R Mariotti, F Mauri - Linee <strong>guida</strong> dell’infarto miocardico acutole sinistro, si irradia verso la base e l’apice, <strong>ed</strong> è nel50% dei casi accompagnato da un fremito.Possono essere presenti ritmo di galoppo ventricolar<strong>ed</strong>estro e sinistro e segni di rigurgito tricuspidale.Può intervenire un quadro di <strong>ed</strong>ema polmonare ebassa portata fino al franco shock. La radiografia del toracenel 25% dei casi è inizialmente normale, e comunqueil quadro di <strong>ed</strong>ema polmonare acuto è abitualmentemeno accentuato che nel quadro della rottura del muscolopapillare.L’eco-Doppler è l’indagine di scelta per porre diagnosi:diretta visualizzazione del difetto; dimostrazion<strong>ed</strong>i un effetto di contrasto negativo nel ventricolo destrodurante infusione salina; riconoscimento di unaturbolenza sistolica nella regione della rottura.M<strong>ed</strong>iante monitorizzazione emodinamica si puòevidenziare l’aumento di saturazione di ossigeno nelventricolo destro e nell’arteria polmonare.La mortalità dei pazienti con rottura di setto trattaticon terapia m<strong>ed</strong>ica conservativa è del 24% circa entrole 24 ore, del 46% a 1 settimana e del 67-82% a 2 mesi.L’obiettivo terapeutico è quello di ridurre lo shunt sinistro-destro,aumentare il flusso sistemico e migliorarela funzione ventricolare destra e sinistra. Sebbene ivasodilatatori possono diminuire lo shunt sinistro-destroe aumentare il flusso sistemico riducendo le resistenzevascolari periferiche, una riduzione maggiore econcordante della resistenza vascolare polmonare puòdi fatto aumentare lo shunt sinistro-destro.Strategia terapeutica. I vasodilatatori quali il nitroprussiatodi sodio o la nitroglicerina, che possono indurreuna riduzione significativa <strong>delle</strong> resistenze vascolaripolmonari, non dovrebbero essere impiegati.L’idralazina e altri vasodilatatori ad effetto prevalentesulle arterie riducono in misura minore le resistenzevascolari polmonari e possono essere più utili(evidenza di tipo B).La contropulsazione con pallone intraortico dovrebbeessere presa in considerazione il più prestopossibile per stabilizzare i pazienti con rottura disetto. È indicata comunque una correzione chirurgicaprecoce, anche nel paziente che si riesce a stabilizzare,e la rivascolarizzazione coronarica, se necessaria(evidenza di tipo B) 90 .In presenza di diagnosi certa il paziente andrebbein ogni caso trasferito, in attesa dell’intervento,in reparto di cardiochirurgia (evidenza di tipo B) 91 .La correzione chirurgica si accompagna ad unamortalità < 25% nei pazienti emodinamicamente stabilie comunque permette una sopravvivenza che oscillam<strong>ed</strong>iamente tra 48-75%.Rottura della parete ventricolareLa rottura cardiaca, che si verifica in circa il 3% deipazienti con IMA, è responsabile del 10-20% dei decessidovuti a infarto. La maggioranza <strong>delle</strong> rotture (> 90%)coinvolge il ventricolo sinistro e si verifica al marginelaterale di un infarto transmurale, dove è maggiore lostress di scollamento tra il miocardio normale e quellodanneggiato.Circa un terzo <strong>delle</strong> rotture della parete libera si verificanoentro 24 ore dall’inizio dell’infarto e circa1’85% entro la prima settimana. In era trombolitica siverificano più rotture nelle prime 24 ore e meno successivamente.I fattori di rischio per la rottura della parete liberasembrano essere: età avanzata, sesso femminile, ipertensioneche prec<strong>ed</strong>e o persiste dopo l’IMA, e primo infartosenza prec<strong>ed</strong>ente storia di malattia coronarica.In alcuni pazienti è prec<strong>ed</strong>uta da un dolore toracicopersistente o ricorrente, ma non specifico, oppure in relazionetemporale con uno stress fisico come tossire ofare uno sforzo.Nella rottura acuta il rapido inizio del tamponamentocausato dall’emopericardio, che provoca ipotensionee dissociazione elettromeccanica, conduce rapidamenteall’exitus, e la realizzazione della diagnosi strumentaleè quasi sempre impossibile.Una rottura subacuta (25% dei pazienti) può