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e-FARCORO 3-2017

FARCORO è la rivista musicale di AERCO, l'Associazione Emiliana Romagnola Cori

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collaborazione con questa istituzione ma che non era mai<br />

stato possibile farlo per suo modo di cantare, molto, molto<br />

lontano dalla prassi rinascimentale. E’ molto interessante<br />

l’esperienza della registrazione; noi incidiamo in Cappella<br />

Sistina perché siamo forse l’unica realtà corale al mondo<br />

che può avere la totalità della pertinenza estetica, cioè<br />

musiche per le celebrazioni del Papa che si svolgevano<br />

nella Cappella Sistina, quindi con quella precisa acustica.<br />

Mons. Palombella e Andrea Angelini<br />

AA: Quindi per lei è molto importante il discorso<br />

filologico, sia a livello estetico dell’ambiente che della<br />

prassi esecutiva...<br />

MP: Sì, assolutamente. E’ questo che ci permette di<br />

incidere con etichette come Deutsche Grammophon.<br />

Io non mi sentirei mai di incidere William Byrd perché è<br />

molto lontano dalle nostre corde. Per esempio, dovendo<br />

incidere per Deutsche Grammophon il Miserere di Allegri,<br />

ho cercato e trovato nell’archivio della Cappella Sistina il<br />

codice sistino 205-206, l’originale manoscritto di Allegri.<br />

Di conseguenza ho anche cercato di disporre spazialmente<br />

i solisti, più o meno evincendo come erano disposti dalle<br />

cronache delle celebrazioni papali di quel tempo; fare un<br />

prodotto per un’etichetta discografica come questa, esige<br />

un grande lavoro scientifico, filologico ed estetico.<br />

Il Concilio Vaticano II<br />

significato storico e liturgico. Un’esperienza di concerto<br />

della Cappella Musicale Pontificia è quindi un’esperienza<br />

di fede, è un’occasione per fare un’esperienza di Dio.<br />

Questo è l’unico motivo per cui la Cappella Sistina accetta<br />

di fare un concerto.<br />

AA: La ‘Sistina’ è impegnata periodicamente in tournée<br />

internazionali. Sotto la sua direzione ha iniziato ad<br />

incidere in esclusiva con Deutsche Grammophon e ha vinto<br />

il premio Echo Klassik per il CD Cantate Domino (2015). Ci<br />

può parlare di questa esperienza?<br />

MP: Non sono io andato a cercare Deutsche Grammophon,<br />

sono loro che mi hanno contattato perché hanno<br />

riscontrato che la Cappella Musicale Pontificia ha<br />

cambiato radicalmente il suo modo di cantare, cioè è<br />

passata da un linguaggio operistico decadente di fine<br />

Ottocento ad una vocalità rinascimentale, a un fraseggio<br />

coerente e alla ricerca di una forte pertinenza estetica di<br />

quello che eseguiva. E’ la più antica istituzione del mondo,<br />

ha a disposizione tanto, per cui Deutsche Grammophon<br />

ha, in qualche modo, fatto una scommessa dicendo<br />

che avrebbero in passato sempre voluto avviare una<br />

AA: Posso chiederle un paragone con la vocalità ferma e<br />

senza armonici che usano gli Inglesi, per esempio i Tallis<br />

Scholars, che hanno eseguito un concerto in Cappella<br />

Sistina per il suo grande restauro, cantando, fra l’altro,<br />

proprio il Misere di Allegri.<br />

MP: Citando i Tallis Scholars, per il solo e semplice fatto<br />

che vi cantino anche le donne, ci si allontana un po’ dal<br />

punto di vista di pertinenza estetica. Io credo che la<br />

vocalità di ciò che veniva scritto per essere cantato in<br />

Cappella Sistina deve essere una vocalità rinascimentale.<br />

In questa tecnica vocale non esiste il terzo registro, quindi<br />

dev’essere una vocalità molto coperta, molto appuntita,<br />

ma con tutto quel calore mediterraneo che noi Italiani<br />

abbiamo nella nostra vocalità. Ad esempio io credo, e<br />

questa è una mia convinzione studiando i manoscritti,<br />

che quegli spartiti siano pieni di figure retoriche che<br />

poi noi troviamo ben codificate nel barocco, perché noi<br />

del barocco sappiamo molto mentre del Rinascimento<br />

poco a livello di prassi esecutiva. Io credo che la musica<br />

rinascimentale sia un insieme di figure retoriche, di<br />

tensione e di distensione che chiedono continue messe<br />

di voce. E’ una musica molto colorata di per sé, per<br />

cui io credo che cantarla ferma è trattarla come fosse<br />

musica quattrocentesca; posso capire che si canti Dufay<br />

o Despresz in quel modo poiché il testo era spesso un<br />

‘pretesto’ per fare contrappunto. Quando abbiamo inciso<br />

un brano di Dufay e uno di Desprez abbiamo cantato<br />

INTERVISTA A MONS. MASSIMO PALOMBELLA | 19

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