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SUONO n° 500

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La forza di essere unici<br />

TTherry Massoubre al tempo della nostra<br />

prova era il marketing manager.<br />

Lo incontrammo per una breve chiacchierata<br />

sulle prospettive del marchio<br />

francese che, riletta oggi, chiarisce abbastanza<br />

le intenzioni del marchio…<br />

Alla nascita eravate una splendida<br />

start up. Ora è il momento di consolidarsi…<br />

Quello che abbiamo realizzato con<br />

il D-Premiere è qualcosa di unico<br />

ottenendo un incredibile successo<br />

con questo prodotto: per questi tre<br />

anni siamo stati sulle pagine di tutte<br />

le principali riviste, abbiamo avuto un<br />

incredibile quantità di premi (credo<br />

più di 25 riconoscimenti internazionali)<br />

e, chiaramente, in questa fascia<br />

di prezzo siamo il numero uno a livello<br />

mondiale. Ma il futuro di una<br />

società non è sostenibile con un solo<br />

prodotto !.<br />

Come società la nostra filosofia è<br />

quella di portare davvero la nostra<br />

tecnologia al massimo numero di persone:<br />

fare qualcosa di molto esclusivo<br />

e molto costoso per sole dieci persone<br />

sul pianeta non è qualcosa che ci<br />

interessa, mentre portarla a quante<br />

più persone possibile è qualcosa di<br />

cui siamo davvero lieti. Questo è esattamente<br />

lo scopo della nostra nuova<br />

gamma che, nella fascia da 5 a 23.000<br />

euro offre il suono migliore possibile<br />

e questo è quello su cui stiamo costruendo<br />

il futuro della società. Ed è<br />

stato un successo incredibile: anche<br />

se normalmente il periodo estivo è<br />

un periodo in cui nessuno vende,<br />

abbiamo venduto in tutto il mondo<br />

come matti e siamo estremamente<br />

felici! Alcuni dei migliori investitori<br />

hanno scelto Devialet: abbiamo<br />

raccolto fondi per circa 15 milioni di<br />

euro ed abbiamo gente come Bernard<br />

Arnault, l’Amministratore Delegato di<br />

Luis Vuitton, che è un investitore in<br />

Devialet. Questo è il futuro, queste<br />

sono le potenzialità della nostra<br />

società…<br />

Questo tipo di hi-fi che rompe con<br />

la tradizione e occorre contattare un<br />

tipo differente di consumatore da<br />

quello che popola le fiere di settore<br />

dove è come se si precipitasse in una<br />

sorta di era giurassica.<br />

(ride - ndr) Certo questo è vero: una<br />

tecnologia innovativa richiede un<br />

approccio totalmente diverso per<br />

l’hi-end/hi-fi ma se guardiamo i consumatori<br />

e in particolare chi acquista il<br />

Devialet, sono assolutamente audiofili!<br />

Il 99% sono audiofili, ma audiofili con<br />

un particolare approccio, persone che<br />

sono pronte ad adottare una nuova<br />

tecnologia per abbracciare un nuovo<br />

modo di utilizzare il prodotto e la riproduzione<br />

sonora. Ciò che abbiamo<br />

progettato è davvero fatto per utilizzare<br />

i file digitali, per utilizzare la musica<br />

che proviene dal computer o che si<br />

scarica o è in streaming direttamente<br />

da Internet...<br />

In termini di tecnologia c’è certamente<br />

uno “strappo” tra Devialet e<br />

gli altri costruttori e questo è vero<br />

anche per il design ma che tipo di<br />

input è stato dato per ottenere questo<br />

tipo di “originalità”?<br />

Va detto innanzitutto che all’interno<br />

dello staff Devialet ci sono persone<br />

estremamente complementari: ho<br />

incontrato nella vita molti ingegneri<br />

ma raramente persone così brillanti<br />

come Emmanuel Calmel!<br />

Anche Nardin è un ragazzo appassionato<br />

e quando ha incontrato Calmel<br />

scoprendo che stava progettando<br />

qualche cosa in campo audio, la sua<br />

passione, è scattata la scintilla! Inoltre<br />

avevamo una visione chiara di quello<br />

che volevamo e una grande esperienza<br />

nella progettazione di prodotti. Soprattutto<br />

