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MUSEO CHIERICI

12_02_Libretto-Chierici-Definitivo-per-web-caricato

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ETÁ DEL BRONZO<br />

Sportello n° 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24<br />

Questa serie di sette sportelli, chiaramente<br />

dell’età del bronzo, fu forse attribuita, per errore,<br />

al periodo di transizione dal Cartocci, lo scrivano<br />

che redasse il catalogo dopo la morte del Chierici.<br />

Al loro interno troviamo una enorme quantità<br />

di reperti rinvenuti sia nelle numerose marniere<br />

attive sulle terramare del reggiano che dei territori<br />

limitrofi, sia negli scavi scientifici condotti<br />

dal Chierici in numerosi siti. Nello sportello 18<br />

abbondano i resti degli animali di cui si cibavano<br />

i terramaricoli e sul fondo è conservato un modellino<br />

di terramara.<br />

Nel 19 sono esposti tutti gli oggetti di pietra:<br />

forme fusorie, pesi, macine, macinelli, martelli,<br />

ecc.<br />

Nel 20, 21, 22 e 23 troviamo una rassegna molto<br />

articolata di tutto il repertorio ceramico rinvenibile<br />

nei siti dell’età del bronzo di cultura terramaricola.<br />

Dai recipienti da mensa, a quelli da<br />

cucina, per arrivare ai dolii impiegati per la conservazione<br />

delle derrate.<br />

Nel 24 tutti gli altri oggetti di osso e corno: punte,<br />

cuspidi di freccia, manici di lesina, pettini, bottoni,<br />

rotelle, spatole, ecc., ma anche segmenti di<br />

corno in fase di lavorazione.<br />

1 Palco di cervo adulto<br />

2 Corno di capriolo<br />

3 Cranio di suide, allora<br />

definito Suis palustris<br />

4 Difesa di cinghiale da<br />

Campegine<br />

5 Cranio di cane. Si tratta<br />

proprio del cranio che fu<br />

studiato da Pellegrino<br />

Strobel e che fu definito<br />

Canis Spalletis, in onore del<br />

Conte Spalletti, proprietario<br />

della marniera di Bagno,<br />

dove l’esemplare fu<br />

rinvenuto<br />

6 Carapace di tartaruga<br />

7 Modellino di terramara<br />

realizzato con argilla, vetro e<br />

muschio. Con esso il Chierici<br />

volle quasi certamente<br />

rappresentare la terramara<br />

del Monte di Montecchio<br />

che ancor oggi è visibile in<br />

foto aerea e che corrisponde<br />

perfettamente al modello.<br />

Unico errore la presenza<br />

dell’acqua all’interno del<br />

sito, ma, come sappiamo,<br />

il Chierici considerava le<br />

terramare delle palafitte<br />

costruite in un bacino<br />

artificialmente allagato<br />

1<br />

4<br />

5<br />

3<br />

2<br />

6<br />

7

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