fitochimici specifici per il cervello, una varietà di antiossidanti, minerali, aminoacidi, vitamine, enzimi, ecc. Il crudismo però non è solo una scelta dietetica, ma una filosofia, uno stile di vita. Nasce dal desiderio di stabilire un diverso rapporto col cibo e di contribuire a un modello di produzione e alimentazione ritenuto più sano per l’individuo e più sostenibile per il pianeta. Molti spiegano questa scelta, oltre che per motivi di salute e di benessere fisico, anche come un modo di riconnettersi con la Madre Terra e con i suoi ritmi, ritrovando equilibrio e serenità. Spesso gli individui diventano prima vegetariani, quindi vegani e infine crudisti. Mangiando cibo crudo, quindi vivo, si migliora su ogni piano: fisico, mentale, emotivo e spirituale. Le antiche culture, come quelle dei Maya, degli Incas, degli Egizi, degli Indiani, avevano individuato una relazione tra cibo, bellezza, spiritualità e saggezza. Tenevano l’agricoltura in grande considerazione, non solo perché frutta e verdura sfamavano il popolo ma perché avevano proprietà curative ed erano ritenute sacre. Per quanto riguarda le tecniche di lavorazione è esclusa la cottura; si possono assumere i cibi a pezzi, oppure sotto forma di centrifugati, frullati, purea e succhi. Sono consentite la disidratazione, la germinazione e la marinatura. L’essiccamento è ammesso purché non si superino i 42°. I crudisti sostengono infatti che la cottura dei cibi fa perdere la maggior parte delle sostanze nutritive, tra cui gli enzimi che aiutano la digestione. Medici e dietologi contrari alla dieta crudista motivano la loro posizione col fatto che per individui non più giovanissimi, o con un sistema immunitario non più efficiente, mangiare crudo non è molto indicato. Il cibo crudo - dicono - è ricco di microrganismi sia buoni che cattivi e questo permette di tenere allenato un sistema immunitario sano, efficiente e reattivo, ma può impegnare troppo un sistema immunitario compromesso da epatiti, mononucleosi, stafilococchi, tbc, ecc., che lasciano sempre il segno anche quando si guarisce dall’infezione. Lo stesso vale per i pazienti immunodepressi, come i soggetti affetti da AIDS o i chemioterapizzati. Sostengono che in natura esistono cibi che diventano più sani quando vengono cotti: cuocere verdure di colore rosso (ad esempio il pomodoro) porta alla formazione del licopene e di altri carotenoidi che rafforzano il sistema immunitario, combattendo il cancro e abbassando il rischio di malattie cardiache. Ci sono poi dei vantaggi che derivano dalla cottura dei cibi, consistenti in una maggiore appetibilità, digeribilità, salubrità e igienicità (la cottura elimina moltissimi microrganismo patogeni). Per chi si approccia all’alimentazione crudista si può solo consigliare di non essere estremi. Il crudismo non è una setta, né una religione; non è una scelta o tutto o niente. La cosa più semplice da fare è iniziare a sperimentare questa scelta alimentare, alla velocità che si preferisce e nella percentuale che si vuole; poi se ci si sentirà più felici, più vitali si potrà scegliere di progredire. 52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>
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