Al<strong>le</strong>gato Ia.5 – Contenuti dei Piani di Gestione di SIC e ZPS ex D.M. 3-9-2002 “Linee guida per <strong>la</strong> gestionedei siti Natura 2000”1) <strong>Quadro</strong> conoscitivo re<strong>la</strong>tivo al<strong>le</strong> caratteristiche del sito.C) socioeconomica;D) Descrizione deivalori archeologici,architettonici eculturali presentinel sitoE) Descrizione delpaesaggio• numero di persone impiegate e flussi economici per settore;• variazioni demografiche (es. variazione del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione residente);• tasso di attività tota<strong>le</strong> del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione in età <strong>la</strong>vorativa (occupati/non occupati in età<strong>la</strong>vorativa);• tasso di disoccupazione giovani<strong>le</strong>;• tasso di sco<strong>la</strong>rità (scuo<strong>la</strong> dell'obbligo, scuo<strong>la</strong> superiore, università);• presenze turistiche per abitante e per km2.Questa parte di inventario identifica i valori archeologici, architettonici e culturali, comprese <strong>le</strong> sistemazioniagrarie e forestali tradizionali, <strong>la</strong> cui tute<strong>la</strong> si suppone possa interagire con <strong>la</strong> conservazione degli habitat edel<strong>le</strong> specie di interesse presenti nel sito. Questa parte dell'at<strong>la</strong>nte contiene i seguenti tematismi:• aree archeologiche;• beni architettonici e archeologici sottoposti a tute<strong>la</strong> e eventuali aree di rispetto.Le ulteriori informazioni includono <strong>le</strong> prescrizioni re<strong>la</strong>tive a tali aree o beni derivanti dal<strong>la</strong> normativanaziona<strong>le</strong> di riferimento e dagli strumenti di pianificazione esistenti.Il paesaggio assume una importanza del tutto partico<strong>la</strong>re in quanto, dopo <strong>la</strong> firma del<strong>la</strong> Convenzione europeadel paesaggio (Firenze, ottobre 2000), <strong>la</strong> rete dei paesaggi europei sarà <strong>la</strong> prossima tappa per <strong>la</strong>conservazione del<strong>la</strong> diversità biologica e cultura<strong>le</strong>. Il paesaggio non sarà quindi valutato in terminiesclusivamente percettivi, ma sarà considerato come sintesi del<strong>le</strong> caratteristiche e dei valori fisici, biologici,storici e culturali. Poiché <strong>le</strong> popo<strong>la</strong>zioni animali e vegetali e gli habitat presenti all'interno del sitorappresentano una unità gestiona<strong>le</strong> che non può essere considerata iso<strong>la</strong>ta rispetto ad un contesto territoria<strong>le</strong>più ampio, è necessario individuare un'area circostante in cui indagare determinate caratteristiche,funzionalmente col<strong>le</strong>gate al sito. Data <strong>la</strong> molteplicità degli aspetti ecologici e gestionali da considerare,risulta impossibi<strong>le</strong> definire a priori l'àmbito spazia<strong>le</strong> da considerare sul<strong>la</strong> base di princìpi ecologici: <strong>la</strong> sceltadell'estensione del<strong>la</strong> fascia da considerare andrà quindi calibrata sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> fattibilità (risorse finanziariedisponibili) e del<strong>le</strong> caratteristiche di ciascun sito e dell'àmbito territoria<strong>le</strong> in cui esso si colloca.2) Analisi: valutazione del<strong>le</strong> esigenze ecologiche di habitat e specie.a) mettere a fuoco <strong>le</strong> esigenze ecologiche del<strong>le</strong> specie e del<strong>le</strong> biocenosi degli habitat di interesse comunitario;b) utilizzare gli indicatori che consentano di valutare se <strong>le</strong> specie e gli habitat per i quali il sito è stato individuato versino in unostato di conservazione favorevo<strong>le</strong> e che consentano di valutarne l'evoluzione;c) valutare l'influenza sui suddetti indicatori da parte dei fattori biologici e socio-economici individuati nel quadro conoscitivo delsito.3) ObiettiviUna volta individuati i fattori di maggior impatto, e quindi i prob<strong>le</strong>mi, dovranno essere formu<strong>la</strong>ti gli obiettivi gestionali generali (adesempio, migliorare <strong>la</strong> qualità del<strong>le</strong> acque per <strong>le</strong> specie acquatiche, impedire l'interramento di zone umide, allungare i cicli diutilizzazione del<strong>le</strong> risorse boschive) e gli obiettivi di dettaglio. Vanno inoltre evidenziati eventuali obiettivi conflittuali (ad esempio,esigenze conflittuali tra due specie animali o tra una di queste e l'evoluzione del<strong>le</strong> componenti vegetali) e vanno definite <strong>le</strong> prioritàd'intervento sul<strong>la</strong> base di valutazioni strategiche che rispettino <strong>le</strong> finalità istitutive del sito.4) Strategia gestiona<strong>le</strong>.Questa fase consiste nel<strong>la</strong> messa a punto del<strong>le</strong> strategie gestionali di massima e del<strong>le</strong> specifiche azioni da intraprendere, unitamentead una valutazione dei costi che devono supportare tali azioni e dei tempi necessari per <strong>la</strong> loro realizzazione. I risultati dovrannoessere monitorati periodicamente tramite gli indicatori di cui ai paragrafi precedenti. Ciò consentirà di valutare l'efficacia del<strong>la</strong>gestione ed eventualmente modificare <strong>la</strong> strategia. Ai fini di indirizzo genera<strong>le</strong>, come accennato, <strong>la</strong> direzione conservazione del<strong>la</strong>natura del Ministero dell'ambiente e del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del territorio ha predisposto un manua<strong>le</strong> di orientamenti gestionali modu<strong>la</strong>ti pertipologia di sito.73
