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Revisione ed aggiornamento delle linee guida sulla ... - Anmco

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Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 2001quella di una prova massimale positiva. Ancora, daqualche tempo la positività del test da sforzo postinfartocomporta quasi sempre la successiva esecuzione diuna coronarografia con sistematica rivascolarizzazionemiocardica (angioplastica o bypass, in base all’anatomia):ciò riduce proprio il rischio connesso con l’ischemiaresidua. Infine, è importante notare che la prova dasforzo, come anche tutti gli altri test utilizzati per valutarela gravità dell’aterosclerosi coronarica, fornisceun’informazione abbastanza accurata sull’estension<strong>ed</strong>el territorio ischemico a rischio, ma non fornisceinformazioni affidabili sull’evolutività dell’aterosclerosicoronarica.Aritmie ventricolari ipercinetiche. La prevalenza diaritmie ventricolari ipercinetiche alla valutazione pr<strong>ed</strong>imission<strong>ed</strong>opo infarto è estremamente variabile, anchese, in m<strong>ed</strong>ia, è maggiore in pazienti con funzioneventricolare sinistra ridotta.La frequenza di extrasistoli ventricolari è unpr<strong>ed</strong>ittore indipendente 122 di mortalità (soprattuttodi morte improvvisa), ma il valore pr<strong>ed</strong>ittivo aggiuntivorispetto a quello fornito dalla valutazion<strong>ed</strong>ella funzione ventricolare è molto limitato (evidenzadi tipo B).Nello studio GISSI-2 il rischio di mortalità in pazienticon più di 10 extrasistoli per ora era di solo 1.6volte maggiore rispetto a pazienti che non presentavanoextrasistolia ventricolare 120 .La presenza di episodi di TV sostenuta (> 30 s) dopoi primi 3 giorni dall’episodio infartuale, è associataad un’alta mortalità a breve-m<strong>ed</strong>io termine; tuttavia,queste aritmie sono tipicamente presenti in pazienti congrave compromissione della funzione ventricolare e,quindi, già noti per essere ad alto rischio (evidenza ditipo B).Poiché il rischio di aritmie ventricolari gravi e dimorte improvvisa è maggiore in presenza di un aumentorelativo dell’attività simpatica, test volti a caratterizzarel’equilibrio simpatico-parasimpatico (variabilitàdella frequenza cardiaca, ecc.) potrebbero avere un poterepr<strong>ed</strong>ittivo indipendente maggiore di quello ottenibilecon le metodiche utilizzate attualmente.Selezione dei test non invasiviValutazione della funzione ventricolare sinistra. Lafunzione ventricolare sinistra è abitualmente valutatam<strong>ed</strong>iante ecocardiografia bidimensionale o m<strong>ed</strong>ianteventricolografia radioisotopica. L’ecocardiografiaè più economica, la ventricolografia radioisotopicaè considerata più accurata da alcuni. Comunqueentrambi gli approcci sono validi e la sceltadipende fondamentalmente dalle abitudini e convenienzelocali (evidenza di tipo B).In presenza di un’alterazione regionale della cinesiventricolare sufficientemente estesa da causareuna riduzione importante della frazione di eiezioneventricolare, è necessario stabilire se in quella regioneè presente miocardio vitale in quantità rilevante.Infatti, la rivascolarizzazione miocardicasembra migliorare la prognosi, rispetto alla terapiam<strong>ed</strong>ica, solo nei pazienti con evidenza di miocardiovitale (evidenza di tipo B).Attualmente esistono diverse tecniche non invasiv<strong>ed</strong>i imaging per il riconoscimento del miocardio vitalequali la scintigrafia al tallio, la tomografia ad emission<strong>ed</strong>i positroni e l’eco-dobutamina. L’impiego di unatecnica piuttosto che di un’altra è in relazione all’esperienzaacquisita in un dato centro.La maggiore sensibilità della tomografia ad emission<strong>ed</strong>i positroni nell’identificazione del miocardio vitaleè controbilanciata dalla scarsa applicabilità su largascala.Di fatto, nella pratica clinica l’identificazione delmiocardio vitale è semplice in casi estremi. Infatti, sel’ecocardiografia mostra che la regione miocardica disfunzionanteè anche estremamente assottigliata, ciòrappresenta un indizio certo di necrosi. All’altro estremol’evidenza di ischemia spontanea o inducibile nellaregione miocardica disfunzionante è un indizio certo dipresenza di miocardio vitale. Negli altri casi può esserenecessario eseguire esami ad hoc più complessi perdiscriminare fra necrosi o ibernazione. Queste indaginipossono essere eseguite utilizzando tecniche ecocardiograficheo scintigrafiche. La valutazione della vitalitàmiocardica (miocardio ibernato) e la pianificazion<strong>ed</strong>egli interventi di rivascolarizzazione m<strong>ed</strong>iante testeco-dobutamina è oramai riconosciuta. Il test viene effettuatoinfondendo dosi scalari di 5 g/kg/min di dobutaminadurante monitoraggio ecocardiografico dellacinetica regionale del ventricolo sinistro. La dobutaminaevoca su un miocardio ibernato, ma non necrotico,una riserva contrattile che al salire della dose può rivelareischemia della stessa s<strong>ed</strong>e, ad ulteriore confermadella presenza di tessuto ischemico ma ancora vitale.In alternativa, la presenza di miocardio vitale puòessere valutata m<strong>ed</strong>iante somministrazione di tallio-201 123 . Poiché il tallio inizialmente si distribuisce proporzionalmenteal flusso la scintigrafia precoce mostraipocaptazione sia in regioni miocardiche ibernate chenecrotiche, in quanto in amb<strong>ed</strong>ue i casi il flusso regionaleè ridotto; tuttavia, nelle ore successive alla suasomministrazione il tallio si r<strong>ed</strong>istribuisce nel tessutomiocardico metabolicamente attivo, come quello ibernato,ma non in quello necrotico. Pertanto una regioneinizialmente ipocaptante, che diventa normocaptantenella scintigrafia tardiva è probabilmente ibernata e nonnecrotica. La pr<strong>ed</strong>ittività <strong>delle</strong> due tecniche è sovrapponibile:anche in questo caso la scelta dipende fondamentalment<strong>ed</strong>alle abitudini e convenienze locali.Valutazione del miocardio a rischio di ischemia.Lascelta del test iniziale dovrebbe essere basata suun’attenta valutazione dell’ECG a riposo, <strong>sulla</strong> ca-540

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