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LA NECROPOLI DELL´ETÁ DEL RAME<br />
DI REMEDELLO SOTTO (BS)<br />
La necropoli fu scoperta casualmente durante<br />
l´impianto di un vigneto. Le trincee degli scassi<br />
intaccarono e distrussero 62 tombe. Solo allora<br />
intervennero due storici locali (Bonati e Terzi)<br />
recuperando quanto poterono, dei corredi, dagli<br />
operai.<br />
Nel 1885 Giovanni Bandieri, allora abitante nella<br />
vicina Asola, e don Luigi Ruzzenenti, parroco di<br />
quel paese, per conto del Chierici, iniziarono gli<br />
scavi durati dal 10 marzo al 4 aprile e poi ripresi<br />
in settembre per terminare in dicembre.<br />
Purtroppo questa seconda campagna di scavi fu<br />
fatale al Chierici che, impaziente di trovare conferma<br />
alle sue teorie, volle essere presente nonostante<br />
la rigida stagione: si ammalò e nel gennaio<br />
1886 passò a miglior vita.<br />
Lo scavo fu concluso dal Ruzzenenti fra gennaio<br />
e marzo di quell´anno.<br />
Le tombe stavano su due distinti dossi definiti<br />
“Riparto sud" e “Riparto nord”, solo alcune risultarono<br />
esterne a questi presunti tumuli funerari.<br />
Tutti i reperti della necropoli sono oggi custoditi al<br />
Museo di Reggio Emilia, fatta eccezione per una<br />
tomba che il Chierici inviò a Roma e per le quattro<br />
trovate nel 1886 dal Ruzzenenti, due finite al Museo<br />
di Brescia e due al Museo di Viadana.<br />
Fu proprio la necropoli di Remedello che consentì<br />
al Chierici di definire, negli ultimi mesi di vita,<br />
quel nuovo periodo preistorico che da qualche<br />
anno aveva intravisto e chiamò Eneolitico, periodo<br />
oggi noto come Età del rame.