Altre località sommerse dalle acque furono la casetta delle Fosse. Ca’ d’ l’Olimpiao Casetta ‘d fondo, Casa Orsi e casa Valghe (d’la da l’acqua).(A. Guglielmi e Primo Tovoli)A Suviana, prima della costruzione c’erano solo una trattoria, la scuola elementare,piccoli poderi, case e borghi sparsi; la gente emigrava numerosa per lavorare,soprattutto erano boscaioli e carbonai, ma anche minatori, specie per la Francia.Da Saviana una buona mulattiera per Bargi attraversa il Limentra sul Ponte deiCinghi (o Cigni) 6 . () alla stretta rocciosa sottostante l’abitato dove poi fu costruita ladiga. Da lì saliva ai Pianacci e su a Bargi seguendo all’incirca il tracciato della stradaattuale che sovrapassa la diga e che venne costruita a partire dal 1949 e fnita nel1952.Non esisteva alcun collegamento con i paesi vicini su strada carrozzabile. Per leesigenze dei lavori della diga venne costruito il tratto di strada da Ponte di Verzuno,mentre il tratto da Tramonte per Ca’ del Cucco e Badi (e Taviano) venne iniziato (senzatante consultazioni, per ordine del Re) verso la fine degli anni Trenta, su progetto delgenio militare.(Angiolino Tovoli - n. 1911)Da qui l’unica scappatoia da Suviana era la mulattiera per Porretta, che passava da CapannaMoratti, Lizzo, poi giù per Rovinaja, al Ponte della Madonna, una via di 7/8chilometri. A Castello (di Casio) si andava solo per la Serra. Ricorda bene la mulattieraperché la faceva anche due volte al giorno quando, durante il lavoro della cava(aperta per i materiali da costruzione della diga ecc. nel costone sotto la chiesa di Suvianadi lato a Tramonte) andava a prendere l’esplosivo da Neri a Porretta.Facevo due viaggi perché non ne davano più di 5 chili alla volta, che bastavano per unavolata 7 , ma ne serviva molto di più per dar lavoro a 17/18 scalpellini che facevan bozze e bozzein continuazione» (...) Quando ero a Lizzo, dicevo, ecco … sono a Porretta, e viceversa quantotornavo. Perché era salita, e i cinque chili, a partire da Porretta, quando ero alla Serra erandiventati dieci!6P. Biavati, A. Gigli, … in “Nuèter”, V, 1979, n. 10, pp. .7Volata = molte mine che venivano accese in serie.145
«Certo che Suviana, dopo la diga, è cambiata...»(Angiolino Tovoli)Certo che Saviana, dopo la diga, è cambiata al cento per cento, perché in allora, al sabatopresto a se v’deva dal sfilarate ‘d muli e somari che andavano a Porretta (al mercato) per lamulattiera, e la sera alle cinque ritornavano indietro carichi: la damigiana, la semola, l’olio oil sale… e basta.(A. Guglielmi e Primo Tovoli)Durante i lavori, molti operai venuti da fuori si “stabilizzarono “ cercando o facendosila casa, perché non c’erano collegamenti automobilistici per tornaregiornalmente a casa. Venne costruita una nuova scuola al Molinello, perché i bambinierano aumentati e il dopolavoro e il villaggio ferroviario (la diga era delle Ferroviedello Stato prima di passare all’Enel) e istituiti collegamenti con la corriera per Riola,giornaliero il mattino, due volte la settimana anche il pomeriggio. Vennero aperte altretrattorie e pensioni.«La Dirigenza»(Angiolino Tovoli)Pelagatti (l’Ingegnere progettista della divisione Impianti elettrici e Lavori delle Ferroviecon sede a Porretta) era il direttore generale...Che controllava tutte le fasi dell’opera, capo-cantiere per le ferrovie era il cavalier Fornasari,geometra, l’Ing. Rossi per la centrale, e l’Ing. Mirone vice capo.Ricorda per la sua severità il geom. Robotti, di un’impresa appaltatrice (l’uomoche non rideva mai, in tanti anni non l’ho mai visto ridere) che una mattina, ricevendo ilsaluto da un operaio rispose: «A voì da lavurér, no di bongiorno!«C’era una squadra che veniva tutti i giorni da Molino»(Angiolino Tovoli)<strong>Il</strong> numero massimo di operai che ci fu era di mille/milleduecento, però bisogna tener contodei turni; certo la cava soprattutto diede molto da lavorare (e le fondazioni della diga, e legallerie di scarico) perché, a parte le «rivoltelle» (ad aria compressa) per preparare i fori dellemine, tutto il resto si faceva a mano, tutti gli spostamenti (di materiale) si dovevan fare a forzadi braccia. (...)Si lavorava giorno e notte: le gettate di calcestruzzo si facevano solo di giorno, ma si lavoravaanche tutta la notte nelle pulizie della roccia e degli strati di cemento, che venivanotutti scalpellati e puliti perché il giorno dopo i getti facessero ben presa.146
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