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Il caso - Ordinemedicilecce.it

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portatrice di patologia nodulare benigna della tiroide.Per tali pazienti si pongono essenzialmente due scelteche sono rappresentate dalla semplice osservazionenel tempo, o dalla cosiddetta terapia semi-soppressivacon Levotiroxina.<strong>Il</strong> razionale della terapia con Levotiroxina è quellodi ridurre il valore di Tsh a livello normale-basso, cosìda inibire la stimolazione pro-proliferativa che il Tshstesso eserc<strong>it</strong>a sulla tiroide, allo scopo di ridurre ilvolume dei noduli ed ev<strong>it</strong>arne la formazione di altri.Tale terapia risulta efficace in circa un terzo dei pazienti,nella restante parte i noduli rimangono invariati oaumentano di volume nel tempo (5). Inoltre, dati glieffetti a lungo termine che l’uso della Levotiroxina adosaggi soppressivi può eserc<strong>it</strong>are, non è indicata inetà avanzata, in presenza di osteoporosi o di malattiecardiovascolari (6).Nell’immagine si evidenzia il posizionamento di due fibre otticheall’interno del nodulo<strong>Il</strong> laser determina ipertermiadel tessuto colp<strong>it</strong>ocon denaturazione e necrosicoagulativa delle proteineUno dei problemi nella gestione dei noduli tiroideiè poi rappresentata da quei pazienti che sono portatoridi noduli di grosse dimensioni, e con c<strong>it</strong>ologia benigna.Fino a qualche tempo fa, l’opzione chirurgica eral’unica disponibile, soprattutto nei casi in cui il volumedel nodulo stesso era tale da determinare compressionesulla trachea e/o inestetismo sul collo. L’interventochirurgico comportava in questi casi l’asportazionetotale della tiroide con conseguente ipotiroidismo postchirurgicoe terapia sost<strong>it</strong>utiva a v<strong>it</strong>a con Levotiroxina.Un ulteriore elemento da prendere in considerazioneè poi rappresentato da quei pazienti che pur essendoportatori di una patologia benigna della tiroide, ecandidati ad intervento di tiroidectomia per le notevolidimensioni del nodulo, presentano un rischio operatorioelevato. Una nuova opzione terapeutica in questo tipodi pazienti è rappresentato dalla Ablazione laser percutanea(Pla).Questa tecnica, descr<strong>it</strong>ta per la prima volta da C.M. Pacella nel 2004 (7) consiste nel convogliareall’interno del tessuto nodulare un raggio laser Nd:Yagmediante fibre ottiche collocate all’interno di un agodi piccolo calibro (21 G). <strong>Il</strong> laser determina ipertermiadel tessuto colp<strong>it</strong>o con denaturazione e necrosi coagulativadelle proteine. Si possono usare da uno aquattro fibre che sviluppano un’energia variabile da1600 a 6000 Joule per fibra, alla potenza di 2-4 wattse con accorte manovre di retrazione degli aghi (pullback) è possibile distruggere fino ad un massimo di30 ml di tessuto in una singola sessione. <strong>Il</strong> posizionamentodegli aghi nei quali sono allocate le fibre otticheavviene previa anestesia locale (Foto 1).L’intervento è ambulatoriale, non necess<strong>it</strong>a di anestesiagenerale ma di semplice sedazione, che migliorala tollerabil<strong>it</strong>à e la compliance da parte del paziente.La durata della procedura è complessivamente dicirca 30-50 minuti. Al termine della stessa si somministrasteroide e.v. con funzione anti-edemigena eantinfiammatoria e ketoprofene come antidolorifico.27

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