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leStrade n. 1557 - maggio 2020

- Autostrade: network europei green e innovativi - Ponti: Genova, sollevata l'ultima campata - Materiali: formazione online sul calcestruzzo

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10<br />

Infrastrutture e Mobilità<br />

Nuovi paradigmi di mobilità<br />

per la fase post-lockdown<br />

Dagli spostamenti liberi a quelli in modalità programmata: la ricerca di un riequilibrio modale che<br />

punti su mobility management, valorizzazione della “lentezza” anche in chiave green e innovazione<br />

tecnologica applicata ai trasporti sia sul fronte infrastrutturale, sia su quello dei servizi<br />

Stefano Zampino<br />

Vicepresidente AIIT<br />

In collaborazione con<br />

1<br />

11 LS<br />

L’Opinione tecnica<br />

Gli effetti della pandemia dovuta alla diffusione<br />

del Covid-19, nel settore della mobilità e dei<br />

trasporti, hanno comportato, nelle fasi successive<br />

al cosiddetto lockdown, impatti sulla mobilità<br />

delle persone correlati, in via principale, alla riduzione<br />

oltremodo significativa dell’offerta di servizi destinati<br />

al trasporto collettivo, sia a livello locale sia a livello<br />

nazionale. Si tratta di uno scenario di breve-medio<br />

periodo in cui gli effetti della riduzione della domanda<br />

conseguenti al <strong>maggio</strong>r distanziamento delle attività<br />

sociali, alla sospensione dell’attività scolastica/<br />

universitaria in sede, all’utilizzo di tecnologie in grado<br />

di consentire - per il settore pubblico e per il settore<br />

dei servizi - il “lavoro da remoto”, possono sopperire<br />

solo in parte alla riduzione dell’offerta pubblica<br />

di trasporto, spingendo i viaggiatori verso un <strong>maggio</strong>r<br />

© Comune di Milano<br />

1. Riorganizzazione della mobilità, urbana ma anche extraurbana è la sfida post-lockdown<br />

2. Il quadro delle azioni da intraprendere, in termini spaziali, temporali e tipologici, scondo l’AIIT, l’Associazione Italiana per l’Ingegneria del Traffico e dei Trasporto<br />

2. Verificare la sostenibilità dell’assetto della mobilità<br />

in tutte le sue componenti modali, con un appropriato<br />

ruolo della pedonalità e quindi della mobilità attiva<br />

(ciclabilità) e della micromobilità;<br />

3. Approfondire gli aspetti di sostenibilità finanziaria/<br />

economica per i servizi di trasporto collettivo di persone<br />

(rivisitazione dei contratti di servizio delle Aziende<br />

di trasporto) e contrastare quindi il rischio di esclusione<br />

sociale di aree del Paese (per esempio le isole);<br />

4. Implementare tecnologie di Intelligent Transport Systems<br />

(ITS) e di piattaforme MaaS (Mobility as a Service)<br />

in grado di integrare diversi servizi di trasporto.<br />

Nella prospettiva delineata e per cercare di sistematizzare,<br />

in prima battuta, le possibili “leve” su cui agire,<br />

è possibile distinguere un criterio basato sulla tipologia<br />

di azioni (iniziative a livello gestionale e/o a<br />

livello infrastrutturale), un criterio correlato alla scala<br />

territoriale (iniziative e azioni focalizzate sulla mobilità<br />

comunale e locale e/o finalizzate ad assicurare la<br />

sicurezza dei collegamenti sulle medie-lunghe distanze)<br />

e un criterio di ordine temporale riferito ai tempi<br />

occorrenti per l’operatività delle misure.<br />

Rispetto al sistema di azioni descritto sinteticamente<br />

nello schema matriciale in fig. 2, assumerà particolare<br />

significatività la conoscenza e, quindi, il monitoraggio<br />

e l’analisi dei comportamenti delle persone in<br />

relazione alle specifiche misure messe in campo dalle<br />

amministrazioni e dai gestori, anche in un’ottica di<br />

condivisione e implementazione sistemica delle esperienze<br />

migliori.<br />

Le principali azioni<br />

di ordine gestionale<br />

Come già evidenziato, nella prospettiva di quella che<br />

gli esperti hanno definito come la “fase di convivenza”<br />

con il Covid-19, basata sul distanziamento socia-<br />

Stefano Zampino, già funzionario Anas, dal 2000 è dirigente tecnico presso<br />

la Provincia di Lecce dove ha diretto diversi Servizi (Viabilità, Patrimonio,<br />

Trasporti e Mobilità). Componente di vari Comitati tecnici e scientifici specialistici<br />

e autore di numerosi articoli e pubblicazioni sui temi della sicurezza<br />

stradale, della manutenzione delle infrastrutture, della mobilità sostenibile,<br />

dall’aprile 2017 ricopre il ruolo di Vicepresidente del Consiglio Direttivo<br />

dell’Associazione Italiana per l’Ingegneria del traffico e dei Trasporti (AIIT).)<br />

uso dei mezzi privati.<br />

La nuova curva dell’offerta di trasporto collettivo, caratterizzata<br />

da una minore elasticità sarà, peraltro,<br />

influenzata dal peso consistente degli apprestamenti<br />

strutturali e gestionali a carico dei gestori, con un<br />

incremento dei costi di gestione che avrà effetti sul<br />

prezzo dei servizi di trasporto.<br />

Il rischio di una fase di mobilità “insostenibile” caratterizzata<br />

dalla diversione modale verso l’uso delle automobili<br />

deve essere quindi affrontato attraverso una<br />

serie di programmi e azioni volte a ristabilire un equilibrio<br />

tra domanda e offerta che limiti l’incremento dei<br />

costi degli spostamenti, garantendo prestazioni (minime)<br />

di servizio non penalizzanti.<br />

Per questo è necessario approfondire la conoscenza<br />

delle attitudini e degli orientamenti dei viaggiatori<br />

per calibrare adeguatamente e tempestivamente<br />

le strategie e, quindi, le misure da introdurre per<br />

una corretta ridistribuzione della domanda, nella prospettiva<br />

che l’unica soluzione possibile è un equilibrato<br />

sistema multimodale, con interventi di ambito non<br />

solo trasportistico (su infrastrutture e mezzi), ma anche<br />

correlati alla gestione della domanda di mobilità.<br />

Quattro azioni<br />

da intraprendere<br />

AIIT ha ipotizzato, per questo, un quadro sintetico<br />

delle azioni da intraprendere a livello di governo regionale<br />

e nazionale:<br />

1. Organizzare tempi e spazi delle città puntando sul<br />

ruolo dei mobility manager aziendali e d’area, mediante<br />

una continuativa analisi qualitativa e quantitativa<br />

della domanda di mobilità nel breve e nel lungo<br />

periodo;<br />

3, 4. Valorizzare al massimo le forme di trasporto sostenibile e la multimodalità<br />

L’Opinione tecnica<br />

12/2015 5/<strong>2020</strong> <strong>leStrade</strong>

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