Orizzonte Magazine n°2 Febbraio 2016

U
n’antica leggenda romana
racconta che
nelle notti di luna piena,
quando il ponentino
romano soffia leggero, sfiorando
le case e frusciando fra gli
alberi, il fantasma di una fanciulla
sedicenne vaghi sul lungotevere,
passeggiando fino a Ponte
Sant’Angelo e portando con sé il
capo decapitato. Si tratta di Beatrice
Cenci, una donna fiera e
coraggiosa, che ha pagato con la
vita il tentativo di rendersi libera
dalla violenza del padre.
È il 6 febbraio 1577 quando la
piccola Beatrice viene al mondo. I
suoi genitori, Francesco ed Ersilia
Santacroce, appartengono ad
una delle famiglie più facoltose
della Roma dell’epoca,
per cui tutto farebbe
presagire in
un futur
o
roseo e ricco di successi per la
piccola neonata, purtroppo il destino
ha in serbo per lei una storia
ben più triste e dolorosa.
Francesco Santacroce è, infatti,
un uomo violento e senza scrupoli.
Accusato di aver molestato
e sodomizzato i figli minorenni di
un rigattiere, di essere ricorso alla
corruzione pur di salvaguardare il
patrimonio di famiglia, quando rimane
vedovo, nel 1584, decide di
affidare i suoi cinque figli (in realtà
ne aveva avuti dodici dalla moglie,
ma solo cinque erano sopravvissuti)
a vari enti e strutture.
Così Beatrice, che all’epoca aveva
undici anni, e la sorella Antonia,
poco più grande di lei, vengono
accolte come educande nel
Monastero della Santa Croce a
Montecitorio e qui rimangono
per i successivi otto anni. Contrariamente
a quanto si potrebbe
pensare, questo è l’unico periodo
felice per le due fanciulle, fino a
quel momento soggette, anch’esse
come i figli del negoziante,
alle violenze domestiche
da parte del padre.
Così quando
le
Orizzonte Magazine • 7