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Etica della responsabilità - Grande Oriente d'Italia

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• 63 •Il testamento biologico come strumento giuridico, M.L. Ghezzilogicamente e chirurgicamente governati,oltre che esorcizzati e rielaborati all’internodi ritualità religiose esociali apotropaiche. Paredifficile affermare che inessi sopravviva ancoraqualche cosa di naturale,di originario: neppure iltaglio del cordone ombelicaledel neonato ed il relativoombelico, che nederiva, possono essereconsiderati naturali! L’interventoterapeutico, maanche quello solo assistenziale,quando operatigrazie a strumentazionied a conoscenze culturali,ossia sempre, non possonomai essere consideratinaturali. Dunque, tentare di compiere unadistinzione tra interventi terapeutici ed interventimeramente assistenziali, in presenzadi apparati tecnologici, di abilitàchirurgiche, di supporti farmacologici, dicomplesse conoscenze scientifiche, di articolateorganizzazioni del lavoro e di ambientispecificamente predisposti agliinterventi stessi, sulla base <strong>della</strong> loro naturalitàod artificialità appare operazione mistificantee risibile: tutto è artificialenell’intervento medico, sanitario, assistenziale!Ciò che per la sua novità oggi appareartificiale, terapeutico e viene osservatocon sospettosa e preoccupata curiosità; domani,quando il tempo avrà esaurito lo stuporeed il timore dell’ignoto, apparirà comeun comportamento routinario, abituale,doveroso, dovuto, normale, naturale, come,per altro, è già avvenuto con i comportamenti,che ieri erano considerati frutto<strong>della</strong> mente malata di unqualche non letterariodottor Victor von Frankensteined oggi sonoconsiderati appartenerealla normale quotidianità.Si pensi, a mero titolod’esempio, altrapianto di cuore incontrapposizione al trapiantodi encefalo oppureall’alimentazionesollecitata dall’arte culinariain contrapposizioneall’alimentazionegarantita dalla scienzamedica.Distinguere i comportamentileciti da quelli illeciti sulla base<strong>della</strong> loro naturalità spontanea od artificialitàscientifica significa disconoscere ilcarattere eminentemente culturale <strong>della</strong>vita umana e ricondurre l’essere umanosotto una cappa oscurantista di pregiudiziideologici, di tabù religiosi e, soprattutto,subordinare la sua piena, completa ed originariaautonomia ad eteronomie sociali,politiche o metafisiche.Le conoscenze umane e le loro applicazionipratiche si impongono nel trasformareil mondo e l’essere umano medesimo;le stesse strutture biologiche si presentanoinstabili ed in perenne trasformazioneanche senza l’intervento umano; nulla èimmobile, nulla sembra condurre alla visionedi una natura cristallizzata nell’attimomitologico <strong>della</strong> sua creazione o2/2010HIRAM

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