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proprio ai più giovani, «al futuro del<strong>la</strong> comunità e ai valori che lo sport<br />
rappresenta. Ringrazio <strong>la</strong> società che ha donato a Signa questo bellissimo<br />
spazio, dopo averci dato <strong>la</strong> soddisfazione del<strong>la</strong> permanenza<br />
del<strong>la</strong> squadra in Eccellenza. Il Comune ha dimostrato di credere in<br />
questa operazione e continuerà a farlo».<br />
«Sono partico<strong>la</strong>rmente emozionata - ha commentato Marinel<strong>la</strong><br />
Fossi - perché <strong>la</strong> giornata di oggi segna il coronamento di un sogno,<br />
un progetto iniziato sette anni fa che ha visto <strong>la</strong>vorare in sinergia<br />
l’amministrazione comunale, <strong>la</strong> società sportiva e un grande gruppo<br />
di volontari».<br />
«Beppe Bonardi - ha commentato Eugenio Giani - rappresenta perfettamente<br />
i valori autentici dello sport a cui si dovrebbe tendere.<br />
Quando mi ha raccontato <strong>la</strong> storia di Puskás ho colto subito il legame<br />
con <strong>la</strong> straordinaria storia di libertà che è quel<strong>la</strong> dell’Ungheria.<br />
Puskás aveva trovato un approdo nel calore del<strong>la</strong> famiglia Bonardi e<br />
aveva riconosciuto lo stesso calore in quel<strong>la</strong> Fiorentina d’altri tempi<br />
di cui oggi abbiamo qui rappresentanti come Hamrin, Pandolfini e<br />
Piero Gonfiantini.<br />
«Oggi, il patrimonio pubblico si arricchisce grazie a questa struttura<br />
che punta tutto sulle nuove generazioni - ha detto Paolo<br />
Bambagioni -. Con l’ingresso di Andrea Ballerini e Edoardo Coli c’è<br />
stato un cambio generazionale nel<strong>la</strong> dirigenza, che ha dato nuova<br />
linfa al<strong>la</strong> società, guidata dall’esperienza di Giampiero Morandi e<br />
Beppe Bonardi. Vorrei ringraziare Marinel<strong>la</strong> Fossi che ha avuto un<br />
ruolo fondamentale e Luca Vignozzi per il suo contributo, insieme<br />
a tutti coloro che hanno reso possibile <strong>la</strong> realizzazione di quest’impianto.<br />
Quello che vorrei sottolineare è che dopo trent’anni, con tutte<br />
le difficoltà che una società dilettantistica si trova ad affrontare, <strong>la</strong><br />
nuova dirigenza è riuscita a riavvicinare <strong>la</strong> società sportiva al cuore<br />
dei signesi».<br />
«Vorrei chiamare accanto a me Edoardo Coli - ha esordito Andrea<br />
Ballerini - senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile.<br />
Sono molto emozionato oggi perché in questo campo c’è il <strong>la</strong>voro<br />
di tante persone ognuna delle quali ha dato il proprio contributo nei<br />
modi più disparati».<br />
«Vorrei rivolgermi a tutti i bambini qui presenti - ha detto Giampiero<br />
Morandi -: questo spazio è per voi, uno spazio dove giocare ed imparare,<br />
attraverso lo sport, l’educazione e i valori veri». Morandi ha poi<br />
ricevuto simbolicamente da Sandro Fois, presidente del<strong>la</strong> Pubblica<br />
Assistenza di Signa un defibril<strong>la</strong>tore che l’associazione di volontariato<br />
ha donato al nuovo impianto.<br />
«Questo impianto - ha concluso Péter Paczo<strong>la</strong>y - è un regalo per<br />
l’Ungheria e per gli ungheresi. Puskás è l’ungherese più famoso al<br />
mondo: l’evento simbolico che lo ha visto indossare <strong>la</strong> maglia del<br />
Signa crea un ponte ideale fra Ungheria e Italia, Budapest e Firenze.<br />
Quest’anno poi ricorrono i 60 anni dal<strong>la</strong> Rivoluzione Ungherese del<br />
1956 che sarà celebrata con una serie di eventi anche a Firenze.<br />
Vorrei dire grazie quindi, per l’intito<strong>la</strong>zione del campo al campione<br />
ungherese ma anche per l’amicizia che gli italiani hanno mostrato<br />
verso il nostro popolo sessant’anni fa come oggi».<br />
Ferenc Puskás: dall’Ungheria<br />
al Real Madrid, passando per Signa<br />
