Industria fusorria_3 2015
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Assemblea <strong>2015</strong><br />
mia. Dava poi una fortissima<br />
emozione vederlo seguire con<br />
curiosità le conferenze sui<br />
“raffinamenti degli equilibri di<br />
Nash” ove venivano presentati<br />
gli sviluppi dei suoi studi di<br />
quarant’anni prima. La sua relazione,<br />
che avevo strategicamente<br />
posta alla fine della manifestazione,<br />
portò un’emozione<br />
ancora più forte. Nell’ascoltarlo<br />
esprimere con esile<br />
voce le sue argomentazioni, si<br />
aveva l’impressione di sentir<br />
parlare Cartesio, Lagrange... la<br />
Storia insomma. È qualcosa di<br />
difficile da descrivere, basti<br />
pensare che quando infine<br />
pronunciai il breve saluto di<br />
chiusura, fui talmente sopraffatto<br />
io pure dall’emozione,<br />
che dovetti ricominciare da<br />
capo un paio di volte. La sua<br />
ultima visita nel nostro Paese<br />
ebbe luogo nella settimana dal<br />
26 settembre al 3 ottobre<br />
2013. Venne insieme a moglie<br />
e figlio, invitato dall’International<br />
Alumni Association of<br />
Scuola Mattei. Fu accolto ancora<br />
a braccia aperte dalla mia<br />
famiglia e da quella di mia sorella.<br />
Tenne in Università un<br />
colloquio pubblico per conto<br />
di della fondazione ISEO, cui<br />
parteciparono gli amici Barbara<br />
Sorgato, Riccardo Venchiarutti,<br />
e Piergiorgio Odifreddi.<br />
Un’ultima curiosità: cosa<br />
pensa della pellicola di “A<br />
beautiful mind”? Ha cambiato<br />
il suo amico Nash?<br />
Iniziamo con dire che le differenze<br />
fra film e realtà sono<br />
molteplici. Intanto Nash è alto<br />
e magro e Alicia piccola e paffutella;<br />
ciò appare ribaltato<br />
nelle figure di Russel Crowe e<br />
Jennifer Connelly. Un figlio di<br />
Nash che risale a una relazione<br />
precedente il matrimonio è<br />
ignorato. Ancora ignorato è il<br />
fatto che Alicia e John, dopo<br />
una separazione durata molti<br />
anni (nel corso dei quali Alicia<br />
aveva comunque seguito da vicino<br />
le vicende dell’ex-marito)<br />
si sono risposati il primo giugno<br />
2001. L’episodio in cui<br />
John spazza via le pedine alla<br />
fine di una partita di dama non<br />
risulta dalle testimonianze dei<br />
suoi compagni di studi. Ciò naturalmente<br />
non lo esclude, ma<br />
sembra più attendibile che l’adattatore<br />
cinematografico abbia<br />
preso spunto dall’invenzione,<br />
fatta da Nash, di un gioco<br />
simile alla dama, che divenne<br />
molto popolare nella sala dei<br />
matematici di Princeton. A<br />
proposito di tale sala, la “cerimonia<br />
delle penne” (secondo<br />
cui tutti i matematici presenti<br />
a Fine Hall depositavano la loro<br />
penna sul tavolo di uno studioso<br />
che riconoscevano superiore)<br />
è molto suggestiva,<br />
ma inventata. Ancora inventato<br />
è il discorso durante la cerimonia<br />
del Nobel: è noto infatti<br />
che in tale circostanza il premiato<br />
si limita a ricevere l’onorificenza<br />
senza dire nulla; i<br />
soli speakers sono il cerimoniere<br />
e il presentatore delle<br />
motivazioni (in questo caso<br />
Harold Kuhn). Nel film i risultati<br />
scientifici sono quasi completamente<br />
trascurati; nei rari<br />
casi in cui appaiono sono per<br />
lo più imprecisi. Ad esempio<br />
molte delle formule scritte<br />