non volevamo un rack che pesasse<br />

160 kg, di 3 metri cubi a ingombrare<br />

il salotto! Volevamo qualcosa bello da<br />

guardare, che fosse diverso.<br />

Per questo abbiamo adottato nel design<br />

un tipo di linguaggio estremamente<br />

semplice: quando si guarda un<br />

Devialet c’è un solo pulsante sulla parte<br />

anteriore e questo è tutto quello che<br />

c’è; quando si guarda il telecomando,<br />

è una sorta di piccola replica, con un<br />

solo grande pulsante centrale per il<br />

volume, tre altri tasti e il gioco è fatto.<br />

Così abbiamo voluto che il prodotto<br />

fosse estremamente semplice da<br />

utilizzare per fare da contro altare ad<br />

una struttura interna estremamente<br />

complessa in grado di garantire una<br />

quantità incredibile di possibilità: si<br />

può configurarlo nel modo che si desidera,<br />

si può realizzare un dual mono,<br />

fino a 8 o 10 canali; c’è il multiroom, il<br />

filtraggio attivo, la bi -amplificazione...<br />

Praticamente tutto! Si può fare assolutamente<br />

tutto quello che si vuole ma<br />

tutto questo dal di fuori non si vede:<br />

la complessità è nascosta, un po’ come<br />

accade con Google.<br />

Quando si va su Google con il proprio<br />

pc vi è solo una finestra in cui si digita<br />

una parola e trovare qualcosa è molto<br />

facile; quando si guarda alle spalle di<br />

Google è mostruosamente complicata.<br />

Ed è un po’ lo stesso con Devialet.<br />

e di correzione specifici per il<br />

diffusore scelto vengono poi<br />

slavati sulla classica SD che, una<br />

volta inserita nell›apparecchio<br />

trasferirà i parametri operativi.<br />

Daltronde tutte queste regolazioni<br />

devono essere scaricate su<br />

SD card per essere copiate<br />

sull’apparecchio... La presenza<br />

a bordo di una USB basata su<br />

Xmos, della presa ethernet (in<br />

precedenza entrambe non erano<br />

presenti e sostituiscono le prese<br />

HDMI che ora scompaiono) e<br />

della connessione wi-fi, fanno del<br />

Devialet, il più versatile streaming<br />

player del momento; la scelta di<br />

realizzare una architettura che<br />

rende la macchina una sorta<br />

di periferica del computer ha<br />

inoltre diminuito drasticamente<br />

le possibilità di crash, non del<br />

tutto risolte in sistemi di questo<br />

tipo. La app sviluppata dalla casa<br />

consente inoltre il controllo delle<br />

funzioni principali da apparati iOs<br />

e Android e completa le opzioni<br />

che fanno capo al 110. Da un punto<br />

di vista sonoro l’apparecchio da<br />

noi provato (110) non manifesta<br />

particolari idiosincrasie<br />

rispetto ai partner da utilizzare<br />

anche se, sorprendentemente,<br />

l’abbinamento con i Triangle<br />

utilizzati come riferimento<br />

in redazione (notoriamente<br />

caratterizzati da un carico<br />

complesso e bestia nera dei classe<br />

D) è particolarmente riuscito<br />

mentre con gli apparentemente<br />

più “facili” B&W CM 10 la sinergia<br />

è meno efficace. Comunque sia<br />

il Devialet si mostra in grado di<br />

offrire una ricostruzione della<br />

scena sonora salda e ferma,<br />

indipendentemente dal livello<br />

di volume utilizzato, anche<br />

se a alti livelli si avverte un<br />

leggero aumento della grana<br />

del programma e la scansione<br />

dei piani sonori è, per così<br />

dire, “inusuale”. Le gamme<br />

medio bassa e bassa risultano<br />

sufficientemente scolpite con<br />

un basso leggero, non esile ma<br />

nemmeno particolarmente<br />

enfatizzato, esteso e ben scolpito<br />

e a fuoco; la gamma media risulta<br />

estremamente piacevole e non<br />

invadente mentre le voci risultano<br />

vivide e ben riprodotte. In gamma<br />

alta, infine, il suono risulta appena<br />

un po’ velato con un effetto<br />

contraddittorio: sembrerebbe<br />

144 <strong>SUONO</strong> settembre 2015

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