Industria fusorria_3 2015

Assemblea
D. Lorenzini
2015
2015
Assemblea
2015
Quando il “gioco”
è capace di influenzare la realtà
Un ricordo di “A beautiful mind”
di Gianfranco Gambarelli
La parola “gioco” evoca spesso
la fanciullezza. Quella maniera
di “imparare” la vita facendone
una specie di esperienza diretta,
con scelte e conseguenze
ancora avvolte in una sorta di
meccanismo protettivo, una simulazione
che però era in grado
di far apprendere a fare la
miglior scelta possibile.
Uno dei meriti di “A beautiful
mind”, John Nash, scomparso
in un’incidente stradale lo scorso
23 maggio, è stato quello di
far comprendere attraverso la
sua storia personale, teorie
economiche legate a doppio filo
alla matematica in grado di
produrre con uno straordinario
grado di attendibilità, vincente
sui soggetti coinvolti.
Il matematico John Nash
Forse questo potrebbe sembrare
ai più un argomento un
po’ staccato dalla siderurgia,
ma conoscendolo meglio potrebbe
stupire per la sua estrema
attualità, così come dimostrato
nel corso dell’ultima edizione
di Made in Steel, in cui la
“Teoria dei Giochi” è stata al
centro dell’assemblea annuale
di Assofond, destando un grande
interesse nel numeroso
pubblico presente.
Difficile raccontare sia l’uomo
che le sue straordinarie teorie
che gli valsero il premio Nobel
per l’economia nel 1994, per
questo abbiamo chiesto aiuto
al professor Gianfranco Gambarelli,
ordinario di Scienze
aziendali, economiche e metodi
quantitativi all’Università degli
Studi di Bergamo, amico personale
di Nash e profondo conoscitore
di quella tesi di dottorato
che ben 45 anni dopo la
sua redazione, nel 1949, gli sarebbe
valsa il più grande riconoscimento
mondiale nell’ambito
dell’economia accademica.
Professor Gambarelli iniziamo
dalle domande semplici:
che cos’è la Teoria dei giochi?
Cerchiamo di calarla immediatamente
nel concreto. Immaginate
che i responsabili di due
supermercati vicini cambiano i
prezzi dei loro prodotti tenendo
conto ciascuno delle variazioni
operate dall’altro; immaginate
alcuni Paesi che studiano
offerte energetiche da proporre
a un altro Paese tecnologicamente
avanzato; immaginate
il sistema di controllo di
un anti-missile che deve guidarlo
a intercettare un missile
prima che questo raggiunga il
suo obiettivo; immaginate ancora
le dirigenze di due squadre
di calcio che devono calcolare
l’offerta in busta chiusa
per risolvere la comproprietà
di un calciatore; anche se non
è etico immaginate un individuo
che si domanda se e quanto
evadere una tassa, mentre
un ente di controllo fiscale
studia la frequenza delle ispezioni
su varie categorie di contribuenti.
Immaginate un partito
politico che deve valutare
se l’offerta avanzata da altri
partiti di formare una coalizione
governativa a certe condizioni,
è o no migliorabile. Questi
e altri tipi di problemi sono
campi di applicazione della Teoria
dei Giochi, che non è altro
che la scienza dei modelli matematici
di interazione strategica.
Le persone e gli enti coinvolti
sono i giocatori, decisori razionali
dotati ciascuno di varie
possibili mosse. Nel corso di
un gioco, ogni decisore riceve
un certo pagamento, la cui entità
dipende dalle mosse adottate
da tutti. Un po’ come nella
vita insomma.
Per noi profani si parla di
una sola grande teoria o vi
sono alcune distinzioni?
La principale distinzione fra i
giochi riguarda quelli cooperati-
Industria Fusoria 3/2015
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