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MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #0

Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 0 - Autunno

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“Ho fatto nascere

D-Orbit in Italia per

la capacità dei

cervelli italiani di

essere creativi e

flessibili,

indispensabile

per inventarsi un

nuovo mercato”

Luca Rossettini voleva fare l’astronauta.

Dopo essere diventato

ufficiale paracadutista e dopo

una laurea in Ing. Aerospaziale

e un Dottorato al Politecnico di

Milano si è iscritto al concorso

nel 2008, ha passato la selezione

che da diecimila candidature tagliava

a centottanta, ed è stato

scartato in fase avanzata.

Non si è dato per vinto: con una

borsa di studio è andato in Silicon

Valley, ha studiato ancora -

business e fondi di venture capital

- e poi è entrato in Nasa.

Lì ha deciso di cominciare un’attività

imprenditoriale: è tornato

a casa, ha fatto valutare la realizzabilità

della sua idea e creato

D-Orbit, una società a cui tutto

il mondo oggi guarda con interesse.

Perché ha deciso di occuparsi di

detriti e rottami portati dall’uomo

nello spazio?

Se non risolviamo il problema,

a breve nessuno potrà più utilizzare

lo spazio. Ci sarebbe un

impatto disastroso per tutto il

settore e dieci volte di più per le

attività sulla terra, più del 70%

della tecnologia che oggi utilizziamo

viene da lì. Quale idea migliore

che risolvere un problema

globale in un mercato nel quale

nessuno fino a quel momento

aveva messo piede?

Il modo in cui si è agito fino a

oggi non è sostenibile?

Replicando quello che è successo

in qualsiasi altro settore industriale

sulla terra, inizialmente

si pensa che la risorsa che si

utilizza sia infinita.

E si scaricavano i residui industriali

nell’acqua dicendo “tanto

è una goccia in un oceano”.

Quando si lanciavano due satelliti

l’anno, e in orbita ce n’erano

dieci, era difficile pensare che

sarebbero diventati seimila, più

centinaia di milioni di frammenti

dovuti a esplosioni e collisioni.

Nello spazio noi usiamo dei

settori molto specifici, utili per

mandare servizi a terra. Un po’

come le autostrade: l’Italia ha

milioni di strade, però poi a agosto

siamo tutti sulla A1. Nel momento

in cui quei settori si riempiono

di spazzatura, l’operatore

satellitare non riesce più a fare

il suo lavoro.

Quindi avete creato un dispositivo

di de-orbiting per satelliti,

che li rimuove una volta che

hanno finito il loro lavoro. Dove

vanno a finire?

I satelliti in orbita bassa vengono

riportati a terra in modo diretto,

si decide prima dove farli

cadere. Gli altri li spostiamo in

un’orbita che è stata già creata

e viene chiamata orbita cimitero,

in attesa che in futuro con una

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