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Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 0 - Autunno
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nel prossimo numero
l’architetto risponde :)
NOI E LORO
Architetti e Ingegneri al Poli
FENOMENOLOGIA SEMISERIA DI UNA LOTTA ETERNA
Di Giulio Pons, ALUMNUS POLIMI INGEGNERIA telecomunicazioni 2000
Sono un ingegnere e questa è una
cosa che ti segna. Mi è stato chiesto
di scrivere un pezzo tipo “Architetti
vs Ingegneri” e per farlo
non posso essere imparziale, non
se la prendano gli amici architetti!
Preciso che sono un ingegnere
del software, lavoro nel web e vivo
quotidianamente la lotta con gli
architetti che spesso sono laureati
in disegno industriale e fanno i
grafici o gli art director, questi ultimi
di solito sono i più spocchiosi e
precisi dove, però, non serve.
Nel mio lavoro non ci sono palazzi,
né calcoli strutturali, né architetti
che difendono forme tonde a tutti
i costi, ma anche nel web gli ing.
sono quelli del “non si può fare” e
gli arch. sono quelli del “deve essere
bello”. Il dualismo Architetti-Ingegneri
inizia in università dove il
capo di tutti i luoghi comuni - e
per dirlo uso i termini più educati
che posso - è questo: Architettura
= femmine, Ingegneria = maschi.
D’ora in poi userò spesso “Noi” per
dire ingegneri e “Loro” per dire architetti
e sottolineare così la contrapposizione
delle parti.
All’università noi siamo quelli costretti
a sgobbare come bestie
mentre loro giocano col pongo a
far finta di fare esami. Se un ingegnere
vede uno studente che porta
un plastico, di solito pensa “Ehi
tu, hai già dato pupazzetti 1?”... Ma
non ha mai il coraggio di dirglielo,
specie se l’architetto è una ragazza.
Questo ci ha portato già da studenti
all’odio, allora manifestato
soprattutto verso i maschi architetti
che paiono avere tutte le fortune
del mondo: cioè poco lavoro
e molte ragazze.
Loro dicono di noi le cose più
abiette, soprattutto sul nostro
aspetto fisico: calvizie, occhiali,
forfora, trasandatezza, barba a
caso, scarsa coordinazione fisica,
crescita muscolare negativa. E va
be’, ok, l’ingegnere non è certo uno
sportivo, né “ingegnere” é sinonimo
di bellezza, ma non si offendono
le persone per le proprie caratteristiche
fisiche! Suvvia, è la base
dell’educazione!
Loro sono quelli che hanno il monopolio
dell’estetica mondiale,
guardano una schermata di 2 milioni
di pixel e dicono “Qui c’è un
punto di troppo”, oppure “Manca
l’aria! Metti un filetto”. E anche,
dopo aver rifatto un palazzo, entrano
ad esaminare il lavoro, guardano
di traverso la superficie di
una parete e dicono “non è venuta
bene, c’è un’ombra”, mentre per
noi è solo un muro.
Un architetto di solito odia il senso
dell’umorismo di un ingegnere,
dice che alle nostre battute ridiamo
solo noi, ma probabilmente è
solo perché non capiscono i nostri
giochi di parole.
D’altronde ci sarà un motivo se
sull’enciclopedia satirica “Nonciclopedia”
alla voce Polimi, come
definizione si trova questo: “Il Politecnico
è un edificio dove la gente
entra in pieno possesso delle proprie
facoltà mentali e ne esce ingegnere
o, se si è meno fortunati,
architetto”.
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