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inside<br />
di Franco Vassia<br />
La miscela<br />
del Generatore<br />
Peter Hammill, alchimista e mago dei Van der Graaf<br />
Generator è stato, insieme a Peter Gabriel e a pochi altri,<br />
una delle icone dorate di tutto il reame progressivo, sin<br />
dai loro primi vagiti fino alla fine degli anni ’60. Nella<br />
modernità del loro atteggiamento artistico siamo andati a<br />
prendere una bella e attuale intervista del 2000, parallela<br />
alla pubblicazione del cofanetto The Box dei VdGG.<br />
Nell’incontrare Peter Hammill è ancora possibile avvertire il<br />
profumo della sua epoca; chiunque abbia vissuto in quegli<br />
anni porta ancora addosso i segni delle scottature del fuoco<br />
sacro e nelle narici l’odore aspro e greve di quella miscela esplosiva che<br />
gonfiava di pressione la pancia del generatore Van Der Graaf. Gran parte<br />
del rock e della letteratura a venire avrebbero dovuto fare i conti con<br />
lui, con questa figura diafana e sottile, con la sua voce e il suo timbro<br />
carismatico, una sorta di mistura che sembra essere stata filtrata da<br />
Roger Chapman e Tim Buckley.<br />
Credo che, insieme ai Genesis, i Van der Graaf Generator<br />
siano stati una delle band che hanno segnato maggiormente<br />
quell’epoca. Mentre i Genesis ricucivano la musica classica<br />
con il rock voi potevate disporre di una struttura più devastante,<br />
più nervosa...<br />
Sicuramente più nervosa, sì...<br />
... più jazzata. Due componenti che si sposavano molto bene<br />
e che hanno segnato tutto quello che poi è stato il rock a venire.<br />
Cosa ne diresti di cominciare proprio dal Generatore?<br />
Certo! Questa volta posso voltarmi indietro e fare un discorso più ampio<br />
sui Van der Graaf Generator perché ho fatto il remastering di The Box<br />
52 <strong>SUONO</strong> settembre 2015