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Il motore idraulico - Centro CISA

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modo: Casa con Molino di due Poste con Stalla, Pozzo, Forno e Stanza ad uso di Valchiera,con orto vicino alli fiumi Reno e Sela 26 . All’inizio del Seicento i conti Ranuzzi della Porrettaprogettarono di costruire un secondo opificio di questo tipo, assieme ad unmulino. Possediamo la mappa del progetto datata 5 giugno 1628, dalla quale apprendiamoche entrambi avrebbero dovuto essere costruiti ai Bagni della Porretta frala Madonna del Ponte e l’oratorio di San Rocco, che si trovava nella zona dell’attualevia Cava. La necessaria caduta dell’acqua veniva ottenuta mediante un canale chederivava dal Reno nella zona del santuario, un canale che ancor oggi esiste. I Ranuzzinon realizzarono però nel corso del Seicento il progetto: la gualchiera ed il mulinovennero costruiti a metà del secolo seguente dai fratelli Francesco e Antonio Buini.Essi acquistarono il terreno nel 1749 dalla Compagnia del Santissimi Sacramento, allaquale apparteneva, e ben presto avviarono l’attività, se non 1778 l’arciprete diPorretta Giuseppe de Maria rilasciò loro un’attestazione che permetteva loro di faretrasporti anche di domenica per le motivazioni così riassunte: Francesco ed AntonioBuini Tentori sono in vera necessità di viaggiare in giorno festivo con una bestia charicha perportare o riportare le Lane alla Valchiera 27 .Una terza gualchiera fu edificata nell’Ottocento a Panigale di Sotto dalla dittaBontempelli e Lodi, sulla parte del canale che si trovava a valle della ferriera fondatadalla stessa società; questo fatto andava incontro ad una precisa esigenzadella popolazione locale, che doveva recarsi nel vicino Modenese per procurarsitessuti di lana. Si tratta dello stesso opificio ricordato in una statistica industrialedella fine del secolo XIX, come uno degli otto impianti di questo tipo presenti nelBolognese, che aveva un <strong>motore</strong> <strong>idraulico</strong> di 3 cavalli ed in essa lavoravano dueoperai 28 .Ancor meno documentata in questa zona è la presenza di seghe idrauliche; inquesti opifici il movimento rettilineo veniva utilizzato per segare i tronchi per mezzodi quattro leve che agivano su di un meccanismo di legno al quale era fissata la sega,un altro meccanismo permetteva il ritorno della stessa sega, mentre un ultimo meccanismoconsentiva l’avanzamento del tronco. In mancanza di documenti è latoponomastica a venirci in aiuto. Ricordiamo prima di tutto il toponimo Segavecchiain Comune di Lizzano, lungo il torrente Silla a monte di Pianaccio; secondo una diceriapopolare alcuni friulani nel secolo XIX vi avrebbero costruito un impianto disegheria 29 ; ma in realtà l’origine del toponimo risulta molto più antica poiché un pia-26Archivio Parrocchiale di Porretta, Contea Ranuzzi, cart. 1, fasc. 8.27Archivio Arcivescovile di Bologna, Miscellanee vecchie, cart. 399, fasc. 22/a.28Statistica industriale. Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Bologna (seconda edizione), Roma1899, p.66.29G. Filippi, Ch’à tu ditto, Lizzano in Belvedere 1999 (“Gli scritturini della Mùsola”, 12), pp. 67-68;meno probabile una seconda ipotesi avanzata in questo scritto di un’origine del toponimo dalla tradizionedi “segare la vecchia”, tipica della mezza quaresima.30

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