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Il motore idraulico - Centro CISA

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Concludendo, si può osservare che in territorio Appenninico si conosce, già daglianni Novanta del XIX secolo, uno sviluppo dell’energia elettrica, inizialmentecircoscritto ai centri più rilevanti. Questa prima diffusione degli impianti non avvennegrazie all’estensione delle linee di distribuzione di grandi imprese, ma per ilsorgere di una piccola e diffusa impresa elettro-commerciale. Lo sviluppo estremamenteprecoce di Porretta Terme, elettrificata già nel 1891, è da mettersi in relazioneal ruolo d’eccellenza di questo centro abitato come stazione climatica e termale. Daun carteggio che intercorse nel 1899 fra il sindaco di Castiglione dei Pepoli AngeloMattei ed Enrico Bruzzi di Prato, che proponeva di sostituire l’impianto di illuminazionea petrolio con un nuovo a luce elettrica, apprendiamo infatti che avere tale tipodi illuminazione era una vera e propria attrattiva turistica e quasi ludica 53 . Anche l’iniziativadel sindaco di Porretta Negretti abbiamo visto come si fosse orientata, oltreche ad un razionale sfruttamento idroelettrico, anche alla costruzione di un laghettoche avrebbe reso ancor più caratteristica Porretta Terme. Lo stesso si può dire di Castiglionedei Pepoli, dove la precocità dell’arrivo dell’energia elettrica era dovutaalla sua posizione privilegiata come luogo di vacanza. Le caratteristiche di questiprimi impianti, contraddistinti da una potenza limitata e da linee di trasmissione inferioriai 5 chilometri, iniziano a variare durante gli anni Venti. Ancora una voltaPorretta si presenta come la prima a godere di un potenziamento della produzione,assieme anche Castiglione dei Pepoli.Dopo i primi casi di produzione di energia idroelettrica, è dagli anni Dieci che siverifica un’accelerazione nello sfruttamento delle risorse idriche, e si diffonde, anchenei paesi più periferici, un’illuminazione che derivava l’elettricità dalla forza dell’acqua.È il caso di Castelluccio, Monteacuto, Pianaccio , Gaggio Montano e Lizzano inBelvedere. Per tutte queste situazioni si parla di piccole stazioni climatiche, il cuiruolo propulsivo legato al turismo è indubbio. È ancora il sindaco di Gaggio Montanoche nell’estate del 1913, lamentandosi presso il prefetto, auspica che l’erogazionedel servizio sia più costante, per evitare guai durante la villeggiatura. L’utilizzo dell’energiaelettrica vedeva i mesi di massimo assorbimento proprio durante l’estate,periodo che era caratterizzato da una sottoproduzione idroelettrica per la diminuzionedi portata di fiumi e torrenti. Le strategie elaborate per garantire un serviziopiù continuo vedevano l’impiego di motori a gas povero oppure di generatrici termiche.La diffusione degli impianti ausiliari è tale che già durante gli anni Venti tuttele piccole imprese elettro-commerciali ne erano provviste. Questi strumenti, perònon garantivano lo stesso regime di costi, portando a frequenti sovrapprezzi sul costodell’elettricità.Queste piccole reti, che si andavano sviluppando in modo autonomo, non eranoinizialmente connesse fra loro. Ciò significava, almeno fino alla metà degli anni Venti,che ad un guasto corrispondeva quasi sempre l’interruzione del servizio. <strong>Il</strong>53Righetti, La nascita dell’industria idroelettrica, p. 75-78.98

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