Introduzione alla storia della lingua gaelica Anna ... - OpenstarTs
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per così dire incrociata all’interno delle lingue celtiche. Infatti i due criteri fondamentali,<br />
su cui per anni gli studiosi si erano basati, erano costituiti dal passaggio<br />
di P.C. k w > p nel gallico e nelle lingue del ramo brittonico, dal passaggio<br />
delle sonanti *i.e. n m > em/en nelle lingue del ramo goidelico e nel lepontico,<br />
e dal passaggio invece delle medesime sonanti *i.e. m/n > am/an nelle lingue<br />
del ramo brittonico, nel celtiberico e nel gallico. Come si può notare dunque<br />
il problema era costituito dal fatto che alcune lingue come il celtiberico ed il<br />
lepontico presentassero caratteristiche incrociate in quanto il celtiberico, pur<br />
appartenendo al ramo continentale manteneva la labiovelare sorda k w come<br />
il ramo goidelico ma presentava, diversamente da quest’ultima <strong>lingua</strong>, l’esito<br />
*i.e. m/n > am/an; viceversa il lepontico presentava il mutamento k w > p come<br />
il ramo brittonico ed il gallico, ma contemporaneamente presentava l’esito<br />
*i.e. m/n > em/en come il goidelico. Tenendo conto di ciò in particolare Schmidt<br />
ipotizzava dunque che il Proto-Celtico si fosse scisso in quattro rami che<br />
avevano portato <strong>alla</strong> formazione di quattro dialetti distinti e cioè il gaelico, il<br />
celtiberico, il lepontico, ed il celtico continentale da cui si sarebbe poi ulteriormente<br />
separato il gruppo delle lingue brittoniche.<br />
Su questa base quindi inizialmente vari studiosi avevano proposto una distinzione<br />
delle lingue celtiche in due rami fondamentali e cioè da una parte il gallico,<br />
il lepontico ed il brittonico, che avrebbero dunque costituito un ramo distintosi<br />
dal proto-celtico, ed il goidelico e celtiberico che avrebbero costituito un altro<br />
ramo, rifiutando in tal modo l’ipotesi di un nodo intermedio costituito dal celticoinsulare,<br />
in quanto secondo tale ipotesi il gruppo brittonico non avrebbe costituito<br />
originariamente con il gruppo goidelico un ramo celtico-insulare distinto dal<br />
ramo celtico-continentale, bensì avrebbe originariamente fatto parte di un nodo<br />
gallo-brittonico da cui si sarebbe poi successivamente separato il gruppo brittonico,<br />
in maniera dunque totalmente indipendente dal gruppo goidelico. Ancora<br />
attualmente il criterio fonologico basato sul passaggio o meno di P.C. k w > p viene<br />
mantenuto per distinguere tra il celtico P costituito appunto dal celtico continentale<br />
e dal brittonico, e il celtico Q costituito dal goidelico e celtiberico.<br />
Le ricerche successive di vari studiosi, quali in primo luogo McCone, Greene e<br />
Jackson, hanno invece fatto luce su molti aspetti relativi <strong>alla</strong> separazione delle diverse<br />
lingue celtiche dal gruppo proto-celtico ed hanno in particolare messo in evidenza<br />
le motivazioni e gli aspetti linguistici e di <strong>storia</strong> linguistica che supportano<br />
la necessità di ipotizzare l’esistenza di un nodo intermedio celtico insulare, distinto<br />
dal gruppo celtico-continentale, da cui si sarebbero separati successivamente il<br />
ramo goidelico ed il ramo brittonico, mentre le analogie di sviluppo fonologico che<br />
quest’ultimo ramo presenterebbe in comune con il celtico-continentale sarebbero da<br />
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