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Babel 023 - Parliamo di Videogiochi

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Roberto TurriniSiamo <strong>di</strong>ventando dei vecchi baronibavosi, e come si <strong>di</strong>ce in questi casi dobbiamodare spazio ai giovani, ai belli, aicapaci, e a tutte quelle che ce la danno.<strong>Babel</strong> e quin<strong>di</strong> lieta <strong>di</strong> presentarvi LamerRotanti, l’unica rubrica a conduzione alternatache avrà lo scopo <strong>di</strong> farvi leggereopinioni one-shot provenienti sia da collaboratoriinterni che da quelli esterni. Secredete <strong>di</strong> avere qualcosa <strong>di</strong> non tropponoioso da gridare al mondo, fatecelosapere attraverso la nostra casella email(babel@parliamo<strong>di</strong>videogiochi.it); il nostroservitore Grima Vermilinguo attendefremente i vostri contributi.LAMER ROTANTIJack Black anyone?Ho una dannata voglia <strong>di</strong>giocare. sì. Voglio usciredall’ufficio, prendere lametro, rientrare a casa, liquidaremoglie e figlia, buttare ivestiti sporchi sul <strong>di</strong>vano, mettermiil pigiama, stappare unabirra fresca e attaccarmi allaconsole. In quest’or<strong>di</strong>ne preciso.Mi aspettano ed<strong>di</strong>e Riggse l’universo parossistico creatoda quel geniaccio <strong>di</strong> tim schafer.non amo il Metal, come genereintendo… né tanto menoquando è accompagnato dall’aggettivo“Heavy”. ops, mache sbadato! Ho scritto “nonamo”? Perdonate l’errore. Dovevodeclinare il verbo “amare”all'imperfetto. confesso che dagiorni il mio lettore mp3 sputabrani Heavy Metal come se piovessero.e più ne ascolto, piùne vorrei ascoltare. credo ci siaun qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abolico, inquella musica… ma non pensoche questa affermazione possarisultare particolarmente originale.Lo è, invece, Brutal Legend:un titolo <strong>di</strong> cui tuttiavrete già sentito parlare e peril quale non ho alcuna intenzione<strong>di</strong> fare nessun tipo <strong>di</strong>pensiero critico.no, dai, solo uno: “ti amoJack Black, vuoi sposarmi?”.Veniamo quin<strong>di</strong> a quello chevorrebbe essere uno spuntoper una riflessione semi seria,magari con<strong>di</strong>ta da qualchecommento smoderato. Iniziamocon un piccolo amarcord<strong>di</strong> quando ero ancora in quintaelementare: Batman per nes,privo <strong>di</strong> qualsiasi sistema <strong>di</strong>salvataggio (compresi i co<strong>di</strong>ci ala Faxanadu). ecco, io morivodalla voglia <strong>di</strong> tornare a casaper piazzarmi davanti alla tV erincominciare tutto daccapo.con il passare degli anni,quella sensazione nevrotica da“voglio giocare, voglio giocare,voglio giocare!” è andata viavia scemando, arrivando persinoa perdersi tra le innumerevolifrivolezze con le quali,scegliendo una vita da adulti, siè costretti a confrontarsi: iltempo a nostra <strong>di</strong>sposizione èsempre <strong>di</strong> meno, le responsabilitàingrassano portandoci alsovrappeso e si finisce per imbracciaremouse e/o joypadquasi più per abitu<strong>di</strong>ne, cheper un consapevole bisogno <strong>di</strong><strong>di</strong>vertimento. Un po’ come succedeagli amori non coltivati,che finiscono per cadere innoiosa routine, facendo <strong>di</strong>menticareagli amanti l’originariapassione che li aveva spintil’uno nelle braccia dell’altro.tutti noi, troppo spesso, accen<strong>di</strong>amoPc e/o console senzariflettere su quanto stiamo perfare, abituati a un uso del ludoelettronico sgravato <strong>di</strong> emozioniquali meraviglia, stuporeo curiosità. Male<strong>di</strong>zione! Io ancoraricordo l’eccitazione datamidall’odore del cellophaneche proteggeva il super nintendoregalatomi da mio padreappena uscito dalla scatola!Quelle sì che erano erezioni!Poteva esserci anche PamelaAnderson (che fa molto anni’90) ad attendermi in salotto,ma l’avrei dribblata per fiondarmi<strong>di</strong>etro alla televisione ecollegare il mio nuovo baloccoal relativo ingresso A/V. Dovesono andate quelle sensazioni?Dov’è finita la mia insaziabilesete <strong>di</strong> videogiocare?come per tutte le cose(sesso incluso), credo che lapratica <strong>di</strong> un’esperienza reiteratanel tempo preveda la per<strong>di</strong>tadell’entusiasmo iniziale. eper quanto i videogiochi sianospesso uno <strong>di</strong>verso dall’altro,sempre <strong>di</strong> pigiare i tasti sitratta. tra un po’ verrà a noiaanche la balance board, vedretese non ho ragione.Fatte queste premesse, torniamoa monte e inquadriamoBrutal Legend per quello che è:un action in terza persona graficamentepovero, con<strong>di</strong>to daelementi RPG e una spruzzatina<strong>di</strong> libertà esplorativa che fatanto GtA (achievement compresi).Però, un però grandecome una casa, non vedo l’orache siano le 18.00 per fiondarmifuori da qui e abbeverarmialla fonte schafer con ilcalice forgiato dai Double Fineche, come ci viene ricordatosul loro sito internet, sono glisviluppatori più talentuosi ebarbuti dell’intero globo terracqueo.Il motivo <strong>di</strong> tanta bontàè senza ombra <strong>di</strong> dubbio frutto<strong>di</strong> una molteplicità <strong>di</strong> fattori,dei quali, come <strong>di</strong>cevo, non hointenzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>squisire (anchese il carisma <strong>di</strong> Jack Black ètale che è praticamente impossibiletacerlo). Rimane il fattoche sono tanto elettrizzato daquanto mi manca ancora dagiocare, che sono già quasi <strong>di</strong>spiaciutoper quando arriveròai titoli <strong>di</strong> coda. ecco, è pergiochi come questo che il prossimoweek-end voglio sacrificarel’attività fisica e la puliziadei balconi; è per protagonisticome questi che voglio sequela nastro e spin-off cinematografici;è per esperienze comequeste che voglio spendere imiei sol<strong>di</strong> e rendermi tantoumile da sorbirmi tonnellate <strong>di</strong>hype, senza sentirmi preso peril culo (si può <strong>di</strong>re?).007

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