19.10.2020 Views

DM Magazine Ottobre 2020

  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

EDITORIALE <strong>DM</strong>M<br />

Toglieteci tutto<br />

ma non il buon cibo.<br />

Il Covid-19 ha cambiato il nostro mondo e, visto il protrarsi della<br />

situazione di emergenza, continuerà a farlo. Il lockdown a livello<br />

internazionale e l’effettiva sospensione dell’attività civica e commerciale<br />

in interi Paesi, hanno fatto da specchio sul funzionamento<br />

dei nostri sistemi economici, sociali e politici, forzando l’inizio<br />

di un discorso globale su come questi dovrebbero modificarsi. Il<br />

virus ha rivelato le traballanti fondamenta su cui è costruita gran<br />

parte di ciò che diamo per scontato nel mondo sviluppato, dalla<br />

complessa natura delle catene e delle infrastrutture produttive<br />

globalizzate alle consegne just-in-time dei supermercati, così<br />

come i forti contrasti tra i sistemi sanitari nazionalizzati e quelli<br />

finanziati dalle assicurazioni private. La fotografia scattata dal<br />

Rapporto Coop <strong>2020</strong> ci racconta, da una parte, di un’Italia ferita<br />

e molto preoccupata, dall’altra del desiderio di cogliere l’occasione<br />

per una nuova ripartenza. Pessimismo e resilienza. Senso<br />

d’insicurezza e ricerca di stabilità. Spending review e coscienza<br />

ambientale. In questa atmosfera di incertezza e cambiamento c’è,<br />

però, una costante che a quanto pare ci distingue sempre dai cugini<br />

europei: il cibo. Alla spesa alimentare, pur nell’emergenza e<br />

in una evidente contrazione generalizzata degli acquisti, gli italiani<br />

non rinunciano e solo il 31% ha dichiarato di voler acquistare<br />

prodotti di largo consumo confezionato più economici, a fronte<br />

di un 37% della media oltralpe; un dato decisamente inferiore al<br />

50% registrato lo scorso anno e al 57% del 2013 (quando eravamo<br />

in piena crisi economica con un Pil a -1,8%). E anche a lockdown<br />

terminato, solo il 18% ha dichiarato di voler acquistare prodotti<br />

meno cari. Complice la relegazione domestica forzata, oggi abbiamo<br />

rimesso “le mani in pasta” e il cook@home è diventato una<br />

costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti<br />

base, a fronte della contrazione dei piatti pronti. Abbiamo riscoperto<br />

il piacere di cucinare anche per noi stessi, evitando cene<br />

take away di ritorno dall’ufficio, scegliendo con cura una ricetta,<br />

tritando e mescolando gli ingredienti, macinando le spezie: godendoci,<br />

insomma, il processo di preparazione di un pasto. Per la<br />

serie: toglieteci tutto, ma al buon cibo – noi italiani – non sappiamo<br />

rinunciare.<br />

Stefania Lorusso,<br />

Responsabile Editoriale <strong>DM</strong><br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 3

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!