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La Toscana dicembre rid (1) (1)

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Donato Massaro con Veronica Boldi di Masso delle Fate Edizioni<br />

diffuse». Ma - avverte Donato Massaro - «il campo dei sentimenti<br />

è tutto da arare».<br />

Non è impresa facile perché la poesia scava in una terra dove<br />

sedimenta tutto, il bene e il male, l’intera esistenza che, a sua<br />

volta, fa della poesia un’opera aperta e in divenire continuo. Al<br />

poeta spetta vagliare e riconoscere il buono che spunta dai semi<br />

della memoria delle cose solo apparentemente sepolte e prima<br />

tra tutte l’amore che, di questo libro appare il tema dominante,<br />

condotto tra il dubbio, la memoria e il sentimento.<br />

«Se non dice sì vuol dire che è no» - «Se non dice no vuol dire che<br />

è sì»: così ragiona “<strong>La</strong> mente innamorata”, descritta attraverso<br />

le ambasce del tempo dell’attesa e la risposta, che non è né<br />

facile né scontata, nell’immediato non c’è. Regna il dubbio e fa<br />

compagnia all’immagine dell’amata che si insinua nella mente e<br />

via via si delinea al lettore, bella, capelli biondi, occhi blu come<br />

un mare in cui perdersi, seni simili alle onde lunghe che desidera<br />

il surfista, ma è un’immagine provvisoria e forse un idealtipo, la<br />

“donna schermo” dei poeti medievali.<br />

Dietro di lei monta man mano la memoria più lontana, voce e<br />

strumento della poesia, ed è l’“amore giovane” che reca il profumo<br />

dei banchi di scuola, delle inconsapevolezze condivise,<br />

della scelta di amare che supera la virtù dell’essere amati e si<br />

risolve nel duetto onomatopeico: «sì m’ama! Yahoo! M’ama,<br />

m’ama». «M’ama, sì m’ama!», quasi riadattamento e citazione<br />

dalla “Elisir d’amore”, echeggiare della furtiva lacrima di<br />

Nemorino, e anche dimostrazione che l’amore esiste e può far<br />

male, preludendo all’abbandono e alla perdita di un bene. Ma è<br />

virtuoso lo stesso: riaffiora per sostanziare la poesia, l’antidoto<br />

della contemporaneità.<br />

Fiume carsico tra le pagine, il tema d’amore si traveste da nostalgia<br />

del giorno che un saluto separò le strade dei giovani<br />

amanti, si mescola al dubbio, per cui “non si capisce bene chi<br />

ama chi e soprattutto perché” - come dice la poesia “Chi ama<br />

chi”. Per un momento, lo spleen induce accidia e indolenza e<br />

allora neanche c’è la voglia di essere amati o sollecitare amore,<br />

ma è una stazione di sosta.<br />

Presto l’amore torna a proporsi e spinge a cercare occasioni del<br />

rivedersi e amarsi perché, in fondo, la partita d’amore si può anche<br />

fingere che sia cosa lontana, ma l’amore non si interrompe<br />

ed è quotidiana presenza nella mente.<br />

Ma è compagno del dubbio, l’ultima cosa che scompare perché<br />

la morte che dovrebbe chiudere il gran libro è indefinita nel suo<br />

“dopo” tra chi ha fede e chi non l’ha. Dubbio e amore compagni,<br />

a prevalente è l’amore, quel fiume carsico che non si estingue e<br />

che ritorna, “forza ineludibile” e necessità del ricordo che serve<br />

al poeta.<br />

E il poeta finisce per abbandonarsi «lieto alla presenza di amore,<br />

intorno a cui tutto ruota». “Amor che muove il sole e le altre<br />

stelle”; “Amor che nella mente mi ragiona”. <strong>La</strong> parola stilnovistica<br />

aleggia, qua e là tra i versi, e, del resto, i due sonetti che sono<br />

al centro del libro evocano l’antica maniera nello strumento metrico,<br />

mentre disegnano l’immagine dell’amore al centro dell’universo e<br />

primo motore: «Se salutiamo il nuovo giorno / è merito del sole /<br />

puntuale all’appuntamento / e dono dell’Amore / che lo muove con<br />

le altre stelle».<br />

I sintagmi danteschi segnano l’affidamento del pensiero all’amata,<br />

da cui il pensiero non si può distogliere fino all’estrema essenza<br />

filosofico dell’«io amo dunque sono». Così le tre fiere per sentieri<br />

L'autore del libro con il consigliere regionale Paolo Bambagioni<br />

impervi, evocanti il primo ostacolo della “Commedia”, ma qui il pericolo<br />

è altro. <strong>La</strong> poesia che, per seguire la sua meta, coltiva amore e amicizia,<br />

deve affrontare l’ostacolo della folla sbagliata, gli «occhi cisposi e bramosi<br />

che inseguono donne discinte».<br />

Di qua la poesia dell’amore, della memoria e della donna senhal, di là la<br />

contemporaneità dell’insensibile, affidata a una folla in cui la multimedialità<br />

ha sotituito i sentimenti e produce insensibilità con i talk show<br />

ricchi di nulla e di gossip.<br />

Di qua il “noi” degli amanti, di là la molteplicità anonima della folla,<br />

mentre “poesia” e “amore” si cercano e si trovano attraverso la memoria<br />

dei gesti: «le prime conferme, le prime timidezze, le prime delusioni, le<br />

prime confidenze, i primi baci, i primi appuntamenti».<br />

Ovunque si trovi, nello spazio e nel tempo, «il suo bel viso, i suoi meravigliosi<br />

capelli castani, la sua bocca le sue mani» sono eterni e appartengono<br />

alla poesia che la fissa per sempre e tratta quelle memorie come<br />

i municipi fanno applicando le targhe stradali per il ricordo collettivo.<br />

“Nuova Beatrice” costei passava «per le strade del centro storico e la<br />

gente si spostava, rimanendone ammirata». «Ella sen va sentendosi mirare»,<br />

la citazione dantesca che ritorna a segnare il cammino dell’autore,<br />

dantista per scelta e, nello stesso tempo, instancabile minatore della<br />

memoria, come dimostrò nel romanzo “Alone”.<br />

L’abbiamo detto. È la memoria che porta acqua al mulino della poesia<br />

attraverso l’amore e, a sua volta, la poesia deve scontrarsi con la contemporaneità<br />

che ha regole e leggi cui è difficile sfuggire. Il dubbio propone<br />

il «chissà dove va il mondo». Ma la partita è in corso e Amore e<br />

Poesia hanno le loro armi, e insieme combattono la contemporaneità<br />

priva di sentimenti, come nelle righe conclusive di “Cuore” dove l’autore<br />

propone i suoi comandamenti: «amare Dio e il prossimo» e «contribuire a<br />

edificare un mondo migliore, da tutti desiderato e da tutti auspicato, da<br />

tutti realizzato». Da una parte l’amore che può vivere anche senza leggi;<br />

dall’altra il ginepraio di norme, la cultura paludata, il consumismo che<br />

divora tutto senza restituire in valori.<br />

56 Donato Massaro

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