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Catalogone Topipittori 2012

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TOPIPITTORIUNA STORIA DI TANTIA che cifra arriviamo, se sommiamo i nostri parenti più stretti, mamme, papà,fratelli, sorelle? Un libro che iniziasse con “quanti” e si interrompesse a dieci, anchea venti, sarebbe un fiasco. Quanti siamo in casa chiama “tanti”, tante persone,tante parti del corpo, tante cose, tante storie.QUANTI SIAMO IN CASAdi Isabel Minhós Martins e MadalenaMatosoCollana: AlbiAnno di pubblicazione: 2011Pagine 32 in formato 21 x 23Progetto grafico: Planeta TangerinaISBN: 978 88 89210 65 9euro 14,001Viene automatico, comunicando tra esseri umani, associarel’espressione “quanti siamo” a delle persone. Altrettanto,sovrapporre alla frase “quanti siamo in casa” argomenti chesi collocano nella sfera dell’abitare e della famiglia. Persinoquando in luogo di uomini e donne in carne e ossa, compaionoaltri elementi – oggetti, invece di soggetti –, comeavviene in copertina e quarta di copertina, sappiamo riconosceredelle identità. Prova ne sia che, se vediamo una bottigliadi vino pensiamo a degli adulti, se vediamo un biberonpensiamo a dei bambini, se vediamo degli oggetti smarritipensiamo a degli individui. Quanti siamo in casa accompagnai lettori verso un’esplorazione di superficie, attraversocui ascoltare a un grado più profondo la vita delle cose.«In casa siamo 6 teste. Ciascuna pensa alle proprie cose...Ma a volte pensano tutte alla stessa cosa. In casa siamo 78dita, 20 ditini e 20 ditoni... In tutto fanno 118 unghie che lamamma ci fa tagliare tutte le domeniche. In casa siamo...»“In casa siamo” è una formula che si ripropone identica suciascuna doppia pagina, dal principio alla fine 1 .Sempre uguale a se stessa, porta però continuamente in evidenzauna varietà di argomenti che si sviluppano a grappoli,grazie a questo tronco di testo fisso. L’effetto non è di ripetizione,bensì di rilancio. Voltare pagina è il gesto minimoche serve ai lettori a carburare il racconto, dal momento checiascuna doppia pagina inserisce un pezzo in più nell’esplorazioned’interno che stanno conducendo. A un doppio livello:quello della casa e quello di una casa nella casa, cioèil corpo umano.«In casa siamo 6 vesciche e 4 decine di metri di intestino tenuee crasso... E tutte le mattine ci mettiamo in coda per ununico bagno. In casa siamo 16 tette alcune grandi e altre piccole.E in estate le mettiamo tutte in mostra in spiaggia 2 .»Leggere il corpo attraverso le parole e le immagini di unlibro e leggere il corpo con il proprio corpo, sono due cosediverse che Quanti siamo in casa riesce a combinare a regolad’arte. Il testo e le illustrazioni di Martins e Matoso, sonoadatte a un viaggio sia scientifico, sia tattile, lungo il corpo.Esso comincia dalla testa, prosegue lungo gli arti superiorie il tronco e arriva ai piedi. Il movimento riparte da lì, adue pagine dalla fine della storia, sulle note e sui ritmi di unconcertino dove i corpi, nella loro interezza, ballano. Quantisiamo in casa porta con sé un merito alto: spostare la prospettivasu ciò che intendiamo per “animazione della lettura”,ripensare questa attività in una direzione più evoluta e menogiocosa di quanto accada mediamente sia nelle bibliotechesia nelle scuole. L’animazione di Quanti siamo in casa nonnecessita di alcuno sforzo inventivo – maledizione di tanti“animatori creativi”: basta con una mano toccarsi la testa escendere, in ascolto delle discese e delle risalite del testo, inascolto delle parti esterne e interne del proprio corpo.Un manuale di anatomia e fisiologia è concepito e studiatoin modo diverso da Quanti siamo in casa 3 .Raffrontare le qualità specifiche di queste due tipologie dilibro, mette i lettori nella condizione di intendere quali equanti modi esistono di rappresentare e raccontare il corpo.Pensiamo all’intestino disegnato dalla Matoso ispirato allecondutture di un moderno impianto idraulico, pensiamoalla serie El mapa de mi cuerpo (La mappa del mio corpo)di Genichiro Yagyu, edita fino a qualche anno fa dalla casaeditrice spagnola Media Vaca, pensiamo agli studi anatomicidi Leonardo da Vinci. Quanto si differenziano gli unidagli altri, pur desiderando ciascuno raccontare corpi?Un’altra possibilità di comparazione visiva potrebbe procederedall’accostamento di rappresentazioni naturalistichee astratte di corpi, oppure dalla contiguità di figure dicorpi neonati, corpi bambini, corpi adulti, corpi anziani.La storia dell’arte e quella della fotografia sono costellatedi questi soggetti iconografici. Le metamorfosi di cui ilcorpo è testimone, nell’arco di un ciclo di vita, sono unprocesso ben visibile in tutta la ritrattistica, i bambini neosservano i prodigi con estrema perizia anche nella realtà,quando concentrano lo sguardo sul corpo proprio e suicorpi degli altri.Quanti siamo in casa88 8923

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