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Poi mi dice di aver maturato l’opportunità di fare una mostra, qui<br />
nel<strong>la</strong> sua San Frediano, e che i soggetti, questa volta di piccolo<br />
formato, riguardano “il Sole e <strong>la</strong> Luna”. Ed eccole queste opere:<br />
ancora una “lezione pratica di mitologia” come lui e pochi altri<br />
sanno fare. Una Stel<strong>la</strong> e un Satellite: due miti universali e atemporali.<br />
Il Sol Invictus e <strong>la</strong> Fertilitas.<br />
Il Carro So<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> Barca so<strong>la</strong>re di Apollo, Iside col disco so<strong>la</strong>re<br />
sul<strong>la</strong> testa, <strong>la</strong> statua di Hathor con sul<strong>la</strong> testa il sole, sono solo<br />
alcune delle rappresentazioni più note del Sole; così come del<strong>la</strong><br />
Luna si può invocare Artemide, Selene, Persefone, Afrodite, a<br />
seconda delle costel<strong>la</strong>zioni. Così, in queste opere, Onofrio Pepe<br />
implementa Sole e Luna in un disegno magico che solo l’arte<br />
può suggerire: con i suoi tagli, le sue <strong>la</strong>cerazioni, le sue superfici<br />
corrugate, le sue appena accennate note di colore. Così, ancora<br />
una volta, l’intuizione e il rinnovarsi del mito, ci son rega<strong>la</strong>ti<br />
dall’artista, con quel<strong>la</strong> sua inconfondibile e personalissima cifra<br />
di “scultore del mito”.<br />
Poi, l’apparire di Marco Fagioli: - Eccoci dallo “statuario”! E <strong>la</strong><br />
conversazione verte sui crediti che ogni artista deve a chi l’ha<br />
preceduto. Io ricordo che anche per l’arte e per il suo esercizio filologico<br />
vale un princìpio del<strong>la</strong> fisica: quello di Lavoisier, secondo<br />
cui “nul<strong>la</strong> si crea, nul<strong>la</strong> si distrugge ma tutto si trasforma”.<br />
Siamo tutti d’accordo, il caffè era già stato preso e così, con <strong>la</strong><br />
promessa di rivederci, ci si saluta.<br />
E ci salutano anche queste belle sculture - Sole e Luna - a ricordarci,<br />
con le loro fasi nell’universo, quanto breve e transeunte<br />
sia <strong>la</strong> nostra stagione terrestre.<br />
Figura femminile in bronzo<br />
La mostra è stata prorogata fino al 21 giugno<br />
Lo scultore <strong>la</strong>vora ai suoi temi del mito, in una continuità ininterrotta.<br />
L’argil<strong>la</strong> cruda si sta conformando nel tema iterato ma sempre<br />
diseguale del “Ratto d’Europa”. Accanto <strong>la</strong> Leda, Eros, il calco di una<br />
medaglia. Ci spostiamo nel<strong>la</strong> saletta ove sono le steli e i pezzi più<br />
grandi, ma soprattutto dove c’è un tavolino e delle sedie finalmente<br />
comode, dopo anni di sofferenze su sgabelli dal<strong>la</strong> stabilità sommaria<br />
e dal<strong>la</strong> seduta incerta. Al<strong>la</strong> parete alcune belle foto bianconero e<br />
una a colori, col principe Carlo in visita al<strong>la</strong> sua mostra all’Università<br />
europea, al<strong>la</strong> Badia Fieso<strong>la</strong>na. Passando, anzi faticosamente attraversando<br />
il varco del primo vano intravedo una bellissima figura femminile,<br />
china su se stessa, color cotto, che ha perso il trattamento di<br />
simu<strong>la</strong>zione a bronzo. Bellissima. Sento una spinta irresistibile come<br />
talvolta succede, penso che prima o poi dovrò impossessarmene.<br />
L'eccezionale proposta gastronomica del Cestello Ristoclub<br />
Alcune opere in mostra<br />
Un momento conviviale del vernissage<br />
Onofrio Pepe<br />
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