Al<strong>le</strong>gato Ia.6 – Criteri minimi uniformi per <strong>la</strong> definizione del<strong>le</strong> misure di conservazione re<strong>la</strong>tive a ZoneSpeciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Specia<strong>le</strong> (ZPS) ex DM 17/10/2007e smiOBIETTIVIAMBITOTERRITORIALEMISURE DICONSERVAZIONEPER LE ZONESPECIALI DICONSERVAZIONE(ZSC).MISURE DICONSERVAZIONEPER LE ZONESPECIALI DICONSERVAZIONE(ZSC).Integrare <strong>la</strong> disciplina afferente <strong>la</strong> gestione dei siti che formano <strong>la</strong> rete Natura 2000 dettando i criteri minimiuniformi sul<strong>la</strong> cui base <strong>le</strong> regioni e <strong>le</strong> province autonome adottano <strong>le</strong> misure di conservazione o all'occorrenza ipiani di gestione per tali areeGarantire <strong>la</strong> coerenza ecologica del<strong>la</strong> rete Natura 2000 e l'adeguatezza del<strong>la</strong> sua gestione sul territorio naziona<strong>le</strong>Assicurare il mantenimento ovvero, all'occorrenza, il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente deglihabitat di interesse comunitario e degli habitat di specie di interesse comunitario, nonchè a stabilire misureidonee ad evitare <strong>la</strong> perturbazione del<strong>le</strong> specie per cui i siti sono stati designati, tenuto conto degli obiettivi del<strong>le</strong>direttive n. 79/409/CEE e n. 92/43/CEE.ciascunaZSC e e ciascuna ZPSa) divieto di bruciatura del<strong>le</strong> stoppie e del<strong>le</strong> paglie, nonchè del<strong>la</strong> vegetazione presente al termine dei cicliproduttivi di prati naturali o seminati, <strong>sul<strong>le</strong></strong> superfici specificate ai punti seguenti:i. superfici a seminativo ai sensi dell'art. 2, punto 1 del rego<strong>la</strong>mento (CE) n. 796/2004, compresequel<strong>le</strong> investite a colture consentite dai paragrafi a) e b) dell'art. 55 del rego<strong>la</strong>mento (CE) n.1782/2003 ed escluse <strong>le</strong> superfici di cui al successivo punto 2);ii.superfici a seminativo soggette all'obbligo del ritiro dal<strong>la</strong> produzione (set-aside) e non coltivatedurante tutto l'anno e altre superfici ritirate dal<strong>la</strong> produzione ammissibili all'aiuto diretto, mantenutein buone condizioni agronomiche e ambientali a norma dell'art. 5 del rego<strong>la</strong>mento (CE) n.1782/2003.Sono fatti salvi interventi di bruciatura connessi ad emergenze di carattere fitosanitario prescritti dall'autoritàcompetente o a superfici investite a riso e salvo diversa prescrizione del<strong>la</strong> competente autorità di gestione;b) <strong>sul<strong>le</strong></strong> superfici a seminativo soggette all'obbligo del ritiro dal<strong>la</strong> produzione (set-aside) e non coltivate durantetutto l'anno e altre superfici ritirate dal<strong>la</strong> produzione ammissibili all'aiuto diretto, mantenute in buonecondizioni agronomiche e ambientali a norma dell'art. 5 del rego<strong>la</strong>mento (CE) n. 1782/2003, obbligo digarantire <strong>la</strong> presenza di una copertura vegeta<strong>le</strong>, natura<strong>le</strong> o artificia<strong>le</strong>, durante tutto l'anno, e di attuare praticheagronomiche consistenti esclusivamente in operazioni di sfalcio, trinciatura del<strong>la</strong> vegetazione erbacea, opasco<strong>la</strong>mento sui terreni ritirati dal<strong>la</strong> produzione sui quali non vengono fatti va<strong>le</strong>re titoli di ritiro, ai sensi delrego<strong>la</strong>mento (CE) n. 1782/2003. Dette operazioni devono essere effettuate almeno una volta all'anno, fattosalvo il periodo di divieto annua<strong>le</strong> di intervento compreso <strong>fra</strong> il 1° marzo e il 31 luglio di ogni anno, ove nondiversamente disposto dal<strong>le</strong> regioni e dal<strong>le</strong> province autonome. Il periodo di divieto annua<strong>le</strong> di sfalcio otrinciatura non può comunque essere inferiore a 150 giorni consecutivi compresi <strong>fra</strong> il 15 febbraio e il 30settembre di ogni anno. È fatto comunque obbligo di sfalci e/o <strong>la</strong>vorazioni del terreno per <strong>la</strong> realizzazione difasce antincendio, conformemente a quanto previsto dal<strong>le</strong> normative in vigore. In deroga all'obbligo del<strong>la</strong>presenza di una copertura vegeta<strong>le</strong>, natura<strong>le</strong> o