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HI-END RELOADED<br />
Il potere del brand<br />
È capitato a tutti, anche a chi scrive: siamo tutti “fashion victim”… Nelle<br />
Marche sono raggruppati i migliori artigiani nella produzione di calzature;<br />
quasi tutti producono per terzi e uno di questi, in attività da 50 anni, in<br />
passato realizzava diversi modelli dell’inglese Church’s, oltre a promuovere<br />
direttamente il suo marchio. Benché queste ultime siano identiche a quelle<br />
griffate, indossare questa o quella non è la stessa cosa!<br />
posso nemmeno ascoltare qualcuno che ti apostrofa con il refrain<br />
tanto caro un tempo – “non ti preoccupare di come è fatto<br />
ma ascoltalo e basta” – senza sentir salire dentro il desiderio di<br />
partire di capoccia. Mi preoccupo, invece! È cosa buona e giusta,<br />
perché esiste una relazione di causa-effetto, perché nessuno ha<br />
la bacchetta magica, perché stupirvi con effetti speciali è il primo<br />
passo verso una deriva incontinente.<br />
Comunque sia, al tempo questa cesura drastica con gli archetipi<br />
del passato e con i pionieri di un tempo (l’ing. Bertazzoni, Gilberto<br />
Gaudi, Emilio Baruffi, nomi per molti mai sentiti – e molti<br />
me li sono dimenticati), diede vita a un’effervescenza e a uno<br />
stravolgimento di archetipi enorme, contribuendo a un periodo<br />
particolarmente fertile e di successo dell’alta fedeltà. Seminò,<br />
però, anche i germi della deriva che ci ha portato a un punto di<br />
non ritorno o (preferisco vedere le cose in modo positivo) a un<br />
nuovo punto di partenza.<br />
Una ripartenza in stile zemaniano? Se questo nuovo trampolino<br />
per spiccare il volo potrà funzionare dipenderà anche in gran<br />
parte dal fatto che finalmente quel selvaggio Far West riesca a<br />
darsi delle regole più certe e rassicuranti, elemento indispensabile<br />
per affrontare tempi nuovi, esigenze nuove e un portato di<br />
Ricordo ancora lo sgomento (venivo dall’operosa ed efficiente<br />
“Milano da bere”, dove mi ero formato come giornalista specializzato)<br />
nell’affrontare una situazione del tutto nuova e “irrituale”<br />
come quella dei personaggi a cui dedicavo quella visita: uno<br />
vendeva direttamente da casa (“O babbo, e c’è un giornalista”,<br />
si rivolse al padre urlando la figlia, dandomi il benvenuto nello<br />
sperduto casale in cui un dopolavorista si occupava di prodotti<br />
oggi altisonanti); l’altro operava da un negozio si nel centro di<br />
una importante cittadina, ma dove evidenti erano le tracce di<br />
muffa, tali da irritare la delicata carotide del cittadino milanese<br />
di penna munito…<br />
Titolai “Il Far West dell’Hi-Fi” o giù di lì (oggi, a oltre 30 anni<br />
di distanza, non lo ricordo... ), anche se poi, nel tempo, molti<br />
di quei “soggetti” divennero amici o buoni conoscenti… Erano<br />
i prodromi del mercato “esoterico” o dell’Hi-end, come poi con<br />
l’andare del tempo si sarebbe chiamato; non esisteva ancora il<br />
GEI Hi-Fi (Gruppo Esoterico Italiano) che avrebbe animato il<br />
SIM, men che meno il Top Audio... Quel manipolo di pazzi, in<br />
realtà, era anche composto da pionieri che, aggirandosi attraverso<br />
nuovi orizzonti, nuovi marchi, nuovi modi di giudicarli, avrebbero<br />
fatto conoscere un modo di fruire la riproduzione musicale<br />
radicalmente differente: basti pensare che a quei tempi le prove<br />
di <strong>SUONO</strong> non prevedevano una sezione dedicata all’ascolto e<br />
una buona o cattiva valutazione dipendeva in gran parte da uno<br />
zero in più o in meno alle misure! Ad alcuni di loro si deve l’onore<br />
di aver ampliato gli orizzonti del settore, ad altri (in parte<br />
a tutti insieme) l’onere di aver generato, nelle forme deviate di<br />
una eccessiva soggettività, dei veri e propri mostri; oggi non<br />
Nat Lab: risorse (quasi) illimitate!<br />
Philips Natuurkundig Laboratorium, più semplicemente Nat Lab: è la sezione<br />
olandese del centro ricerche della grande multinazionale europea<br />
nata nei primi anni dello scorso secolo, destinata alla ricerca pura (oltre<br />
600, al tempo, i ricercatori impiegati). A chi scrive capitò l’onore di utilizzare<br />
in assoluta anteprima un “oggetto per la localizzazione” (do you<br />
know Gps?) molti anni prima della sua introduzione e del successo sul<br />
mercato. La macchina su cui era montato veniva seguita da un furgoncino<br />
stracarico di apparecchiature elettroniche necessario a farlo funzionare,<br />
poi miniaturizzate nello spazio di un palmare! In campo audio molti hanno<br />
usufruito degli aspetti più estremi della ricerca del Nat Lab (esempio<br />
tipico, la Micromega di qualche tempo fa… ). Da questi laboratori è uscito<br />
il progetto del compact disc!<br />
<strong>SUONO</strong> settembre 2015 17