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I PROBLEMI DELL'UMANITÀ - Alice Bailey

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878889cosa questa che la discolpa completamente — ma la responsabilità della minoranza può esseredi gran lunga maggiore di quanto sia disposta ad ammettere, come nel caso degli ebrei, un popoloantico e civile, che dispone di una sua cultura ed ha certe caratteristiche che possono giustificaregran parte delle sue traversie. Il problema può anche essere storico e fondato su incompatibilitàessenziali; come quelle fra conquistatori e vinti, fra un popolo bellicoso e un altroinerte, pacifico. Lo si vede fra le popolazioni mussulmane e indù — questione antica. Atutti questi fattori che contribuiscono al problema delle minoranze si devono aggiungere letendenze separative alimentate ancor oggi dalle religioni. La ristrettezza delle fedi religiosecontribuisce ad esaltare il problema.Proprio all’inizio della discussione, è bene ricordare che l’intero problema può essere ricondottoalla massima fra le debolezze umane: la grande eresia della separatività. Certamentenon c’è peccato più grande: è responsabile d’ogni male. Pone l’uomo contro il suo fratello, glifa ritenere che il suo egoistico interesse personale sia della massima importanza, porta inevitabilmenteal crimine e alla crudeltà, è il maggior ostacolo alla felicità generale, perché metteuomo contro uomo, gruppo contro gruppo, classe contro classe e nazione contro nazione. Generaun senso distruttivo di superiorità e conduce alla perniciosa dottrina dei popoli e dellerazze superiori; favorisce l’egoismo e pertanto lo sfruttamento economico degli esseri umani,le barriere commerciali, l’imperialismo, estrema povertà e immensa ricchezza; insistesull’importanza dei possessi materiali, dei confini e della sovranità nazionale, con le sue varieimplicazioni egoistiche; coltiva la sfiducia e l’odio ed ha condotto, dall’inizio dei tempi, aguerre crudeli e distruttrici. Oggi ha portato il mondo sull’orlo del disastro, nelle attuali miserrimecondizioni; ma gli uomini cominciano a rendersi conto che se qualcosa non cambia, ilgenere umano è già praticamente distrutto. Ma chi avvierà il mutamento necessario, dov’è laguida? Solo affrontando il problema nel suo insieme, riconoscendo e sfidando questa fondamentaleinfrazione universale, l’umanità può provocare il cambiamento indispensabile, afferrandoquesta nuova occasione, che sfocia nei giusti rapporti umani.Per quanto riguarda le minoranze, la separatività (coi suoi gravissimi effetti) agisce indoppio modo, così connessi che è quasi impossibile considerarli ad uno ad uno.Primo, è il nazionalismo, con un senso di sovranità, desideri e aspirazioni egoistiche. Nelsuo aspetto peggiore, getta i popoli l’uno contro l’altro, favorisce il senso di superiorità e portai cittadini di una nazione a ritenere se stessi e le proprie istituzioni superiori alle altrui; coltival’orgoglio di razza, di storia, di possesso, di cultura e alimenta l’arroganza, la vanagloria eil disprezzo delle altre civiltà e culture, il che è male e degenerante; favorisce anche la disposizionea sacrificare ai propri gli altrui interessi e l’errore fondamentale di non ammettere che“Dio ha fatto li uomini eguali”. Questo nazionalismo è universale e non c’è nazione che ne siaesente: è sintomo di cecità, di crudeltà, di squilibrio, cose che il genere umano paga a terribileprezzo, e che lo condurranno alla rovina se vi persisterà.C’è anche, è superfluo dirlo, un nazionalismo ideale, che è l’opposto di tutto questo: perora è solo nelle menti di pochi illuminati, non è ancora un aspetto efficiente e costruttivo diqualche nazione; è ancora un sogno, una speranza e, speriamo, una ferma intenzione. Questonazionalismo promuove giustamente la sua civiltà singola, intesa però come contributo al benegenerale, e non per auto-glorificarsi, difende la sua costituzione, il suo paese e la sua gentecon la rettitudine e la bellezza della vita, con l’altruismo degli atteggiamenti; non viola pernessun motivo i diritti altrui. Mira a perfezionare il suo modo di vita affinché tutto il mondopossa beneficiarne. È un organismo vivente, spirituale e non un’organizzazione egoistica emateriale.Secondo, la questione delle minoranze razziali. Queste costituiscono un problema a causadei rapporti con le nazioni entro o fra le quali si trovano. In gran parte è il problema dei rapportidel più debole col più forte, dei pochi con i molti, di una fede religiosa con un’altra piùpotente e dominante; è intimamente legato al fenomeno del nazionalismo, del processo storicoe dello scopo futuro. È oggi preminente e critico in ogni parte del mondo.Nel considerare questo problema cruciale (dal quale tanto dipende la pace futura delmondo), dobbiamo tenere ben lontano ogni atteggiamento nazionale e mentale, e vederlo allaluce dell’affermazione biblica secondo cui esiste “un solo Dio, Padre di tutti che è sopra tutti,34

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