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Burri e Pistoia

a cura di Bruno Corà

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“Maestro sono Amendola, non so se si ricorda di me… sa, ci siamo incontrati<br />

a Roma, circa tre mesi fa con Pericle Fazzini”. E <strong>Burri</strong>: “Certo<br />

che mi ricordo, venga pure a trovarmi, ma senza macchina fotografica”.<br />

Pensai: “… e si comincia bene!”<br />

Senza la mia Hasselblad, e con la convinzione di far poco più che una<br />

gita, partii con mia moglie Lella, alla volta di Città di Castello. L’artista<br />

era in compagnia di Nemo Sarteanesi, tuo padre, che in seguito ebbi<br />

modo di conoscere e apprezzare. Da allora, infatti, in ogni occasione<br />

d’incontro con <strong>Burri</strong>, trovavo sempre anche lui. Poi seppi che si frequentavano<br />

da ragazzi e che li legava una stima profonda.<br />

Anche se due miei amici artisti pistoiesi, Barni e Ruffi, mi avevano<br />

detto che <strong>Burri</strong> era il più bravo di tutti, un grande e importante artista,<br />

non ero pienamente consapevole di questa realtà. Mi avvicinai a lui con<br />

un po’ di timidezza, neanche tanta a dire il vero, e non con il reverente<br />

timore che l’occasione avrebbe richiesto. Avevo già fotografato Pisano<br />

e Marini e mi sentivo abbastanza sicuro.<br />

CS: Conoscendo bene <strong>Burri</strong>, immagino che ti abbia sottoposto a una sorta di<br />

esame per capire se eri all’altezza della situazione.<br />

Alberto <strong>Burri</strong>, Case Nove di<br />

Morra, 1977<br />

AA: Certamente, fui sottoposto come dici tu, a un esamino! Voleva sapere,<br />

nei minimi dettagli, quali apparecchi fotografici usassi; se lavorassi<br />

da solo o con degli assistenti.<br />

Sarteanesi, nel frattempo, guardava con interesse i libri su Marini e Pisano<br />

che avevo portato e notai degli sguardi di approvazione che <strong>Burri</strong><br />

colse al volo: era un lavoro di squadra fra di loro!<br />

Alla fine l’artista dettò le sue condizioni e m’invitò ad andare nel<br />

suo studio di Case Nove, per fotografarlo durante la creazione di una<br />

“Combustione”. Con la macchina fotografica sì, ma senza assistente.<br />

Non conoscevo il suo lavoro e a cosa si riferisse con quella definizione:<br />

“combustione”. Fino a quel momento, mi ero occupato di scultori<br />

e pittori che operavano con mezzi tradizionalmente riferibili a queste<br />

due discipline e non potevo immaginare cosa mi aspettasse.<br />

A Case Nove mi fermai, su decisione dell’artista, cinque o sei giordisciplines<br />

and had no idea what to expect.<br />

I stayed at Case Nove, at the artist’s insistence,<br />

for five or six days. I met some of<br />

<strong>Burri</strong>’s other friends, people he had known<br />

all his life: Beppe Volpi who was in charge<br />

of the cooking, Roberto Mancini factotum<br />

and Jack the Spark [Giacomo Di Sabbatino,<br />

called “Jack scintilla” for his ability to find<br />

brilliant solutions to all sorts of problems,<br />

editor’s note].<br />

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