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MUSEO CHIERICI

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REGIONE TRANSPADANA<br />

Sportello n° 55<br />

1<br />

Con l’intento di offrire al visitatore utili raffronti<br />

con la realtà archeologica reggiana, Chierici cercava<br />

di procurarsi contesti archeologici di altre<br />

regioni. È con questo scopo che giunse a finanziare<br />

le ricerche di Pompeo Castelfranco, da lui<br />

definito “il polo settentrionale della paletnologia<br />

italiana”, per poter assicurare al museo una tomba<br />

per ciascuno dei periodi in cui veniva suddivisa<br />

la cultura di Golasecca (riconducibile ai Celti<br />

transpadani), la più antica delle quali gli sembrava<br />

del tutto analoga ad una di Bismantova.<br />

Nel suo panorama archeologico dell’Italia antica<br />

non poteva mancare documentazione delle Venezie,<br />

rappresentate da materiali riconducibili<br />

a sepolcri dell’Età del ferro di Este. E neppure<br />

Gorizia, a quei tempi ancora terra irredenta, da<br />

cui provengono asce ad occhio della “fonderia”<br />

di S. Pietro. Fra i materiali pertinenti alla cultura<br />

di Golasecca si segnala un corredo da Castelletto<br />

Ticino del Golasecca I C (VII secolo a.C.), di cui<br />

fanno parte un’urna con decorazione a denti di<br />

lupo incisi e uno spillone in bronzo con capocchia<br />

a globetti. Nel palchetto inferiore sono esposti<br />

i reperti, sia autentici, sia falsi, che Stefano De<br />

Stefani, archeologo veronese, stava riportando<br />

in luce nei pressi di S. Anna d’Alfaedo (VR) e in<br />

parte acquistava dagli operai che lavoravano sugli<br />

scavi e che approfittarono della sua ingenuità.<br />

Il Chierici, in questo frangente, fu altrettanto ingenuo<br />

e pertanto si dichiarò convinto della buona<br />

fede dell’amico, nonostante Gabriel de Mortillet,<br />

direttore del Museo di St. German en Laye a Parigi<br />

si fosse pronunciato negativamente in merito.<br />

1 Corredi funerari da<br />

Castelletto Ticino, pertinenti<br />

alla cultura di Golasecca<br />

2 Materiali da Este e da<br />

Gorizia<br />

3 Frammenti di asce in<br />

bronzo ad occhio dalla<br />

fonderia” di S. Pietro a<br />

Gorizia<br />

4 Manufatti di tipologia<br />

“campignanoide” da S. Anna<br />

d’Alfaedo. Gli oggetti di<br />

questo tipo noto soprattutto<br />

nel veronese e in Gargano<br />

sembrano essere collegati<br />

al disboscamento e<br />

all’estrazione della selce<br />

5 Alcune cuspidi di freccia<br />

false<br />

6 Calco di un’enorme<br />

cuspide di freccia,<br />

evidentemente falsa, dal De<br />

Stefani dichiarata provenire<br />

dalla Grotta dell’Orso di<br />

Breonio (VR)<br />

4<br />

5<br />

1<br />

2<br />

3<br />

per saperne di più<br />

P. MAGNANI, a cura di, G. <strong>CHIERICI</strong>, Epistolario, Felina 2010, pp. 133-148<br />

6

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