sulle lavagne e sui vetri delle finestre<br />
non riguardano i lavori<br />
di Nash e la soluzione illustrata<br />
con l’episodio della “bionda”<br />
nel bar non costituisce una<br />
soluzione di Nash. L’episodio<br />
racconta del giovane Nash si<br />
trova in un bar con due amici.<br />
Entrano quattro ragazze: una<br />
bionda strepitosa e tre brunette<br />
meno appetibili. Gli<br />
sguardi dei tre si concentrano<br />
ovviamente sull’obiettivo<br />
biondo, ma Nash osserva: se<br />
tutti e tre ci buttiamo a caccia<br />
della migliore, le altre se ne<br />
vanno offese e noi restiamo a<br />
spennarci a vicenda, finché anche<br />
la bionda se ne va. Soluzione:<br />
lasciamo la bionda al suo<br />
destino, indirizziamoci ognuno<br />
su una mora e dovremmo riuscire<br />
a realizzare qualcosa di<br />
buono. A prescindere dal maschilismo<br />
dell’episodio (pure<br />
le fanciulle dovrebbero aver<br />
voce in capitolo) v’è qualcosa<br />
che non funziona. Domandiamoci:<br />
quella proposta. È una<br />
soluzione cooperativa di Nash<br />
per giochi a due persone? No,<br />
perché i giocatori coinvolti sono<br />
tre. È una soluzione cooperativa<br />
con minaccia per giochi<br />
a due persone? No, perché i<br />
giocatori coinvolti sono tre. È<br />
un Nash equilibrio? Se due<br />
giovanotti si rivolgono a due<br />
brunette, al terzo conviene restare<br />
sull’ultima brunetta? No.<br />
Quindi l’unico esempio di<br />
strategia esibito nel film non<br />
ha nulla a che fare con Nash.<br />
Non è il caso di fare delle puntualizzazioni<br />
sulla consistenza<br />
dei successivi deliri, per non<br />
rovinare l’emozione del film a<br />
chi non l’avesse ancora visto.<br />
Mi limito a dire che non vi furono<br />
lavori di Nash a favore<br />
delle Forze Armate; lo scatenarsi<br />
della malattia avvenne<br />
dopo la scoperta che i risultati<br />
di De Giorgi gli avrebbero<br />
impedito di ottenere l’ambita<br />
Medaglia Fields, equivalente al<br />
Nobel per i matematici. Il giudizio<br />
complessivo è comunque,<br />
per opinione pressoché<br />
unanime, estremamente positivo,<br />
tenuto conto che la<br />
drammatizzazione cinematografica<br />
deve spesso viaggiare<br />
con ali proprie. Il punto focale<br />
della pellicola sta nella frase<br />
pronunciata da Alicia in un<br />
momento particolarmente difficile<br />
della malattia: “ho bisogno<br />
di credere che qualcosa di straordinario<br />
possa accadere”. Il bellissimo<br />
messaggio per tutti gli<br />
infelici è che qualcosa di<br />
straordinario è davvero accaduto.<br />
Il successo del film è del<br />
2001, ricordo che nel 2002 al<br />
convegno mondiale dei matematici<br />
di Pechino di agosto, ritirai<br />
il materiale in segreteria e<br />
mi sedetti a un tavolo per smistarlo.<br />
A un certo punto sentii<br />
un gran clamore alle mie spalle:<br />
voci in tutte le lingue, esclamazioni,<br />
flash… lui e Alicia si<br />
erano seduti dietro di me,<br />
aspettando che mi accorgessi<br />
di loro. Per cui nonostante la<br />
fama era rimasto lo stesso uomo,<br />
lo stesso amico conosciuto<br />
nel 1995 e di cui conserverò<br />
un ricordo straordinario<br />
per sempre.<br />
Davide Lorenzini<br />
Editor & Community Manager-<br />
Siderweb spa<br />
<strong>Industria</strong> Fusoria 3/<strong>2015</strong><br />
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