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MUSEO CHIERICI

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ETÁ DEL FERRO III PERIODO O ETÁ ROMANA<br />

In terreni schietti<br />

Sportello n° 45<br />

Nella serie espositiva dedicata alla tarda Età del<br />

ferro e soprattutto all’Età romana Chierici distingue<br />

i materiali rinvenuti in “terreni schietti”, che<br />

restituiscono cioè oggetti pertinenti ad una unica<br />

fase culturale. Ancora una volta i reperti sono<br />

divisi per tipologie. Le provenienze sono diverse,<br />

con una certa prevalenza di materiali dalla Brescello<br />

romana.<br />

Ottenuta la collaborazione dell’Amministrazione<br />

comunale di Brescello, Chierici poté avviarvi i primi<br />

interventi di archeologia pianificata nel territorio<br />

provinciale reggiano. Sin dal 1862, anno di<br />

fondazione del Gabinetto di Antichità Patrie, rispondendo<br />

ad un appello di Chierici, il sindaco<br />

Massimiliano Borettini, presi i necessari contatti<br />

con Prospero Balestri, promuoveva ricerche sistematiche<br />

nella Motta a sud del paese (Motta<br />

Balestri), affidandone la conduzione ad Albino<br />

Umiltà, funzionario di pubblica sicurezza e stretto<br />

collaboratore di Chierici. Alla Motta Balestri<br />

Umiltà rinvenne un insediamento dell’Età del<br />

bronzo e i resti di un edificio rustico con impianti<br />

produttivi del I secolo a.C./I secolo d.C. I materiali<br />

ceramici esposti in questa vetrina provengono<br />

in parte da questo insediamento. Ad esso si riferiscono<br />

anche i due plastici di fornaci romane<br />

esposti sul fondo della vetrina.<br />

1 Raccolta di lucerne in<br />

larga parte provviste di<br />

marchio di fabbrica, talvolta<br />

anche con figurazioni sul<br />

disco<br />

2 Plastici di due fornaci<br />

romane, rinvenute<br />

affiancate alla Motta<br />

Balestri, distanti l’una<br />

dall’altra m 3,50. La prima,<br />

a tre archi, con base<br />

quadrata, misurava m 4,50<br />

su ogni lato ed era fornita<br />

di praefurnium a volta,<br />

lungo m 1,80. La seconda<br />

differiva dalla precedente<br />

per essere dotata di un<br />

solo arco. Sembra che le<br />

produzioni delle due fornaci<br />

non fossero destinate<br />

esclusivamente al fondo nel<br />

quale erano state costruite,<br />

ma fossero diffuse ad ampio<br />

raggio. Sembra anche<br />

che i due impianti fossero<br />

specializzati, uno nella<br />

cottura di vasellame, l’altra<br />

di laterizi da costruzione<br />

1<br />

2<br />

2<br />

per saperne di più<br />

M.C. GUALANDI GENITO, Cultura materiale dell’Emilia Romagna: un’indagine interpretativa<br />

sulla presenza di fornaci e officine ceramiche di età romana, in Studi sulla città antica, Roma<br />

1983, p. 481

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