ESTETICA Magazine ITALIA (5/2020)

A sinistra, Arturo con i figli Federico e Gianni.
Sopra, Arturo Pegorin con la moglie Lina in uno scatto da “giovani”.
Mario si ammalò e ci lasciò nell’88. Non avendo eredi, tutti i suoi beni, tra cui
parecchie opere d’arte, sono andati ai parenti. A nostro padre e ai noi figli lasciò
invece l'azienda. Un grande gesto di gratitudine per quanto era stato fatto e di
fiducia nel futuro, nelle prospettive che io e Federico vedevamo chiaramente
nel settore dei prodotti per capelli. Anche al di fuori dei confini italiani...
Ed eccoci quindi agli anni ’90: Arturo (sempre attivo a seguire l’andamento
della produzione e i più stretti collaboratori) e voi a condurre l’azienda di
famiglia. È così, Federico?
Federico: Nei primi anni visitavo i nostri clienti del Veneto, della Lombardia
e dell’Emilia. Ma la passione ci portò innanzitutto ad allargare la distribuzione
all’Italia intera con agenti plurimandatari. Fare espansione era nel nostro DNA
anche se nostro padre era certamente più prudente di noi. Gianni ed io volevamo
invece crescere, ampliare, anche rischiando il certo per il possibile. Ma se non rischi
non costruisci nulla. E se lavori dodici ore al giorno devi trovare l'adrenalina dai
traguardi che ti poni e dai risultati che consegui. E così è stato...
Ma quando e come iniziò l’esportazione? E la penetrazione sui mercati esteri;
a cominciare dal Medio Oriente, se ricordo bene...
Federico: Si, inizialmente furono Egitto ed Emirati Arabi, con creme per capelli
ed acqua ossigenata. Intravvedemmo subito il business. Che si ampliò già a inizio
anni ’90 con le colorazioni. E l’intuizione di proporre varie linee. Quindi Alter
Ego Italy, quindi Inebrya, Echosline, Fanola e così via. E, parallelamente, con
l'ampliamento nei nuovi stabilimenti dove ogni traguardo sembrava possibile.
Oggi di che dimensioni stiamo parlando?
Federico: Siamo strutturati come un network internazionale. Tutte le società
e i brand del gruppo fanno capo alla Holding AGF88 che annovera oggi oltre
cinquecento collaboratori. Il fatturato supera i 120 milioni, di cui quasi il 70%
sono destinati all'esportazione in 112 paesi. L’export è destinato a crescere, di pari
passo con l’innovazione, la ricerca qualitativa, il management di alto profilo;
e con la stessa capacità produttiva che, in termini di singoli pezzi, si avvicina
a quota 100 milioni annui... Sono traguardi davvero gratificanti, credimi.
Ci credo eccome, Federico. E questa è la realtà che ha gratificato anche Arturo
Pegorin fino agli ultimi giorni della sua lunga vita.
Federico: Arturo era un uomo felice, realizzato: vedeva i suoi figli che lavoravano
a capofitto senza sabato o domenica. Ascoltava molto. Era sempre sul pezzo.
Era una persona seria, giusta, corretta, quindi credibile. Ci ha lasciato una grande
eredità morale prima ancora che materiale.
Gianni: Nostro padre ci assecondava, aveva fiducia in noi. Era orgoglioso di noi
e contento di quello che vedeva crescere giorno per giorno. La sua presenza in
azienda non è mai mancata. C’era l’ufficio di Arturo in cui lui faceva le sue prove,
i suoi assemblaggi. Chi entrava in quell’ufficio era sicuro di trovare una risposta.
E di portarsi via un pezzo di storia...
Dall’alto: primo stabilimento di Pettenon Cosmetics
in centro a San Martino di Lupari (PD); stampi
dedicati alla produzione di saponi e rossetti di fine
anni ’40; Una delle prime linee di prodotti professionali
per capelli; colonie e lozioni per capelli;
Arturo Pegorin e la moglie Lina in uno scatto di
qualche anno fa.