e-FARCORO 3-2017
FARCORO è la rivista musicale di AERCO, l'Associazione Emiliana Romagnola Cori
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Tecnica<br />
Chi si pone alla guida di un qualsiasi tipo di<br />
compagine corale o strumentale dovrebbe possedere,<br />
oltre a un buon orecchio e altrettanto senso ritmico,<br />
una solida formazione musicale, con studi di<br />
composizione, analisi, lettura della partitura, nonché<br />
particolari capacità comunicative e spiccate doti<br />
umane; oltre a ciò dovrebbe aver raggiunto anche<br />
un sicuro controllo del proprio gesto direttoriale.<br />
L’importanza del gesto<br />
DI leonardo lollini<br />
LEONARDO LOLLINI<br />
Perugino, si è diplomato in<br />
Pianoforte, Musica Corale<br />
e Direzione di Coro ed in<br />
Composizione presso il<br />
Conservatorio Statale di<br />
Musica di Perugia. Dopo<br />
aver partecipato a corsi<br />
di perfezionamento e di<br />
didattica musicale, ha tenuto<br />
numerosi concerti alla guida di varie formazioni corali<br />
– comprese quelle di voci bianche – complessi vocali<br />
da camera e gruppi strumentali. Dirige stabilmente il<br />
Coro e l’Ensemble Vocale dell’Associazione Culturale<br />
Musicale ‘Accademia degli Unisoni’ di Perugia – della<br />
quale è anche direttore artistico – e il Coro del<br />
Liceo ‘Calvino’ di Città della Pieve (PG). Ha insegnato<br />
in varie istituzioni musicali in diverse parti d’Italia e<br />
attualmente è titolare della cattedra di Direzione di<br />
Coro e Composizione Corale presso il Conservatorio<br />
Statale di Musica ‘G. B. Martini’ di Bologna.<br />
La cura del gesto dovrebbe essere uno dei suoi interessi<br />
basilari, se non proprio il principale. Tale considerazione<br />
potrebbe e dovrebbe risultare ovvia eppure ancora troppo<br />
spesso si assiste ad esibizioni corali dove l’approssimazione<br />
del gesto del direttore 1 è talvolta a dir poco sconcertante<br />
(non a caso letteralmente l’opposto di ‘concertante’):<br />
gestualità vaga, che spesso non ha nulla a che fare<br />
con la scansione del tempo o con il metro dei brani,<br />
costantemente circolare o a senso unico, sempre uguale<br />
in ampiezza, esagerata rispetto a quello che dovrebbe<br />
effettivamente indicare o superflua, movimenti d’attacco<br />
inappropriati o incerti, ingressi delle voci ignorati, respiri<br />
non indicati, e così via, non sono che alcuni dei difetti che<br />
più comunemente si riscontrano in alcuni direttori, e che<br />
naturalmente non possono che riflettersi in modo negativo<br />
sulla resa di coloro che quei gesti dovranno interpretare.<br />
Purtroppo ancora in troppi sembrano sottovalutare la<br />
preziosa portata di un buon gesto direttoriale: con i giusti<br />
e appropriati movimenti di braccia e mani si possono<br />
e si dovrebbero indicare molteplici aspetti musicali:<br />
dall’imprescindibile scansione ritmica (tranne ovviamente<br />
il caso di ambiti musicali come quello del canto gregoriano)<br />
alle variazioni agogiche, dalla cura delle dinamiche al<br />
modo di articolare i suoni, dall’indicazione delle altezze<br />
alla cura del fraseggio, dall’intonazione dei suoni alla loro<br />
tenuta, gli attacchi, le chiusure, gli ingressi delle voci, ecc.<br />
Tanto più il gesto sarà tecnicamente chiaro e preciso<br />
e allo stesso tempo vario, tanto più il risultato musicale<br />
sarà corrispondentemente accurato, ricca di particolari,<br />
interpretativamente convincente e coinvolgente.<br />
Approfondendo la questione soprattutto relativamente<br />
alle realtà corali non professionistiche, purtroppo si nota<br />
1 Da intendersi in modo neutro, che si tratti di direttore uomo<br />
o donna<br />
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