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e-FARCORO 3-2017

FARCORO è la rivista musicale di AERCO, l'Associazione Emiliana Romagnola Cori

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quest’anno si celebrano i cento anni della sua nascita - fu un uomo che alla guida della<br />

Cappella Sistina rifiutò categoricamente la Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II,<br />

arroccandosi su alcune ingiustificate posizioni. Questa chiusura culturale purtroppo non<br />

gli ha permesso nemmeno di recepire tutto ciò che nello stesso periodo accadeva nella<br />

musica, e quindi gli studi semiologici sul canto gregoriano, la polifonia rinascimentale,<br />

come anche di quello che era successo dopo Verdi. In qualche modo, nella mente di<br />

Bartolucci, la storia della musica finiva con Verdi. Ecco questo è stato forse veramente<br />

un’hapax legomenon 3 nella storia della Sistina nel senso che è stata forse la prima volta<br />

che questa istituzione non ha seguito il corso di una Riforma, ed infatti, per la Santa Sede,<br />

ad un certo punto fu necessario provvedere ad una sostituzione perché praticamente<br />

si ritrovava con un’istituzione bloccata ecclesialmente, esteticamente e culturalmente. Il<br />

mio predecessore, il maestro Liberto, portò davvero questa istituzione musicale all’interno<br />

della Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II, pur con tante difficoltà poiché c’erano<br />

ancora molti che ritenevano che bisognasse fare come faceva Bartolucci. Io ho avuto la<br />

fortuna di aver avuto un predecessore che in qualche modo è stato un ‘cuscinetto’ tra<br />

Bartolucci e la riforma liturgica del Concilio Vaticano II che con me fu una cosa quasi<br />

‘normale’. Io sono figlio della riforma liturgica per cui ci credo profondamente e credo<br />

anche che la musica antica possa avere molto giovamento dalla riforma liturgica del<br />

Concilio Vaticano II per quello che ho detto prima, ovvero per il dovere della recezione gli<br />

studi semiologici e per il dovere di un intelligente dialogo con la modernità. La Cappella<br />

Musicale Pontificia ha quindi questo primo e grande compito, di essere in primis l’attuatrice<br />

delle Riforme della Chiesa in ambito liturgico-musicale, ha poi, non meno importante, la<br />

responsabilità dell’esemplarità della prassi esecutiva; il modo di cantare il gregoriano e<br />

la polifonia rinascimentale dovrebbe essere in qualche modo esemplare non perché noi<br />

siamo più bravi degli altri, ma perché la Cappella Musicale Pontificia è un’istituzione che<br />

dedica tre ore al giorno ad uno studio quasi ‘monografico’ circa appunto il gregoriano<br />

e la polifonia rinascimentale, esattamente come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />

ogni giorno prova un certo repertorio sinfonico corale e come il Teatro dell’Opera studia<br />

ogni giorno un certo repertorio operistico. Inoltre abbiamo a disposizione l’archivio<br />

della Cappella Musicale Pontificia, il cosiddetto Fondo Cappella Sistina nella Biblioteca<br />

Apostolica Vaticana che è il più grande archivio musicale esistente al mondo dei secoli<br />

XV, XVI e XVII in relazione alla musica scritta per la Liturgia. Tutto repertorio catalogato,<br />

per cui tutto ciò che, ad esempio, al concerto questa sera sentirete, è frutto di edizione<br />

critica fatta o su manoscritti o sulla stampa più antica. Il maestro della Cappella Sistina<br />

ha questo dovere di lavoro di studio e di ricerca perché se io non faccio questo, tanta<br />

musica rimane lettera morta. Il dovere della esemplarità della prassi esecutiva deriva dal<br />

fatto che il maestro della Cappella Sistina può avere a disposizione le parti rinascimentali<br />

e quindi fare uno studio semiologicamente e scientificamente corretto e pertinente sulle<br />

parti. Questo significa anche ‘sperimentare’ senza avere la preoccupazione di montare un<br />

mottetto per eseguirlo subito, ma provare la realizzazione di un color minor, sperimentare<br />

come meglio eseguire una certa figura retorica… Ecco, la Cappella Sistina è una sorta di<br />

‘laboratorio’ da questo punto di vista! In ultima istanza la Cappella Sistina canta a tutte le<br />

celebrazioni a cui è presente il Papa ma ha anche una folta attività di concerti. Perché fa<br />

questa attività concertistica? Non gira certo il mondo per il piacere di eseguire un po’ di<br />

musica, ma viaggia così tanto per rispondere esclusivamente a un mandato ecclesiale, cioè<br />

quello dell’annuncio del Vangelo; ogni nostro concerto è un’esperienza estetica, ma tutto<br />

il materiale musicale va ricondotto al luogo dove questa musica ha preso corpo, ovvero la<br />

Liturgia. Ogni brano che eseguiamo è così sempre presentato, collocato, spiegato nel suo<br />

‘ Chi fa il mio<br />

lavoro deve essere<br />

un uomo attento<br />

al suo tempo,<br />

appassionato di<br />

musica moderna,<br />

di musica<br />

contemporanea<br />

e sperimentale,<br />

che stima i suoi<br />

colleghi e che è<br />

quindi curioso<br />

di andare ad<br />

ascoltare la<br />

musica composta<br />

ed eseguita da<br />

altri ’<br />

3 In linguistica e in filologia, un hapax legomenon (spesso anche solo hapax o, meno di<br />

frequente, apax; al plurale hapax legomena o hapax legomenoi), è una forma linguistica<br />

(parola o espressione), che compare una sola volta nell’ambito di un testo, di un autore o<br />

dell’intero sistema letterario di una lingua.<br />

18 | Musica dell’anima

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