ESTETICA Magazine ITALIA (5/2020)

Immagini dai saloni
TONI&GUY in tutto il mondo:
ogni Paese ha vissuto la pandemia
seguendo le proprie direttive ma
con un approccio internazionale
su come affrontare questo
particolare momento storico.
Affrontare
il domani
Come trasformare
una pandemia
in opportunità:
TONI&GUY e la
sfida al Coronavirus.
T
oni&Guy è un’azienda
internazionale, presente
in oltre 48 Paesi, e
questo le ha permesso
di avere una visione
globale di come gli
hairstylist abbiano
affrontato il Coronavirus in tutto
il mondo, perché la chiusura delle
economie mondiali a causa della
pandemia ha portato sfide mai
viste fino ad oggi per tutte le aziende
del settore, grandi e piccole.
“TONI&GUY ha 57 anni e siamo
sopravvissuti e prosperati durante
crisi economiche e recessioni,
ma quello che è successo questa
primavera è completamente diverso
da tutto. Ha portato sfide che non
abbiamo mai sperimentato e ci ha
costretti a guardare al business in
un modo nuovo, senza precedenti”
spiega il direttore creativo globale,
Sacha Mascolo-Tarbuck. Il CEO
Nigel Darwin, entrato a far parte
dell'azienda all’inizio del 2019,
inizialmente non aveva valutato
l’impatto di quello che stava
succedendo. “Avevamo già avuto
casi di pandemie in Asia, come Sars
e Mers, ma una volta che il numero
delle vittime ha iniziato a crescere in
Italia, è diventato chiaro che si stava
verificando qualcosa di mai visto
prima”, aggiunge: “I normali modi
di lavorare non erano più
appropriati. Abbiamo dovuto
cambiare la nostra visione e anche la
comunicazione. Di norma il nostro
obiettivo è pianificare tre o cinque
anni in anticipo: ma non è più
possibile farlo, bisogna concentrarsi
sul domani. La principale
preoccupazione è stata la
comunicazione con i nostri team,
la loro salute psicologica ed emotiva.
I nostri partner erano preoccupati
per le loro attività e i mezzi di
sussistenza: dovevamo proteggerli.
Così abbiamo ricostruito il modo
in cui comunichiamo con la nostra
comunità globale e abbiamo
imparato lezioni da altri mercati.
Di settimana in settimana il nostro
viaggio andava trasformandosi.
Ogni Paese aveva le proprie sfide
e regole, ma i principi erano gli
stessi: professionalità, allontana-