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I PROBLEMI DELL'UMANITÀ - Alice Bailey

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La soluzione115116117È ovvio che risolvere il problema delle minoranze significa sanare la grande eresia dellaseparatività. È immensamente difficile, non solo per le predisposizioni umane, ma anche perchénon le si può cambiare facilmente, né rapidamente. Inoltre, questo cambiamento e la distruzionedella separatività devono avvenire in un mondo pieno di sfiducia e di paura e scarsamenteconsapevole di ciò che veramente necessita, capace solo di gridare: pace, pace!Se con un atto legislativo la minoranza negra ottenesse di colpo i pieni diritti, il problemarimarrebbe, perché i cuori e le menti degli uomini non cambiano per decreto, e la soluzionesarebbe superficiale: gli Ebrei, ad esempio, hanno ottenuto quel che volevano, la Palestina, mail sentimento antisemitico, presente in ogni nazione, resta esattamente quello di prima: in piùsi ha spargimento di sangue in tutto il Medio-Oriente.Il problema è più profondo di quanto generalmente si ritenga: è insito nella natura umana,prodotto da innumerevoli secoli di crescita condizionata e di errata educazione delle masse.Le nazioni si avversano ancora nell’arena politica, e così esistono (entro le nazioni) opposizionidi partito contro partito, gruppo contro gruppo e uomo contro uomo. I savi e i lungimiranti,mossi dal buon senso altruistico, gli idealisti e gli uomini di buona volontà esistonodappertutto e in tutte le razze, e lottano per una soluzione, per una nuova struttura mondiale dilegge, di ordine e di pace, che assicurino i giusti rapporti, ma sono una piccola minoranza rispettoall’enorme moltitudine di esseri umani che popolano la terra. Il loro compito non è facilee talvolta le loro difficoltà sembrano insormontabili.Certe domande sorgono nelle menti degli uomini di buona volontà:C’è da sperare che le Grandi Potenze si comportino con altruismo verso le minori e versol’umanità in generale?La politica di violenza e l’imperialismo saranno un giorno abbandonati?Si può escogitare una politica mondiale che assicuri giustizia a tutti, grandi e piccoli?L’opinione pubblica mondiale sarà forte abbastanza, in fatto di giusti rapporti, da legarele mani degli aggressori e offrire occasioni a quelli che finora non ne hanno avute?La speranza d’instaurare un’era di giusti rapporti, tanto nell’ambito nazionale che internazionale,è un sogno impossibile, una perdita di tempo, una fantasticheria?Le rette relazioni e la parità di diritti sono uno scopo possibile, per il quale lavorare consperanza di successo?Quali sono i primi passi per promuovere i giusti tentativi e porre solide basi di buona volontà?In che modo destare l’opinione pubblica, che sproni i legislatori e gli uomini politici acompiere ovunque quanto necessario per i giusti rapporti umani?Che dovrebbero fare le minoranze per ottenere ciò che giustamente domandano, senzafomentare altri disaccordi né alimentare il fuoco dell’odio?In che modo abolire le grandi demarcazioni fra le razze, le nazioni, le comunità, sì che“un’umanità unica” sorga nell’arena del mondo?In che modo favorire il riconoscimento che ciò che è buono per la parte può esserlo ancheper il tutto?Queste, e molte altre domande, chiedono perentoriamente risposta. E questa assume laforma di un luogo comune, da tutti accettato, che purtroppo sembra banale: instaurare giustirapporti umani coltivando la buona volontà. Allora, e solo allora, avremo un mondo in pace epronto per un’era nuova e migliore. Sebbene una banalità, per lo più, sia poi una verità riconosciuta,è difficile in questo caso che gli uomini l’ammettano come fattibile. Nondimeno èuna verità, destinata a manifestarsi per tale non solo nelle menti di pochi, ma in tutto il mondo.Gli uomini cercano ansiosamente l’inaspettato e l’insolito, un miracolo, e s’attendono cheDio (qualunque cosa intendano con questo termine) agisca, liberandoli dalla responsabilità edall’azione.Non è con questi metodi che si procede; non è evitando le responsabilità che si impara. Ilmiracolo, il bello e l’imprevisto potranno manifestarsi, ma solo quando gli uomini avrannocreato l’ambiente necessario, e, con la meraviglia delle loro stesse conquiste, avranno resa43

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