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Revisione ed aggiornamento delle linee guida sulla ... - Anmco

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Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 2001coronarografica nella prospettiva di un interventodi rivascolarizzazione miocardica (evidenza di tipoB). In quelli con buona risposta al trattamento m<strong>ed</strong>icoverrà adottato lo stesso protocollo diagnosticovalutativodei pazienti con IMA non complicato(evidenza di tipo C) 100 .Recidiva di infarto precoce. È riportata un’incidenzavariabile a seconda dei criteri impiegati per la diagnosie <strong>delle</strong> caratteristiche <strong>delle</strong> popolazioni esaminate. Pr<strong>ed</strong>ispongonoal reinfarto quelle circostanze (IMA non Q,riperfusione precoce), in cui una consistente area miocardica,nel territorio del primo infarto, è stata “salvata”ma rimane a rischio di eventi ischemici ricorrenti: infattiil reinfarto precoce interessa quasi sempre il territoriotributario del vaso responsabile del primo infarto.Il reinfarto che, come detto prima, si verifica piùfrequentemente nei pazienti con angina postinfartualeprecoce, si associa ad un notevole aumento della mortalità.Strategia terapeutica. La recidiva di angina che siprotrae oltre 30 min, resistente alla somministrazion<strong>ed</strong>i nitrati, deve essere considerata con alta probabilitàrecidiva di IMA. Va trattata come il primo infarto.In particolare si deve riutilizzare il fibrinolitico.Ovviamente va utilizzato rt-PA se in occasion<strong>ed</strong>el prec<strong>ed</strong>ente infarto è stata somministrata la streptochinasi.Nei centri in cui è disponibile, la PTCAurgente deve essere il trattamento preferito per le recidiveprecoci di infarto. La terapia antitrombotica,se interrotta, va continuata, altrimenti deve essere ripresa.Così pure deve essere ripresa la terapia di protezion<strong>ed</strong>el miocardio e di prevenzione del rimodellamentodel ventricolo sinistro.PericarditeL’incidenza di pericardite clinicamente riconoscibilevaria nelle diverse casistiche dal 6 al 25%. Essa poneproblemi diagnostici potendo essere confusa conuna ripresa di stenocardia.È più frequente negli IMA transmurali. Nella maggiorparte dei casi non vi è apprezzabile versamento.Sono stati descritti rari casi di tamponamento cardiacoda versamento pericardico emorragico in pazienticon pericardite trattati con dicumarolici. Invece sial’eparina che i trombolitici non sembrano promuoverelo sviluppo di emopericardio, per cui un loro eventualeimpiego in presenza di evidenza clinica di pericarditenon è controindicato.Strategia terapeutica. Va sottolineato che alte dosi dialtri antinfiammatori non steroidei e/o di cortisonici sonoda evitare, in quanto possono ostacolare il processodi cicatrizzazione, come evidenziato in studi sperimentali.Aritmie ipocineticheI meccanismi responsabili dei disturbi nella formazionee/o nella conduzione dell’impulso elettrico riscontrabiliin corso di IMA sono:• il danno, reversibile o irreversibile, che si produce inconseguenza dell’ischemia a vari livelli del sistema dieccitoconduzione;• l’ipertono vagale m<strong>ed</strong>iato dalla stimolazione <strong>delle</strong> terminazionivagali della porzione postero-inferiore del settointeratriale – tra l’ostio coronarico <strong>ed</strong> il margine postero-inferior<strong>ed</strong>el nodo atrioventricolare – e della paretepostero-inferiore del ventricolo sinistro: è pertanto piùfrequente in corso di infarto miocardico postero-inferiore.La stimolazione <strong>delle</strong> terminazioni vagali può essereprovocata sia dall’ischemia che dalla riperfusione, e la rispostavagale può essere esaltata dal dolore o da farmacisomministrati in questa fase, per esempio la morfina.Le aritmie ipocinetiche comprendono le disfunzionidel nodo del seno e i disturbi della conduzione atrioventricolare,che talora si manifestano contemporaneamente.Disfunzioni del nodo del seno. Le aritmie ipocinetich<strong>ed</strong>a disfunzione sinusale si possono manifestare come:bradicardia sinusale; blocco seno-atriale; arresto sinusale.Bradicardia sinusale. Un intervento terapeutico sirende necessario solo nei casi di bradicardia sinusalemarcata (< 40 b/min) o che, associata ad ipotensione,comporti ipoperfusione periferica, o che favoriscaaritmie ipercinetiche ventricolari.La terapia di prima scelta è l’atropina e.v. (evidenzadi tipo B). L’atropina va somministrata in bolivenosi di 0.5-0.6 mg, ripetibili, se il quadro emodinamiconon viene corretto, ogni 5-10 min, fino aduna dose totale non ecc<strong>ed</strong>ente i 2 mg (evidenza di tipoB).Va sottolineato che dosi singole > 0.6 mg dannopiuttosto frequentemente tachicardia sinusale non desideratain questa fase clinica, così come dosi < 0.5 mgpossono comportare un effetto paradosso di accentuazion<strong>ed</strong>ella bradicardia, pare per stimolazione dei nucleivagali midollari o per effetto diretto sul nodo delseno.Nei rari casi in cui l’atropina risulta inefficace, sidovrà ricorrere alla stimolazione elettrica temporanea.Nei pazienti con evidente depressione della funzioneventricolare, che potrebbero risentire dellamancanza del carico atriale, è indicata la stimolazioneatriale o – in presenza di associati disturbi dellaconduzione atrioventricolare – la stimolazione sequenzialeatrioventricolare.Blocco seno-atriale, pause sinusali, arresto sinusale.In molti casi i blocchi seno-atriali e le pause sinusa-532

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