<strong>in</strong>i politici di Roma, anche se si riunivano spesso nel Frantenazianale, erano assolutamente privi di qualunque autorità presso <strong>il</strong> gaverno eda questa appenasoppartati.Ritenni oppartuno di riferire <strong>il</strong> mia viaggio nei suoi particolari salo apO'chi amici e a tu per tu. Uno di questi fu, came la conobbi, Cesare Campiolie l'altro don SimO'nelli. Ma questi mi cansigliarano di non riferire, <strong>in</strong>sede 'collegiale, dò che avevo sentito e pravato, perché ciò avrebbe scaraggiataanche i pochi che ancora erano decisi a cambattere.DON SIMONBLULa caduta di MussO'l<strong>in</strong>i <strong>il</strong> 25 luglio 1943, provacò una esplosiane disentimenti popolari, nei quali si mescO'lavanO' i mativi più diversi, non fac<strong>il</strong>i aclas·sificare. Ma immediatamente la castituziane del gaverno Badoglio, e piùancora l'annuncia della cant<strong>in</strong>uaziane della guerra ebbero l'effetto di una docciafredda, e riproposero molti <strong>in</strong>terrogativi ai quali non si sapeva offrire unarispasta soddisfacente.Bisognava <strong>in</strong>tanto risolvere un problema: e cioé la sostituzione di tuttala «gerarchia»· fascista con uom<strong>in</strong>i che potessero suggerire motivi di fiduciaalla popolazione, per non essersi compromessi col regime e per riconasciutedoti personali di equiHbrio e di onestà.Da parte cattolica (non è ancora <strong>il</strong> caso di parlare di forze «politiche»ben def<strong>in</strong>ite) tale compito fu <strong>in</strong> gran parte svolto da Corrado Corghi, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uocontatto con Don Simonelli, <strong>il</strong> quale a sua volta att<strong>in</strong>geva notizie e compivasondaggi presso le persone più note degli ambienti cattolici.Il colonnello Codazzi, che aveva particolari responsab<strong>il</strong>ità nel comandom<strong>il</strong>itare e buoni rapporti con <strong>il</strong> comandante col. De Marchi, comandante delDistretto, dedicava le ore serali a questo lavoro.Bisogna ricordare che l'<strong>in</strong>certezza della situazione da molti veniva addottacome giustificazione di un rifiuto, suggerito <strong>in</strong>vece dal timore di trovarsiprima o poi co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> situazioni diffic<strong>il</strong>i, e purtrO'ppo anche da una man-
cata educazione ad affrontare <strong>il</strong> rischio <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>e nei momenti di emergenza.L'avv. Pellizzi ha riferito i nomi di coloro che, con prospettive di sacrificio evolontà di servire <strong>il</strong> paese <strong>in</strong> frangenti cosl delicati, accolsero l'<strong>in</strong>vito di prestarela loro opera.Va notato che tra questi nomi non figurano elementi comunisti e leragioni sono evidenti: da un lato <strong>il</strong> comando m<strong>il</strong>itare <strong>in</strong>vestito dei pieni poteri(pur cont<strong>in</strong>uando ad avvalersi dell'opera del Prefetto), non avrebbe dato <strong>il</strong>benestare per la nom<strong>in</strong>a di persone considerate sovversive, e dall'altra <strong>il</strong> partitostesso non riteneva forse che la situazione fosse adatta per un <strong>in</strong>serimentonella vita dello Stato quale era stata elaborata nella clandest<strong>in</strong>ità; qualche eccezionesi ebbe trattandosi di persone già <strong>in</strong> contatto con gli esponenti dellealtre forze politiche, che non avrebbero potuto accettare una preclusione totaleper doverosa solidarietà.Le disposizioni emanate dal governo Badoglio che sciogliendo <strong>il</strong> partitofascista, proibiva contemporaneamente la rkostituzione di altri partiti e vietavariunioni di più che tre persone, costituivano un notevole ostacolo ad ogni attivitàorganizzata; e <strong>il</strong> tragico ep<strong>il</strong>ogo della manifestazione delle «Reggiane»del 28 luglio <strong>in</strong> cui sotto <strong>il</strong> fuoco di una compagnia di bersaglieri caddero novedimostranti, e 42 restarono feriti, sembravano bloccare un lavoro più organico;ma d'altra parte si imponeva la necessità di <strong>in</strong>contri per lo studio della situazionee per decidere le opportune l<strong>in</strong>ee di condotta. Fu possib<strong>il</strong>e organizzare unprimo <strong>in</strong>contro di esponenti cattolici, agli <strong>in</strong>izi dell'agosto, che si tenne al conventodell~ Ghiara, ritenuto luogo sicuro anche perché molto vic<strong>in</strong>o alla Prefettura,dove risiedevano i comandi.Si parlò delle condizioni generali, ma la discussione essenziale riguardòl'atteggiarrnento che i cattolici dovevano ormai proporsi nella vita del paese, e sidel<strong>in</strong>earono due correnti: una proponeva la organizzazione di un movimentodichiaratamente cattolico, l'altra, sostenuta dal prof. Giuseppe Dossetti, chiedevauna presenza attiva e generosa <strong>in</strong> ogni campo, ma escludeva una formazioneche avrebbe <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente assunto un carattere confessionale, con rischidi notevole portata.In una seconda riunione <strong>il</strong> tema venne ulteriormente dibattuto, e, persentire un'altra voce autorevole, fu <strong>in</strong>vitato anche <strong>il</strong> prof. Giorgio La Pira,mentre si attendevano notizie da Roma, dove si sapevano attivi diversi esponentidel partito popolare.Intanto Don SimonelJi veniva <strong>in</strong>caricato di tenere contatti con <strong>il</strong> Comitatodi <strong>in</strong>tesa patriottica di cui facevano parte l'avv. Giann<strong>in</strong>o Degani, l'avv.Pellizzi e Mazz<strong>in</strong>i e P. Placido <strong>in</strong> rappresentanza dei cristiani-sociali che aReggio non ebbero alcun successo.Questo comitato tenne diverse riunioni, e la sua prevalente attività sisvolse nei contatti con la prefettura e con gli altri organi respons~bi:li perchéfacessero conoscere a Roma la volontà di tutta la popoJazione che si ponessef<strong>in</strong>e alle ost<strong>il</strong>ità, e si uscisse dal vicolo cieco <strong>in</strong> cui l'<strong>in</strong>sipienza del fascismo avevacacciata la nazione. Quan:do l'avv. Pellizzi, reduce da una visita alla capitale,riferl sullo stato di disagio e di abbattimento riscontrato negli ambientipolitici, si decise di organizzare per 1'11 settembre uno sciopero generale nella37
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