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IColori<br />
del<strong>SUONO</strong><br />
GANG LA DISCOGRAFIA<br />
e cenere. Supera ogni stile,<br />
i riferimenti non reggono il<br />
confronto, sfugge a qualsiasi<br />
classificazione. È molto narrativo,<br />
più epica che poesia, ma<br />
soprattutto il suono t’incanta<br />
ed è, più di ogni altra cosa, un<br />
disco di musica Italiana degli<br />
anni ’90, quando in Italia imperversava<br />
la scena rap. Una<br />
volta Ronchi, assessore alla<br />
cultura di Bologna, paragonò<br />
questo lavoro a quando Dylan<br />
incise John Wesley Harding:<br />
mentre tutti sommavano e si<br />
davano alla psichedelia, lui<br />
fece questo disco sottraendo<br />
al massimo, lo incise con batteria,<br />
basso, chitarra acustica<br />
e armonica… significava andare<br />
controcorrente, quindi<br />
risalire il fiume, andare verso<br />
la sorgente, l’inizio! Tornare a<br />
casa! Lo strumentale Il ritorno<br />
chiude disco e trilogia, iniziata<br />
con Esilio. Comunque fu un disco<br />
che critica e pubblico non<br />
accettarono volentieri. Peggio<br />
per loro: La pianura dei 7 fratelli<br />
vale ancora oggi tutto il<br />
disco, questo significa aver saputo<br />
tenere il passo nonostante<br />
le diffidenze, le difficoltà e le<br />
incomprensioni del momento.<br />
Fuori Dal Controllo (1997)<br />
Un disco sbagliato su tutta la<br />
linea dal punto di vista della<br />
realizzazione. Un album che<br />
subisce l’influenza della casa<br />
discografica e del pensiero<br />
egemone del rock italiano, rappresentato<br />
dal prodotto Wea<br />
allora dominante sul mercato:<br />
Ligabue. Viene realizzato nello<br />
stesso studio e con il produttore<br />
che per anni ha lavorato<br />
a quel sound di riferimento...<br />
Gianfranco Fornaciari, ottimo<br />
musicista e arrangiatore ma<br />
che non riuscì a portare il disco<br />
fuori da quella palude. Ci sono<br />
gran belle canzoni, a cominciare<br />
da Giorni o Chi ha ucciso<br />
Ilaria Alpi, che troveranno una<br />
sorta di rinascita nelle versioni<br />
live. Comunque sia, dopo anni<br />
di camicie a scacchi è il ritorno<br />
al vecchio giubbotto di pelle,<br />
più chiaro di così...<br />
Controverso (2000)<br />
Opera fatta in casa, lontani da<br />
ogni ingerenza della casa discografica,<br />
cucita su misura per<br />
un nuovo gruppo; stavolta non<br />
ci sono turnisti ma suono da<br />
garage, da sala prove, alla ricerca<br />
del nostro modo di vivere<br />
il Rock ‘n’ Roll. La fine di un<br />
decennio di case discografiche,<br />
di manager, di agenzie, di un<br />
mondo che è succube del mercato<br />
e del profitto, l’inizio di<br />
nuovi territori, di grandi cavalcate<br />
nella prateria... la libertà<br />
tanto sospirata e, finalmente,<br />
riconquistata! Con Controverso<br />
si ricomincia. Paz, dedicata<br />
al disegnatore Andrea Pazienza,<br />
scomparso nel 1988, è la<br />
canzone che brilla più delle<br />
altre ancora oggi (anche se io<br />
trovo meravigliosa l’intensità<br />
avvolgente, letteraria e musicale,<br />
della ballata Dopo come<br />
primavere, ndr.).<br />
Controverso: il documentario<br />
Il documentario, opera del regista Fulvio Gibellini, ripercorre la storia dei Gang,<br />
davvero un viaggio epico che, dopo i primi LP autoprodotti, li ha visti diventare<br />
una delle realtà più importanti della musica italiana e che ora, fedeli alla loro<br />
identità, li ha riportati “a casa”, in una dimensione più “umana”, a prodursi di<br />
nuovo i dischi da soli. Due le interviste a Marino, voce e volto del gruppo; molti<br />
gli interventi di chi ha percorso e condiviso una parte di strada e di vita con<br />
i Gang. Molte le canzoni live registrate appositamente per il documentario.<br />
Nel DVD ci sono anche venti minuti di inserti speciali e le foto del backstage.<br />
“I Gang”, ribadisce Marino “sono per noi una scommessa vinta: abbiamo iniziato<br />
per gioco, per emulazione, per portare un pezzo della bandiera dei Clash. Abbiamo<br />
fatto tante amicizie in giro per l’Italia e abbiamo passato una parte della nostra<br />
vita nel modo in cui volevamo che fosse”. Interessante il sito di Gibellini (www.<br />
ferrucciogibellini.it), che parla anche delle sue altre iniziative culturali, dove<br />
si può ordinare il documentario, 10 euro, spedizione inclusa.<br />
Su un’isola deserta con Marino<br />
In un’isola deserta si presuppone che non ci sia corrente elettrica, quindi<br />
l’unica cosa che porterei è la mia chitarra acustica Yairii 11 corde e con quella<br />
suonerei le canzoni che mi va di cantare... Quali? dipende dalla giornata, da<br />
come te la senti e te la passi. Comunque, se così non fosse, la mia lista sarebbe:<br />
1) Clash: Sandinista<br />
2) Bob Dylan: Blonde On Blonde<br />
3) Creedence Clearwater Revival: Pendulum<br />
4) WHO: The Kids Are Allright<br />
5) U2: Joshua Tree<br />
6) Elvis Presley: Elvis In Concert<br />
7) Pearl Jam: No Code<br />
8) una raccolta di classici Rock ‘n’ Roll<br />
9) una raccolta di classici Rhythm ‘n’ Blues e Soul<br />
e un best dei Gang ancora da registrare...<br />
<strong>SUONO</strong> settembre 2015 81