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aveva promulgato il Typos, documento<br />
in difesa del monotelismo<br />
(dottrina che affermava un’unica<br />
volontà, sia umana che divina, del<br />
Cristo) propugnata dalla Chiesa<br />
d’Oriente ma avversata dal Papa,<br />
il quale convocò il Concilio<br />
Lateranense che condannò come<br />
eretici tutti gli scritti monoteliti e<br />
scomunicò i monotelisti.<br />
Questo intervento suscitò la reazione<br />
dell’Imperatore, culminata<br />
con l’attentato. Ma il sicario non<br />
riuscì nella sua impresa. Al momento<br />
di ricevere la comunione<br />
dal Papa, estrasse il pugnale ma<br />
venne colto da improvvisa cecità<br />
e non riuscì a colpire il bersaglio.<br />
L’evento straordinario convinse<br />
Olimpio che Dio aveva protetto<br />
Martino e abbandonò il delittuoso<br />
progetto.<br />
Il secondo episodio accadde durante<br />
la messa di Natale del 1075,<br />
quando il prefetto Cencio fece<br />
irruzione nella Basilica e, giunto<br />
all’altare, ferì l’allora pontefice<br />
Gregorio VII e lo rapì, rinchiudendolo<br />
in una torre vicino al<br />
Pantheon. Inseguito dal popolo<br />
inferocito, Cencio fu costretto a<br />
chiedere perdono al Papa, che<br />
fece ritorno a Santa Maria Maggiore<br />
per riprendere la messa.<br />
La Porta Magica<br />
Poco distante da Piazza Santa<br />
Maria Maggiore, nel quartiere<br />
Esquilino, s’incontra un’altra porta<br />
particolarmente interessante: la<br />
Porta Magica di Piazza Vittorio. È<br />
quanto rimane di Villa Palombara,<br />
fatta costruire tra il 1655 e il 1680<br />
da Massimiliano Palombara, marchese<br />
di Pietraforte, e abbattuta<br />
nel 1873 per far spazio all’Esquilino,<br />
quando Roma divenne capitale<br />
d’Italia.<br />
La porta, ricomposta, fu sistemata<br />
dove si trova ora, in un’area<br />
recintata all’interno della Piazza.<br />
Ai due lati furono sistemate due<br />
statue, che sembra montino la<br />
guardia. Sull’architrave e sugli stipiti<br />
vi sono simboli e motti alchemici,<br />
mentre sul frontone c’è una<br />
circonferenza intorno alla quale è<br />
riprodotta una frase latina, che in<br />
italiano suona così: ”Tre son le cose<br />
mirabili; Dio e uomo, Madre e vergine,<br />
trino e uno”. All’interno vi è<br />
un Sigillo di Salomone, composto<br />
da due triangoli equilateri incrociati<br />
a formare una stella, al quale<br />
è sovrapposta una croce che sormonta<br />
un ulteriore cerchio con<br />
un punto centrale, che potrebbe<br />
rappresentare il simbolo alchemico<br />
del sole e quindi dell’oro. Intorno<br />
a questa cornice circolare<br />
c’è una iscrizione: ”Il centro nel trigono<br />
del centro”.<br />
L’architrave riporta una invocazione<br />
in lingua ebraica, Spirito<br />
Divino, e una in latino, Il drago<br />
esperio custodisce l’ingresso del<br />
magico giardino e, senza volontà<br />
di Ercole, Giasone non potrebbe<br />
gustare le delizie della Colchide.<br />
Si tratta di scritte presumibilmente<br />
a carattere alchemico,<br />
come quelle riportate sugli stipiti<br />
e come i simboli che le accompagnano.<br />
Certamente si tratta di<br />
iscrizioni e disegni di non facile<br />
interpretazione, che ancora oggi<br />
non sono stati definitivamente<br />
spiegati.<br />
Il marchese Palombara era uomo<br />
colto, poeta manierista e alchimista;<br />
come tale raccontò la sua<br />
esperienza nel manoscritto La<br />
Bugia. In origine la porta era l’ingresso<br />
di una dépendance della<br />
villa, dove egli aveva fatto allestire<br />
un laboratorio alchemico. La villa<br />
era frequentata da studiosi di<br />
astrologia, intellettuali e alchimisti<br />
dell’epoca; fra loro la regina Cri-<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15