È considerato il miglior calciatore ungherese di sempre e uno tra i più<br />
dotati di ogni tempo. Eppure Ferenc Puskás (1927-2006) è legato al<strong>la</strong><br />
storia di Signa da un primato singo<strong>la</strong>re: il Signa 1914 è l’unica squadra<br />
italiana di cui Puskás abbia mai vestito <strong>la</strong> maglia, in un’amichevole contro<br />
l’Empoli disputata allo stadio di Signa nel 1958.<br />
Ma per arrivare a quell’episodio è necessario fare un passo indietro. È<br />
il 1956: allo scoppio del<strong>la</strong> Rivoluzione Ungherese Puskás, già mito per<br />
gli ungheresi (nel 1948 debutta in nazionale e con <strong>la</strong> Honvéd, vince il<br />
campionato segnando 50 gol; nel ’52 guida <strong>la</strong> nazionale all’oro olimpico<br />
di Helsinki) è in Spagna con <strong>la</strong> Honvéd (dal 1949 squadra dell’esercito)<br />
per disputare una partita contro l’Athletic Bilbao. Al<strong>la</strong> luce degli sviluppi<br />
in patria, con l’ingresso dei carri armati russi a Budapest, <strong>la</strong> squadra<br />
(dopo <strong>la</strong> partita di ritorno giocata, e persa, a Bruxelles) decise di non<br />
tornare in Ungheria. I giocatori furono dichiarati disertori e ricevettero<br />
una squalifica di due anni da parte del<strong>la</strong> FIFA e del<strong>la</strong> UEFA.<br />
Al<strong>la</strong> ricerca di un ingaggio, gli atleti ungheresi fecero tappa in Brasile<br />
e poi in Europa: Puskás scelse l’Italia e passò un anno e mezzo a<br />
Bordighera dove conobbe, e strinse amicizia, con l’allora dirigente del<br />
Signa 1914, Renato Bonardi. E fu proprio in virtù dell’amicizia stretta<br />
con il dirigente dei “canarini” che il bomber ungherese accolse l’invito<br />
a vestire <strong>la</strong> maglia del Signa. Il 23 gennaio del 1958 Puskás scese in<br />
campo con <strong>la</strong> maglia giallo-blu, ovviamente <strong>la</strong> numero 10, per un’amichevole<br />
contro l’Empoli. Per <strong>la</strong> cronaca, il Signa vinse rifi<strong>la</strong>ndo tre reti<br />
all’Empoli, nessuna delle quali segnate da Puskás.<br />
All’età di 31 anni Puskás venne ingaggiato dal Real Madrid, dove rimase<br />
La storica presenza in campo con <strong>la</strong> maglia del Signa di Ferenc Puskás<br />
per otto stagioni (1958-1966) e insieme a Di Stefano e Gento, Kopa e<br />
Ríal diede vita al Grande Real: con i B<strong>la</strong>ncos vinse cinque campionati<br />
spagnoli e tre Coppa dei Campioni (1959, 1960 e 1966). Nel palmarès di<br />
Puskás, oltre a diversi titoli di campione d’Ungheria, figurano anche un<br />
oro olimpico con l’Ungheria nel 1952 e una Coppa Intercontinentale nel<br />
1960 con il Real Madrid.<br />
Nel 1961 Puskás, all’età di 34 anni, grazie al<strong>la</strong> sua permanenza nel Real<br />
Madrid, prese <strong>la</strong> nazionalità spagno<strong>la</strong> e fu convocato per il mondiale<br />
del 1962 in Cile. Dopo <strong>la</strong> sua carriera da calciatore che lo portò a<br />
vestire <strong>la</strong> maglia di sole due squadre, quel<strong>la</strong> di allenatore lo porterà,<br />
al contrario, a girovagare per il mondo: Hércules Alicante (Spagna),<br />
San Francisco Gales (USA), Vancouver Royal (Canada), Panathinaikos<br />
(Grecia), Ungheria.<br />
Il grande campione è scomparso a novembre del 2006, sepolto, con<br />
funerali di Stato, nel<strong>la</strong> cattedrale di Santo Stefano di Budapest. Nel<br />
2009 <strong>la</strong> FIFA ha istituito in sua memoria il Premio Puskás, assegnato al<br />
gol giudicato più bello dell’anno: quello del 2015 è andato al brasiliano<br />
Wendell Lira (Vi<strong>la</strong> Nova) per <strong>la</strong> rovesciata segnata nel derby Atletico<br />
Goianese - Goianesia, squadra del<strong>la</strong> serie B brasiliana in cui giocava<br />
prima di approdare al Vi<strong>la</strong> Nova.<br />
Signa e Ferenc Puskás<br />
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