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e-FARCORO 3-2017

FARCORO è la rivista musicale di AERCO, l'Associazione Emiliana Romagnola Cori

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L’archivio CCS del coro Stelutis di Bologna:<br />

un’esperienza di archiviazione dei canti popolari<br />

Dal 2013 è consultabile sul web all’indirizzo www.corostelutis.org l’archivio CCS, contenente migliaia di canti popolari<br />

emiliani. Uno strumento che permette di conoscere, analizzare e confrontare le testimonianze della cultura orale ivi<br />

raccolte.<br />

L’interesse di Giorgio Vacchi (fondatore del coro Stelutis di Bologna) per questi temi nasce negli anni 60 dopo un<br />

quindicennio dedicato alla riproposizione con il coro Stelutis dei canti resi celebri dalla S.A.T. di Trento. Quel repertorio,<br />

semplice ed affascinante al tempo stesso, aveva avuto una enorme influenza sulla coralità amatoriale italiana ma rischiava,<br />

in vari casi, di ridursi a stereotipo nonostante l’indubbia forza dei testi tradizionali. Fu proprio l’esigenza di rinnovare il<br />

proprio repertorio che spinse Vacchi a chiedersi se non esistessero canti autenticamente popolari anche nella nostra<br />

regione, in Emilia Romagna. Le ricerche fatte sino a quel momento in Italia erano frammentarie e il materiale raccolto<br />

in regione era poco e spesso mal documentato. Da qui la decisione di intraprendere in prima persona una ricerca<br />

sul campo a partire dal proprio territorio. Le prime interviste effettuate tra amici e conoscenti con un registratore a<br />

bobina Philips risalgono alla fine degli anni ‘60. Non ci vorrà molto tempo per capire che le zone migliori per trovare<br />

informatori erano quelle appenniniche. Con la collaborazione del cantautore Francesco Guccini, allora amico personale<br />

di Vacchi e studioso di dialetti, vengono fatte le prime interviste in paesi dell’Appennino tosco emiliano. Le registrazioni<br />

vengono scrupolosamente catalogate con i dati relativi agli informatori e trascritte in notazione convenzionale. Nasce la<br />

consapevolezza dell’importanza della ricerca sul campo su vasta scala.<br />

Nell’ambiente corale amatoriale Vacchi incontra alcuni appassionati: tra questi un posto di rilievo lo occupa Paolo<br />

Bernardini allora direttore del coro di Gaggio Montano, il cui lavoro di ricerca e trascrizione sul proprio territorio fu<br />

fondamentale. Vacchi si fa promotore di un vasto movimento teso al rinnovamento dei repertori e al miglioramento<br />

tecnico dei cori. Da queste premesse nasce, nel 1971 l’A.E.R.C.I.P. (acronimo di associazione emiliano romagnola cori di<br />

ispirazione popolare) nel cui primo statuto è fatto obbligo a tutti i cori associati di contribuire alla ricerca sul campo. In<br />

questo modo la mole di materiale raccolto aumentò sensibilmente: direttori di coro e appassionati registrarono decine di<br />

interviste. La maggior parte di loro si attenne alle indicazioni date da Vacchi affinchè tali documenti fossero completi e<br />

attendibili: ogni intervista doveva contenere i dati anagrafici dell’informatore e alcune notizie sul contesto sociale in cui<br />

era vissuto e a cui i canti erano legati. Inoltre era necessario che il ricercatore non influenzasse in alcun modo l’informatore<br />

(per esempio era sconsigliato accompagnarne il canto con uno strumento). Le tante musicassette raccolte (nel frattempo<br />

i supporti magnetici erano cambiati) costituirono un patrimonio che andava, innanzitutto, trascritto. Per la parte musicale<br />

era necessario comunque il lavoro di un musicista: Vacchi vi si dedicò per decenni trascrivendo scrupolosamente anche le<br />

piccole varianti melodiche dei vari canti. Per la parte testuale determinante fu l’apporto dell’ing.Amos Lelli, amico, corista<br />

dello Stelutis ma, soprattutto, studioso di dialetti.<br />

Naque allora l’idea di costruire un database utilizzando uno dei primi PC messi in commercio all’epoca, dapprima<br />

contenente i testi, che vennero classificati con il metodo delle parole chiave, e successivamente anche le melodie.<br />

Da queste premesse nasce nel 2000 l’applicazione CCS2000 (da Centro Culturale Stelutis) che offre la possibilità di<br />

visualizzare in notazione musicale qualsiasi melodia contenuta nell’archivio corredata dall’incipit del testo e dal luogo di<br />

ritrovamento. Al momento della presentazione al pubblico l’archivio conteneva circa 4200 canti compresi quelli presenti<br />

solo come parte testuale. I ricercatori coinvolti sono molti: Amos Lelli, Mario Cassarini, Arrigo Montanari, Daniele Venturi,<br />

Francesco Guccini e, soprattutto Mario Bernardini, che a Gaggio Montano ha reperito circa 1400 titoli.<br />

Nel 2013 l’applicazione CCS2000 è stata messa in rete. Questo è stato possibile dopo un lavoro di variazione di progetto<br />

e codifica effettuato dalla società Idem di Granarolo dell’Emilia (Bologna). In occasione di questa revisione sono state<br />

fatte alcune implementazioni importanti. La più interessante è quella che permette di ascoltare i canti dalla voce degli<br />

informatori. Si tratta dei file audio tratti dalle registrazioni originali di ricerca i cui originali sono custoditi nell’archivio<br />

personale di Giorgio Vacchi e del Coro Stelutis. Un’altra miglioria riguarda i testi dei canti che ora sono disponibili in una<br />

trascrizione comprensiva degli accenti tonici corretti secondo l’Ortografia Lessicografica Moderna. L’archivio, così come<br />

è disponibile adesso in rete, comprende circa 4600 canti ed è raggiungibile all’indirizzo www.corostelutis.org<br />

70 anni di coro stelutis | 69

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