esseresuggerita dall’aumento della pressione venosa, dal polsoparadosso, dai toni cardiaci attenuati e sfregamentipericardici. Può comparire soffio sistolico, diastolico o“a va e vieni”. L’ECG può mostrare un’onda Q infartualeo solo i cambiamenti ischemici del tratto ST-T.L’improvviso rallentamento della frequenza sinusale,seguito da ritmo giunzionale o idioventricolare condiminuzione dell’ampiezza del QRS, può suggerire unarottura acuta o subacuta. Un’improvvisa comparsa dionde T precordiali giganti in un paziente che prec<strong>ed</strong>entementeaveva un’onda T invertita o un sottoslivellamentoST è un segno che può indicare emopericardio.L’ecocardiografia può mostrare i segni di tamponamento.Il monitoraggio emodinamico può dimostrarevalori uguali della pressione atriale destra e di quellacapillare polmonare.Strategia terapeutica. Pochi pazienti con rotturaacuta possono essere salvati, tramite imm<strong>ed</strong>iata pericardiocentesicon catetere a permanenza e interventod’emergenza. Nei pazienti con rottura subacutabisognerebbe effettuare urgentemente la riparazionechirurgica (evidenza di tipo B) 92 .PseudoaneurismaQuesta patologia è il risultato di una rottura relativamentelenta, solitamente della parete libera del ventricolosinistro. Le pareti esterne di questi aneurismi sonocostituite dal pericardio e dal trombo murale. Lopseudoaneurisma comunica con il ventricolo sinistroattraverso uno stretto colletto il cui diametro è < 50%del diametro del fondo. Lo pseudoaneurisma può rima-529
Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 2001nere piccolo o progressivamente ingrandirsi. Può rimanereclinicamente silente <strong>ed</strong> essere scoperto durantecontrolli di routine. Raramente si verificano insufficienzacardiaca congestizia e aritmie cardiache. Si puòanche riscontrare cardiomegalia con un anormale rigonfiamentoal bordo cardiaco e un segmento ST elevato.Soffi sistolici, diastolici e di “va e vieni” possonoessere anche presenti in pochi pazienti, causati forse dalflusso del sangue attraverso il colletto durante la diastolee la sistole del ventricolo sinistro. La diagnosi puòesser fatta con l’ecocardiografia bidimensionale, con laventricolografia con radioisotopi, con la risonanza magneticanucleare, con la tomografia computerizzata ocon l’angiografia del ventricolo sinistro.Strategia terapeutica. In un terzo dei pazienti si hala rottura spontanea senza prodromi per cui la resezionechirurgica è fortemente indicata sia nei pazientisintomatici che asintomatici, indipendentement<strong>ed</strong>alle dimensioni dello pseudoaneurisma, perprevenire il sicuro exitus causato dalla rottura. Glipseudoaneurismi della parete inferiore hanno generalmenteuna prognosi più favorevole da un verso eun approccio chirurgico più difficoltoso dall’atro.Per cui in assenza di sintomi (dolore, sincope o insufficienzacardiaca) possono essere trattati m<strong>ed</strong>icamente.Trombosi muraleL’incidenza totale di trombosi murale è di circa il20% nell’infarto acuto; negli infarti anteriori di grandidimensioni l’incidenza può arrivare fino al 60%. Lapresenza di aneurisma o di discinesia apicale nell’infartoanteriore favorisce la formazione di trombi murali.I trombi murali possono essere diagnosticati conventricolografia con contrasto o con radioisotopi, tecnich<strong>ed</strong>i immagine con piastrine marcate con isotopi, etomografia. Tuttavia, l’ecocardiografia bidimensionaleè l’indagine di scelta.Recentemente il gruppo di studio GISSI ha esaminatol’incidenza dei trombi murali in pazienti trattaticon rt-PA e streptochinasi <strong>ed</strong> eparina per via sottocutanea.L’incidenza dei trombi murali (28%) è risultatanon differente tra i quattro gruppi di trattamento. Diparticolare interesse era tuttavia il fatto che si fosse verificatoun solo episodio di embolia durante l’osp<strong>ed</strong>alizzazione,con un’incidenza quindi dello 0.5%.L’incidenza totale di embolia sistemica riscontrabileclinicamente è del 2%; nell’infarto miocardico anteriorevaria tra il 4 e il 6%. Tra gli aspetti ecocardiograficiche