Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Letterati stranieri in
Toscana
A cura di
Massimo De Francesco
Walter Savage Landor
Dall’Inghilterra a Firenze con l’inquietudine nell’anima
di Massimo De Francesco
Walter Savage Landor nasce
a Warwick, nel Warwickshire,
il 30 gennaio 1775,
da Walter Landor, medico ed erede di
una vasta tenuta nello Staffordshire,
e da Elizabeth Savage, seconda moglie
del padre. Studia nella prestigiosa
Rugby School, distinguendosi
per il suo talento nello scrivere versi
in latino e per l’indisciplina che gli
costa l’espulsione dalla scuola. Nel
1792 s’iscrive al Trinity College di
Oxford da cui viene espulso per aver
sparato un colpo di arma da fuoco
contro le finestre di un esponente
Tory. Nel 1795 pubblica, a Londra,
il primo volume di poesie, The Poems
of Walter Savage Landor. Nel
1802 raggiunge Parigi, dove consolidate
le sue idee rivoluzionarie pubblica
Poems by the Author of Gebir,
che s’ispira al suo precedente poema
epico, Gebir. L’impulsività lo
forza, nel 1808, a partire alla volta
della Spagna per arruolarsi nella
nella guerra contro l’invasione napoleonica,
ma rientra in Inghilterra,
dopo pochi mesi, deluso per non
aver potuto combattere. Il soggiorno
in Spagna gli ispira la tragedia in
versi Count Julian. Nel maggio 1811
sposa Julia Thuillier, figlia di un
banchiere svizzero fallito, dalla quale
avrà quattro figli. Nel 1815 partono
per la Francia, dove rimangono
La targa commemorativa in via della Chiesa a Firenze
fino all’ottobre dello stesso
anno. A Como, da poco raggiunta,
nasce il primogenito
Arnold. Qui scrive versi contro
il poeta Vincenzo Monti
in risposta ad un suo sonetto
anglofobo. La mèta successiva
è Genova. Da qui decidono
di fermarsi a Pisa, dove
nasce la secondogenita Julia
e compone Idyllia Heroica
Decem, una raccolta di poesie
in latino che pubblicherà
nel 1820. Dopo un breve periodo
a Pistoia, nel 1821 si
trasferiscono a Firenze, dove
fino al 1827 abitano in
via della Scala per poi trasferirsi
in Borgo degli Albizi,
presumibilmente a Palazzo
Medici Tornaquinci, in via
Pandolfini. Nel primo soggiorno
fiorentino, inizia a scrivere il
capolavoro Conversazioni immaginarie
in cinque volumi: il poeta immagina
una serie di conversazioni
fra personaggi storici illustri, pubblicate
intorno al 1824-29. Molte
le dimore prese in affitto dal poeta,
soprattutto nelle campagne circostanti
Firenze, per evitare la calura
estiva della città. Per questa esigenza,
nelle estati del 1822 e del 1823,
alloggia fra il Poggio Imperiale e le
colline di Arcetri, a Villa Curonia.
Acquista poi Villa
Gherardesca a San
Domenico di Fiesole,
dove, nel 1833,
riceve il filosofo bostoniano
Ralph Waldo
Emerson. Nella
villa espone la sua
notevole collezione
di quadri che comprende
numerosi
“primitivi”. Ama Firenze
e conferma di
Walte Savage Landor in un ritratto di William Fisher
avere qui trovato “la miglior acqua,
aria e olio del mondo”. Dopo la separazione
dalla moglie, nel 1835 lascia
il capoluogo toscano. Torna in
Inghilterra, a Bath, dove trascorre i
successivi venti anni componendo
numerose opere: fra queste il Pentameron
(1837), una serie di colloqui
impossibili fra Boccaccio e Petrarca
nei quali i due poeti colloquiano
con Dante. Scrive Gli Italici elaborato
in seguito ai moti rivoluzionari del
’48. Nel 1858 rischia una querela
per diffamazione e una considerevole
condanna pecuniaria lo costringe
tornare in Italia, dove prosegue le liti
con i familiari e si riduce in miseria
per avere donato tutti i suoi beni
ai figli. Trascorre i suoi ultimi anni
in una modesta abitazione di via
Nunziatina, l’odierna via della Chiesa
nel quartiere di San Frediano. Qui
si spegne in povertà il 17 settembre
1864. E’ sepolto nel Cimitero degli
Inglesi. Una placca di marmo al 93
di via della Chiesa lo ricorda.
20
WALTER SAVAGE LANDOR