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I PROBLEMI DELL'UMANITÀ - Alice Bailey

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118119120possibile la comparsa di una rettitudine ancora superiore. Non avremo altre apparizioni dellaDivinità, fino a quando non agiremo in modo più divino; non avremo “ritorno del Cristo” oafflusso di coscienza cristica finché Egli stesso non sia più desto e attivo in ogni uomo; ilPrincipe o lo Spirito della Pace non farà sentire la Sua presenza finché le intenzioni pacifichedi tutti gli uomini non avranno mutato le cose del mondo. L’unità non sarà distintiva del genereumano finché non si saranno abbattute le separazioni e rimosse le barriere fra le razze, lenazioni e le religioni.La situazione presente è mirabile, e l’occasione è rara in quanto, per la prima volta e suscala planetaria, si è coscienti del male da eliminare: ovunque si discute e si fanno progetti; cisono riunioni, congressi e comitati, dalle grandi assemblee delle Nazioni Unite fino a quelleminuscole, dei villaggi.La situazione è mirabile perché anche nelle comunità più piccole si hanno gli stessi problemipratici che ricorrono su scala mondiale: discordie in famiglia, nelle chiese, nelle comunità,nelle città, nelle nazioni, fra le razze, fra i popoli, tutte con lo stesso obiettivo e il medesimoprocesso: instaurare i giusti rapporti umani. La tecnica per realizzarli resta la stessa:l’uso della buona volontà.La buona volontà è la più semplice espressione del vero amore, e la più facile da capire;applicata ai problemi umani, fa l’intelligenza più costruttiva; dove esiste, separazioni e malintesicadono; amore e comprensione s’instaurano allora in ogni relazione umana, fra gruppi,popoli e minoranze, fra le religioni. Il vero amore applicato alla vita del nostro pianeta è forseancora molto lontano, ma la buona volontà è una possibilità attuale e una necessità ovvia.Oggi si fa un gran discorrere di buona volontà, che si nomina di continuo; s’intende applicarlain ogni campo del pensiero umano e in ogni problema, e si vuole realmente fare di essaun agente efficace per negoziare la pace e la comprensione nel mondo e per realizzare igiusti rapporti.Ciò che soprattutto occorre è una campagna immediata, sostenuta, ovunque, da tutti gliuomini di buona volontà, per interpretarne il significato, per dar evidenza al suo carattere pratico,per riunire in un gruppo mondiale efficiente e attivo tutti i volenterosi, non per creare unasuper-organizzazione, ma per convincere gli infelici, i derelitti e gli sfruttati dell’aiuto intelligenteche è possibile dar loro. Bisogna inoltre dar prova della capacità di cooperare con tutticoloro che agiscono per realizzare i giusti rapporti, dimostrare la potenza dell’opinione pubblicaviva e istruita (dagli uomini di buona volontà), sulla quale fondarsi. Così in ogni nazione,città e villaggio, emergeranno uomini idonei — comprensivi, dotati di buon senso, conoscitoridei problemi mondiali, desiderosi di diffondere lo spirito di buon volere e di radunaregli individui dalla stessa visione presenti nell’ambiente.Uomini siffatti educano. Essi non posseggono, né auspicano soluzioni miracolose, masanno che la buona volontà, specialmente se educata e congiunta alla conoscenza, costruisceun’atmosfera e un atteggiamento che rendono possibili le soluzioni. Quando s’incontrano,qualunque siano il loro partito, la nazionalità o la religione, non c’è questione che non possanorisolvere con soddisfazione delle parti. La loro opera principale è appunto di produrrequest’atmosfera e suscitare quest’atteggiamento, più che presentare soluzioni già pronte. Labuona volontà può essere presente perfino ove esiste disaccordo fondamentale fra le parti. Maquesto caso è raro. La buona volontà domina in molte discussioni dell’ONU su questioni difficilie spinose, e ciò è sempre più evidente.Non c’è ragione di credere che la diffusione della buona volontà nel mondo debba esserelenta e graduale. Può avvenire proprio il contrario, se gli uomini liberi da pregiudizi si cercherannoreciprocamente per lavorare insieme. Chi è prevenuto, il religioso fanatico, o il fervidonazionalista trovano difficile coltivare in sé la vera buona volontà. Lo possono, se si curanodel prossimo, se lo vogliono libero e se cercano di trascendere, entro se stessi, ogni separazione.Dovranno coltivare (deliberatamente) la vera buona volontà (non la tolleranza) versol’oggetto della loro prevenzione, verso l’uomo d’altra religione e la nazione o la razza chesentono antagonista o che guardano dall’alto. Una prevenzione è il primo mattone di un murodi separazione.La buona volontà è molto più diffusa di quanto si creda; ha solo bisogno di essere scoper-44

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