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Analisi della comunicazione tra pediatra e madre attraverso l ...

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no esibiti dagli individui che cercano l’approvazione e il consenso dell’interlocutore.Nell’al<strong>tra</strong> categoria di gesti rien<strong>tra</strong>no tutti i movimenti che implicano spostamenti di alcuneparti del corpo in contatto con altre parti: per esempio grattarsi o battersi su unagamba o su un braccio; tali gesti possono indicare imbarazzo e sono caratteristici di coloroche evitano l’approvazione dell’interlocutore. Freedman e Hoffman 40 distinguono igesti in base al fatto che essi siano o no orientati sul corpo dell’individuo o che sianocorrelati con la <strong>comunicazione</strong> verbale. Essi suddividono, infatti, i gesti in «movimenticen<strong>tra</strong>ti su un oggetto e correlati al discorso (object – focussed and speech – related)»dai «movimenti cen<strong>tra</strong>ti sul corpo e non correlati al discorso (body – focussed and nonspeech – related)». 41 I primi, che sono in stretta dipendenza col discorso, funzionanocome modificatori del processo di <strong>comunicazione</strong> verbale e secondo gli Autori il gradodi integrazione fra essi e la <strong>comunicazione</strong> riflette il grado di organizzazione del pensierodell’individuo che li produce. Il secondo gruppo di gesti, non correlati al discorso,sono gesti che rispondono a processi interni, fisici o psicologici e probabilmente la lorofunzione è quella di modificare l’esperienza sensoriale in quanto sono in grado di influenzarelo stato di tensione del corpo, diminuendola o intensificandola. Mahl 42 suddividei movimenti delle mani in due categorie principali: «gesti comunicativi» e «gestiartistici». I primi, in diretta relazione con l’eloquio, sono considerati come sostituti diespressioni verbali che hanno lo stesso significato per tutti gli individui che partecipanoall’interazione (battere con il pugno sul tavolo, indicare con le dita). Gli altri sono invecegesti spontanei, privi di valenze comunicative, che non possono sostituire espressioniverbali (grattarsi, manipolare parti del proprio corpo o il proprio abito, giocherellare concollane, anelli). Argyle 43 individua cinque tipi di segnali non verbali inerenti ai gesti: 1)gesti di illus<strong>tra</strong>zione e altri segnali legati all’eloquio; 2) segni convenzionali; 3) movimentiche esprimono stati emotivi; 4) movimenti che esprimono il carattere; 5) movi-40 Freedman N. e Hoffman S. P., Kinetic Behaviour in Altered Clinical States, Perceptual andMotor Skills, 24, 1967, pp. 527 – 539.41 Ricci Bitti P. E. Cortesi S., Comportamento non verbale e <strong>comunicazione</strong>, il Mulino, 1977, p.46.42 Mahl G. F., Gestures and Body Movements in Interviews, in J. Shlien (Ed.), Research in Psychoterapy,volume III, American Psychological Association, 1968.43 Argyle M., Bodily Communication, London, Methuen, 1975.28

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