MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #0
Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 0 - Autunno
Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 0 - Autunno
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Stefano Boeri,
Alumnus Polimi Architettura
“In tutta la storia di
noi umani, la città,
la grande metropoli,
è sempre stata vista
come luogo elettivo
della costruzione di
futuro”
Franco Bolelli è nato a Milano nel
1950: filosofo e scrittore, è autore
di Giocate! (Torino, Add, 2012), Viva
Tutto! insieme a Lorenzo Jovanotti
(Torino, Add, 2010) e altri volumi.
Ha ideato, progettato e realizzato
eventi e festival in tutta Italia, tra
cui Mi030, insieme a Stefano Boeri.
futuro a quindici/venti anni,
che fa i conti con le trasformazioni
che oggi possiamo
attivare nelle nostre città e
che tengono conto dei cicli
dell’economia, della geopolitica
internazionale, della
cultura e delle migrazioni.
E il futuro della vita quotidiana,
il futuro del “domani”,
che ha a che vedere con
i cicli della politica, degli
equilibri locali, delle relazioni
interpersonali e familiari.
Queste tre dimensioni
devono essere, tutte e tre
considerate, perché tutte e
tre riguardano e dipendono
da circostanze e comportamenti
attivabili nel presente
quotidiano. Individuale e
collettivo. Tutte e tre queste
dimensioni del futuro vanno
dunque trattate alla stregua
di un orientamento all’azione
presente, come una sorta
di “futuro istantaneo” - per
usare un termine a te caro -
che ci guidi a fissare i criteri
di scelta nella vita presente.
FB
In tutta la storia di noi umani,
la città, la grande metropoli,
è sempre stata vista come il
luogo elettivo della costruzione
di futuro. A te quanto a
me affascina questa mitologia
delle grandi città. Quella
che spinge irresistibilmente
decine di milioni di noi a vivere
a New York, Los Angeles,
Londra, Tokyo, Shanghai, ma
anche più in piccolo Milano e
Roma. Perché è dove ci sono
più connessioni, più intrecci,
più comunicazioni, più combinazioni,
che tutto è più
vivo e più vivibile. Perché più
ci sono incontri e più si crea
varietà, e più si crea varietà
più un luogo, una cultura,
una società, è attraente, dinamica,
energetica.
Se le grandi metropoli sono
così attraenti è per la loro
enorme biodiversità. È perché
contengono, producono
e moltiplicano varietà. È
perché ci offrono sempre più
opzioni, più abbondanza di
scelte, meno uniformità e più
molteplicità. È perché questa
proliferante biodiversità di
culture, idee, linguaggi, stili,
modelli umani, crea combinandosi
all’infinito sempre
nuove culture, idee, linguaggi,
stili, modelli umani.
SB
I progettisti più seri del futuro
metropolitano non
pensano a grandi macchine
architettoniche, ma stanno
ragionando su forme di intervento
leggero, innesti di
tecnologia dentro una città
che si autogenera grazie
alla concentrazione di una
moltitudine di interni, per il
quale non potrà mai esistere
un’architettura, un “masterplan”,
una disciplina. La vera
grande energia urbana dei
prossimi anni è quella degli
immensi spazi di organizzazione
spontanea, non disciplinata,
non “disegnata” che
chiamiamo “slums”. La realtà
crescente e inequivocabile
prodotta da quei milioni di
chilometri quadrati di insediamenti
informali spontanei
– baracche, autocostruzioni,
campi - che circonderan-
21
MAP Magazine Alumni Polimi