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L’Alzheimer<br />
potrebbe avere<br />
origine nell’intestino<br />
a cura della Redazione<br />
Un gruppo di scienziati svizzeri ed italiani ha riscontrato la presenza<br />
di microbi pro-infiammatori nell’intestino dei pazienti<br />
Gli scienziati ritengono<br />
di aver trovato la<br />
causa della malattia<br />
di Alzheimer e il suo<br />
nome (o, piuttosto, i<br />
suoi nomi) è «amiloide»,<br />
«tau» e «infiammazione».<br />
L’amiloide e la tau sono due proteine<br />
prodotte dal cervello, il cui<br />
progressivo accumulo, nel giro<br />
di un paio di decadi, porta alla<br />
degenerazione neuronale, alla<br />
perdita di memoria e di autonomia<br />
tipiche di questa malattia. I<br />
cambiamenti infiammatori sono<br />
invariabilmente associati ai depositi<br />
di amiloide e tau, ma se<br />
l’infiammazione li preceda o sia<br />
conseguente non è ancora chiaro.<br />
Si stanno testando medicinali<br />
con lo scopo di ripulire il cervello<br />
dalle proteine tossiche o rallentarne<br />
l’accumulo e per ridurre<br />
l’infiammazione del cervello, ma<br />
ad oggi tutti gli studi sono falliti.<br />
Ma, prima di tutto, perché l’amiloide<br />
e la tau si accumulano nel<br />
cervello?<br />
E qual è il luogo originario<br />
dell’infiammazione, che genera<br />
la cascata di eventi neurodegenerativi?<br />
La risposta a queste<br />
L’amiloide e la tau<br />
sono due proteine<br />
prodotte dal cervello<br />
domande potrebbe consentire di<br />
agire al vero inizio della cascata,<br />
con molte più possibilità di prevenzione<br />
e minori effetti collaterali<br />
rispetto ai medicinali in giro,<br />
spesso comparabili ad energici<br />
detergenti.<br />
Giovanni Frisoni, Direttore della<br />
Clinica della Memoria degli<br />
Ospedali Univesitari di Ginevra<br />
e Responsabile del Laboratorio<br />
di Neuroimmagine ed Epidemilogia<br />
dell’IRCCS Fatebenefratelli<br />
di Brescia, e Anna Cattaneo, Responsabile<br />
dell’ Unità di Biologia<br />
Psichiatrica dell’IRCCS Fatebenefratelli<br />
di Brescia, credono di aver<br />
trovato interessanti prove, pubblicate<br />
nella rivista scientifica<br />
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SALUTE E BENESSERE