artificia<strong>le</strong>, durante tutto l'anno sono ammesse <strong>la</strong>vorazionimeccaniche sui terreni ritirati dal<strong>la</strong> produzione nei seguenti casi:1) pratica del sovescio, in presenza di specie da sovescio o piante biocide;2) terreni interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi;3) colture a perdere per <strong>la</strong> fauna, ai sensi dell'art. 1, <strong>le</strong>ttera c), del decreto del Ministero del<strong>le</strong> politicheagrico<strong>le</strong> e forestali del 7 marzo 2002;4) nel caso in cui <strong>le</strong> <strong>la</strong>vorazioni siano funzionali all'esecuzione di interventi di miglioramentofondiario;5) sui terreni a seminativo ritirati dal<strong>la</strong> produzione per un solo anno o, limitatamente all'annata agrariaprecedente all'entrata in produzione, nel caso di terreni a seminativo ritirati per due o più anni,<strong>la</strong>vorazioni del terreno allo scopo di ottenere una produzione agrico<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> successiva annataagraria, comunque da effettuarsi non prima del 15 luglio dell'annata agraria precedente all'entrata inproduzione.Sono fatte salve diverse prescrizioni del<strong>la</strong> competente autorità di gestione;c) divieto di conversione del<strong>la</strong> superficie a pascolo permanente ai sensi dell'art. 2, punto 2, del rego<strong>la</strong>mento (CE)n. 796/2004 ad altri usi;d) divieto di eliminazione degli e<strong>le</strong>menti naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con altava<strong>le</strong>nza ecologica individuati dal<strong>le</strong> regioni e dal<strong>le</strong> province autonome con appositi provvedimenti;e) divieto di eliminazione dei terrazzamenti esistenti, delimitati a val<strong>le</strong> da muretto a secco oppure da una scarpatainerbita; sono fatti salvi i casi rego<strong>la</strong>rmente autorizzati di rimodel<strong>la</strong>mento dei terrazzamenti eseguiti allo scopodi assicurare una gestione economicamente sostenibi<strong>le</strong>;f) divieto di esecuzione di livel<strong>la</strong>menti non autorizzati dall'ente gestore; sono fatti salvi i livel<strong>la</strong>menti ordinari per<strong>la</strong> preparazione del <strong>le</strong>tto di semina e per <strong>la</strong> sistemazione dei terreni a risaia;g) divieto di esercizio del<strong>la</strong> pesca con reti da traino, draghe, ciancioli, sciabiche da natante, sciabiche da spiaggiae reti analoghe <strong>sul<strong>le</strong></strong> praterie sottomarine, in partico<strong>la</strong>re <strong>sul<strong>le</strong></strong> praterie di posidonie (Posidonia oceanica) o dialtre fanerogame marine, di cui all'art. 4 del rego<strong>la</strong>mento (CE) n. 1967/06;h) divieto di esercizio del<strong>la</strong> pesca con reti da traino, draghe, sciabiche da spiaggia e reti analoghe su habitatcoralligeni e <strong>le</strong>tti di maerl, di cui all'art. 4 del rego<strong>la</strong>mento (CE) n. 1967/06;i) divieto di utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all'interno del<strong>le</strong> zone umide, quali <strong>la</strong>ghi, stagni,paludi, acquitrini, <strong>la</strong>nche e <strong>la</strong>gune d'acqua dolce, sa<strong>la</strong>ta, salmastra, nonchè nel raggio di 150 metri dal<strong>le</strong> rivepiù esterne a partire dal<strong>la</strong> stagione venatoria 2009/10 (5).74
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Sinergie fra la Direttiva Quadrosul
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Informazioni legaliL’istituto Sup
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PREMESSAVandana Shiva nel suo libro
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DistribuzioneLe più estese erano l
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PHRAGMITO AUSTRALIS-CARICETEA ELATA
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Carex rostrata Stokes, Epilobium pa
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DistribuzioneLombardia: prealpi del
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DistribuzioneCalabria: Laguna di Gi
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Specie guidaCarex davalliana Sm., C
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Salicion albae Soò (ex Oberd. 1953
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Regione biogeograficaContinentalePi
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Lauro-Alnetum glutinosae Brullo et
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CODICE NATURA 200092D0 Gallerie e f
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Altre Specie guida riportate nel Ma
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Specie minacciateCarex mairei Coss.
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Chaerophylletum aurei Oberd. 1957Eu
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Rumicion alpini Rübel ex Klika et
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Regione biogeograficaContinentale,
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ISBN 978-88-448-0428-2RAPPORTI107 /