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Sinergie fra la Direttiva Quadro sulle Acque e le Direttive ... - Ispra

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Nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione originaria 19 tali Piani comprendono “<strong>le</strong> misure di conservazione necessarieche implicano all’occorrenza appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altripiani di sviluppo e <strong>le</strong> opportune misure rego<strong>la</strong>mentari, amministrative o contrattuali che sianoconformi al<strong>le</strong> esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali di cui all’al<strong>le</strong>gato I e del<strong>le</strong> speciedi cui all’al<strong>le</strong>gato II presenti nei siti”. Il fine è quello di evitare il “degrado degli habitat naturalie degli habitat di specie nonché <strong>la</strong> perturbazione del<strong>le</strong> specie per cui <strong>le</strong> zone sono state designate,nel<strong>la</strong> misura in cui ta<strong>le</strong> perturbazione potrebbe avere conseguenze significative perquanto riguarda gli obiettivi del<strong>la</strong> presente direttiva”.Il recepimento naziona<strong>le</strong> è avvenuto con il D.P.R. 357/97 20 modificato e integrato con il D.P.R.n.120/2003 “Rego<strong>la</strong>mento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente del<strong>la</strong> Repubblica8 settembre 1997 n. 357, concernente attuazione del<strong>la</strong> direttiva 92/43/CEE re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong>conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché del<strong>la</strong> flora e del<strong>la</strong> fauna selvatiche”.Altre modificazioni e integrazioni sono costituite dai D.M. che costituiscono gli atti di indirizzodel Ministero attraverso i quali <strong>le</strong> regioni possono dare piena attuazione al<strong>la</strong> norma comunitariae naziona<strong>le</strong>. In partico<strong>la</strong>re in re<strong>la</strong>zione al D.P.R. 357/97 e smi sono stati emanati due D.M.:– D.M. 3-9-2002 “Linee guida per <strong>la</strong> gestione dei siti Natura 2000” il cui scopo è l’attuazionedel<strong>la</strong> strategia comunitaria e naziona<strong>le</strong> rivolta al<strong>la</strong> salvaguardia del<strong>la</strong> natura e del<strong>la</strong> biodiversità,oggetto del<strong>le</strong> direttive comunitarie ”Habitat” (art. 6) e “Uccelli”;– D.M. 17-10-2007 “Criteri minimi uniformi per <strong>la</strong> definizione di misure di conservazione re<strong>la</strong>tivea Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione specia<strong>le</strong> (ZPS)” e smi.Le linee guida (D.M. 3-9-2002) cercano di definire <strong>le</strong> modalità attraverso <strong>le</strong> quali integraregli obiettivi ambientali nel<strong>la</strong> pianificazione ai diversi livelli di governo del territorio. La gestionedi un sito, qualunque sia il suo contributo nel<strong>la</strong> rete, deve rispondere a un unico obbligo di risultato:salvaguardare l’efficienza e <strong>la</strong> funzionalità ecologica degli habitat e/o specie al<strong>le</strong> quali ilsito è “dedicato” contribuendo così a sca<strong>la</strong> loca<strong>le</strong> a realizzare <strong>le</strong> finalità generali del<strong>la</strong> direttiva.Qualora gli strumenti di pianificazione esistenti non siano in grado di garantire uno stato diconservazione soddisfacente per il sito e si renda necessario redigere un piano di gestione, ènecessario tradurre questo concetto in parametri ri<strong>le</strong>vabili a sca<strong>la</strong> di sito che forniscano indicazionicirca lo stato di conservazione del<strong>la</strong> specie o dell’habitat di interesse comunitario. Un passaggiofondamenta<strong>le</strong> consiste nell’identificare soglie di criticità rispetto al<strong>le</strong> quali considerareaccettabili <strong>le</strong> variazioni dei parametri considerati per <strong>la</strong> valutazione dello stato di conservazionedegli habitat/specie presenti nel sito. Ciò al fine di utilizzare, nel corso dei cicli di gestione, ilmonitoraggio dei suddetti parametri per verificare il successo del<strong>la</strong> gestione stessa per <strong>la</strong> conservazionedel<strong>le</strong> specie e degli habitat di interesse comunitario.Il contenuto dei Piani di Gestione di SIC e ZPS è riportato in al<strong>le</strong>gato Ia.I criteri minimi per <strong>la</strong> definizione del<strong>le</strong> misure di conservazione (D.M. 17-10-2007 ) garantiscono<strong>la</strong> coerenza ecologica del<strong>la</strong> Rete Natura 2000 e l’adeguatezza del<strong>la</strong> sua gestione sul territorio naziona<strong>le</strong>;favoriscono inoltre il mantenimento e il ripristino di uno stato di conservazione soddisfacentedegli habitat di interresse comunitario e degli habitat di specie di interesse comunitario. Il D.M. citatoindividua <strong>le</strong> misure di conservazione per <strong>le</strong> Zone Speciali di Conservazione (§ al<strong>le</strong>gato Ib) e icriteri minimi uniformi per <strong>la</strong> definizione del<strong>le</strong> misure di conservazione valide per tutte <strong>le</strong> tipologiedi ZPS; inoltre suddivide <strong>le</strong> ZPS in 13 tipologie ambientali individuando, per ciascuna di questa, criteriaggiuntivi specifici. In base all’art. 3 c. 1 tali criteri minimi sono adottati o adeguati dal<strong>le</strong> regioni19Dir. 21-5-1992 n. 92/43/CEE “Habitat”.20“Rego<strong>la</strong>mento recante attuazione del<strong>la</strong> direttiva 92/43/CEE re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> conservazione degli habitat naturali eseminaturali, nonché del<strong>la</strong> flora e del<strong>la</strong> fauna selvatiche”.19

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