identificano un incremento del rischio embolicovi è la protrusione e la mobilità dei trombi intracavitari.Strategia terapeutica. Nei pazienti con una vastaarea di infarto antero-apicale, la terapia con eparinadeve essere iniziata imm<strong>ed</strong>iatamente con una doseelevata per via sottocutanea o endovenosa e continuataalmeno per 4 giorni, aggiustando la dose inmodo tale che il PTT sia 1.5-2 volte i valori di controllo(evidenza di tipo B) 93,94 .Nei pazienti con trombo murale ventricolare ocon ampia area acinetica diagnosticati con l’ecocardiografiasi dovrebbe passare alla terapia con anticoagulantiorali, che dovrebbe essere continuata peralmeno 3 mesi. Nei pazienti con un aneurisma cronicodel ventricolo sinistro, il rischio di embolia sistemicaè molto basso oltre i 3 mesi; pertanto la terapiacon anticoagulanti orali in questi pazienti puòessere interrotta. Tuttavia, nei pazienti con grave disfunzionecronica del ventricolo sinistro e dilatazioneventricolare (miocardiopatia ischemica), la terapiacon anticoagulanti dovrebbe essere continuata indefinitamente.La dose di warfarin deve essere personalizzata inmodo da prolungare il PTT a valori di INR da 2.0 a3.0 (evidenza di tipo B) 95 .Studi prospettici su un grande numero di pazientidec<strong>ed</strong>uti dopo IMA hanno riportato che l’incidenza ditrombo murale del ventricolo sinistro al riscontro autopticoera del 40-50% in quelli non trattati con terapiaanticoagulante, contro il 22-24% in quelli trattati conanticoagulanti.Alte dosi di calciparina (12 500 U ogni 12 ore) riduconol’incidenza di embolia sistemica e di trombimurali del ventricolo sinistro. Pazienti trattati con eparinae, successivamente, per 1 mese con terapia oralecon anticoagulanti presentavano una riduzione dell’incidenzadi embolia cerebrale da circa il 3% (senza eparina)all’1%.Prevenzione della trombosi venosa profonda. È statodimostrato che la profilassi con eparina sottocute riducel’incidenza della trombosi <strong>delle</strong> vene profonde cosìcome il rischio di embolia polmonare clinicamente significativanei soggetti costretti a rimanere a letto perlunghi periodi.Pertanto, l’eparina per via sottocutanea dovrebbeessere usata come profilassi nei pazienti con IMAche per varie ragioni devono rimanere a letto perpiù di 48-72 ore, a meno che sussistano controindicazioni(evidenza di tipo B) 96 . In alternativa all’eparinaper via sottocutanea possono essere utilizzate leeparine a basso peso molecolare alle dosi indicateper la profilassi <strong>delle</strong> tromboembolie.Recidive ischemicheÈ frequente osservare nei primi giorni di decorsodell’IMA il ripetersi di dolori toracici che possono esser<strong>ed</strong>ovuti a recidive di ischemia o a pericardite epistenocardica.Benché caratteristiche del dolore, dei sintomidi accompagnamento e modificazioni dell’ECG530
- Page 3 and 4: Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 200
- Page 5 and 6: Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 200
- Page 7 and 8: Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 200
- Page 9 and 10: Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 200
- Page 12 and 13: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 14 and 15: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 16 and 17: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 18 and 19: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 22 and 23: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 24 and 25: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 26 and 27: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 28 and 29: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 30 and 31: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 32 and 33: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 34 and 35: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 36 and 37: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 38 and 39: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 40 and 41: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d
- Page 42 and 43: R Mariotti, F Mauri - Linee guida d